In Portogallo si commemora la Rivoluzione dei Garofani, il colpo di stato incruento che nel 1974 mise fine al regime dell’Estado Novo, durato quasi 50 anni. Ripercorreriamo la storia e i retroscena di quel mitico giorno, del quale quest’anno ricorre il 45° anniversario.
Salazar e l’Estado Novo
Nel maggio 1926 un golpe condotto dal generale Carmona mette fine alla giovane Repubblica, instaurando in Portogallo una dittatura militare. Il Paese versa in una devastante crisi economica. L’economista Antonio de OliveiraSalazarè nominato Ministro delle Finanze con pieni poteri nel 1928. In appena un anno, applicando una politica di rigido contenimento della spesa, riesce non solo a riportare in pareggio il bilancio, ma addirittura in attivo. Un successo che gli spalanca le porte della Presidenza del Consiglio.
28 aprile 1941, manifestazione in onore di Salazar in Piazza del Commercio a Lisbona
Nel 1932 Salazar si trasforma nel dittatore che, attraverso il suo Estado Novo, controllerà per 35 anni ogni aspetto della società portoghese. Nel 1968 una trombosi cerebrale, causata da un incidente domestico, lo allontana per sempre dal potere. Viene quasi subito sostituito da Marcelo Caetano, ma fino al giorno della sua morte nel 1970 rimane convinto di essere ancora il Primo Ministro. Pare che nessuno ebbe mai il coraggio di dirgli la verità.
Il Portogallo di Caetano
Nel 1968 quindi, MarceloCaetano, rettore della Facoltà di Giurisprudenza di Lisbona, “eredita” l’Estado Novo di Salazar. Il professore mette in atto una serie di miglioramenti legislativi e sociali che oggi vengono raggruppati sotto il nome di Primavera Marcelista (eliminazione di alcune restrizioni sindacali, apertura agli investitori stranieri, allentamento della censura). Riforme che lasciano ben sperare il popolo su una possibile virata democratica, ma che non producono un vero cambiamento.
Aprile 1969. Marcelo Caetano (1906-1980) nella copertina della revista Século Ilustrado
Edulcorata, dissimulata, la dittatura di fatto continua, esprimendosi soprattutto attraverso l’attività della PIDE (poi DGS). La famigerata polizia politica, istruitadalla Gestapo e dalla CIA, ha come obiettivo lo spionaggio e il controllo dell’intera popolazione, in Portogallo così come nelle colonie. Dall’inizio degli anni ’60 infatti le province africane (Angola, Mozambico, Guinea-Bissau) portano avanti una lotta indipendentista che sta dilapidando le casse dello Stato, a causa dei cospicui invii di truppe per combattere i ribelli.
1964, colonna di soldati portoghesi nella Guerra Coloniale. Fonte: archivio della Fundação Mário Soares
L’esercito, demotivato da una guerra che sembra senza fine, è costretto a combattere in un conflitto unanimemente condannato dall’opinione pubblica internazionale. La crisi economica, l’isolamento politico e l’insoddisfazione generalizzata portano alla nascita dell’organizzazione clandestina del Movimento das Forças Armadas. L’MFA è composto per la maggior parte da militari che partecipano, o hanno partecipato, alla Guerra in Africa. Tra di loro c’è il capitano Salgueiro Maia, che il giorno della Rivoluzione guiderà la colonna di blindati che accerchiando i palazzi del Potere forzeranno la resa di Caetano.
