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Cari ragazzi di quinta

27 aprile 2020 | 18:50
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Cari ragazzi di quinta

Il 2 aprile del 2014, grazie ad una felice intuizione di Beniamino Cuomo, ospitammo a Piano di Sorrento Giulia Manzi, figlia di Alberto Manzi, che in quell’occasione presentò il testo “Il tempo non basta mai” (Add Editore) un splendido saggio dedicato a uno scrittore dotato di grande talento e soprattutto umanità. A 60 anni esatti dalla prima puntata di “Non è mai troppo tardi”, la storica trasmissione in cui Alberto Manzi insegnava la grammatica agli italiani del boom economico la Rai è tornata ad essere protagonista nell’education del nostro Paese. Penso a quell’Italia che riuscì a diventare potenza industriale ma seppe intuire che il “miracolo economico” sarebbe dovuto passare per la “Scuola”, quella con la esse maiuscola rappresentata dai docenti come Alberto Manzi. Mattarella: “Le scuole sono anche un luogo di relazione. La loro chiusura è una ferita per tutti”, le parole del Presidente della nostra Repubblica suonano giuste e sacrosante, un Paese che vuole ripartire con il piede giusto deve pensare alla Scuola, a come farla ripartire presto e bene, senza dimenticare nessuno, anche le scuole private di cui si teme la chiusura per motivi economici devono poter riaprire e essere messe in condizione di ripartire. Ritornando a Alberto Manzi mi piace chiudere questa mia brevissima riflessione proponendovi una lettera che lo stesso Maestro scrisse nel 1973 ai suoi alunni della V elementare, sono parole che sarebbe bene conoscessero anche i ragazzi che oggi sono costretti a casa a fare esperienza di didattica a distanza.
Cari ragazzi di quinta
Abbiamo camminato insieme per cinque anni. Per cinque anni abbiamo cercato, insieme, di godere la vita; e per goderla abbiamo cercato di conoscerla, di scoprirne alcuni segreti. Abbiamo cercato di capire questo nostro magnifico e stranissimo mondo non solo vedendone i lati migliori, ma infilando le dita nelle sue piaghe, infilandole fino in fondo perché volevamo capire se era possibile fare qualcosa, insieme, per sanare le piaghe e rendere il mondo migliore. Abbiamo cercato di vivere insieme nel modo più felice possibile. E’ vero che non sempre è stato così, ma ci abbiamo messo tutta la nostra buona volontà. E in fondo in fondo siamo stati felici. Abbiamo vissuto insieme cinque anni sereni (anche quando borbottavamo) e per cinque anni ci siamo sentiti “sangue dello stesso sangue. Ora dobbiamo salutarci. Io devo salutarvi. Spero che abbiate capito quel che ho cercato sempre di farvi comprendere: NON RINUNCIATE MAI, per nessun motivo, sotto qualsiasi pressione, AD ESSERE VOI STESSI. Siate sempre padroni del vostro senso critico, e niente potrà farvi sottomettere. Vi auguro che nessuno mai possa plagiarvi o “addomesticare” come vorrebbe. Ora le nostre strade si dividono. Io riprendo il mio consueto viottolo pieno di gioie e di tante mortificazioni, di parole e di fatti, un viottolo che sembra identico e non lo è mai. Voi proseguite e la vostra strada è ampia, immensa, luminosa. E’ vero che mi dispiace non essere con voi, brontolando, bestemmiando, imprecando; ma solo perché vorrei essere al vostro fianco per darvi una mano al momento necessario. D’altra parte voi non ne avete bisogno. Siete capaci di camminare da soli a testa alta, PERCHE’ NESSUNO DI VOI E’ INCAPACE DI FARLO. Ricordatevi che mai nessuno potrà bloccarvi se voi non lo volete, nessuno potrà mai distruggervi, SE VOI NON LO VOLETE. Perciò avanti serenamente, allegramente, con quel macinino del vostro cervello SEMPRE in funzione; con l’affetto verso tutte le cose e gli animali e le genti che è gia in voi e che deve sempre rimanere in voi; con onestà, onestà, onestà, e ancora onesta, perché questa è la cosa che manca oggi nel mondo e voi dovete ridarla; e intelligenza, e ancora intelligenza e sempre intelligenza, il che significa prepararsi, il che significa riuscire sempre a comprendere, il che significa riuscire ad amare, e… amore, amore. Se vi posso dare un comando, eccolo: questo io voglio. Realizzate tutto ciò, ed io sarò sempre in voi, con voi. E ricordatevi: io rimango qui, al solito posto. Ma se qualcuno, qualcosa vorrà distruggere la vostra libertà, la vostra generosità, la vostra intelligenza, io sono qui, pronto a lottare con voi, pronto a riprendere il cammino insieme, perché voi siete parte di me, e io di voi. Ciao.
A cura di Luigi De Rosa