La preparazione del golpe
Il capitano Fernando José Salgueiro Maia (1944 – 1992) fotografato durante la Rivoluzione dei Garofani
Gli obiettivi del Movimento, formalizzati in un manifesto che passa a circolare clandestinamente, sono la decolonizzazione, l’abbattimento della dittatura e la successiva democratizzazione del Portogallo. Nell’agosto 1973 a Bissau, capitale dell’allora Guinea portoghese, si svolge il primo incontro segreto dell’MFA. Un secondo incontro si tiene nel settembre dello stesso anno, stavolta in casa, ad Alcáçovas in Alentejo. Lontano da orecchi e occhi indiscreti i militari si organizzano, tessendo alleanze. Il 24 marzo 1974 ha luogo l’ultimo incontro clandestino dei militari, che di fronte al persevare della politica colonialista di Caetano decidono di abbattere il regime attraverso l’uso della forza. Il golpe viene fissato da lì a un mese, nella notte tra il 24 e il 25 aprile. Come segnale d’inizio delle operazioni viene scelta una bellissima canzone operaia, proibita dalla censura sin dalla sua prima apparizione.
La rivoluzione
Carri blindati delll’MFA nella Rua Augusta a Lisbona. Foto: archivio del Centro de Documentação 25 de Abril
La sera del 24 aprile, tutto è pronto. Nel posto di comando segretamente installato nel quartiere di Pontinha a Lisbona un nutrito gruppo di soldati comandato dal capitano Saraiva de Carvalho attende nervosamente il segnale. Circa 20 minuti dopo la mezzanotte, i responsabili di Rádio Renascença, d’accordo con l’MFA, mandano in onda il brano Grândola vila morena del cantautore e attivista politico José Afonso. “O povo é que mais ordena“: chi si ritrova ad ascoltare senza conoscere i retroscena pensa che qualcuno come minimo perderà il posto di lavoro quella notte. 10 minuti dopo il segnale, la macchina della Rivoluzione è già pienamente in moto in tutto il Portogallo.
Truppe dell’MFA in Piazza del Commercio a Lisbona
All’alba del 25 aprile i militari hanno occupato praticamente tutti gli aeroporti, le sedi ministeriali e gli organi di comunicazione, e arrestato gran parte degli ufficiali ancora fedeli al Regime, senza incontrare grossa resistenza. Il capitano Maia, di stanza a Piazza del Commercio con i suoi carri armati, assiste all’arrivo delle truppe del governo solo per vederle unirsi a lui. Marcelo Caetano nel frattempo si è rifugiato all’interno del quartier generale della Guarda Nacional Republicana in Largo do Carmo.
Concentrazione popolare in Rua do Carmo a Lisbona. Foto: Estúdio Mário Novais
Nonostante l’invito ai civili a rimanere a casa, cittadini di ogni sesso, età ed estrazione sociale riempiono le strade della capitale già dalle prime ore del mattino per unirsi ai loro liberatori: il golpe si strasforma in una vera e propria Rivoluzione. Le donne offrono da bere ai soldati; studenti e lavoratori manifestano contro il regime; nelle piazze si seguono gli eventi minuto per minuto. Intorno a mezzogiorno, l’MFA annuncia di aver preso il controllo totale del Paese. Alla fine dell’operazione si contano appena 4 vittime, di manifestanti uccisi dalla polizia.
I fiori della libertà
L’esplosione di gioia che segue l’annuncio della liberazione è incontenibile. Una dittatura che sembrava eterna si è vaporizzata nello spazio di poche ore senza nessun spargimento di sangue. In questo clima di commozione e festa, avviene il gesto che darà il nome alla Rivoluzione: una fioraia nel mezzo della folla comincia ad offrire garofani ai soldati. I fiori vengono infilati nelle canne dei fucili, diventando il simbolo della riacquistata libertà. Quella stessa sera, Marcelo Caetano si arrende e si consegna nelle mani dell’MFA.
Il popolo in festa “abbraccia” i militari
Alle 23:30 il generale António de Spínola approva la legge numero 1 del 25 aprile 1974: destituzione del Partito Unico (ANP), del Presidente della Repubblica e del Primo Ministro, scioglimento della polizia e del Parlamento, e passaggio dei poteri alla Giunta di Salvezza Nazionale composta da membri dell’MFA. Nei giorni immediatamente successivi vengono liberati tutti i prigionieri politici, mentre il Ponte Salazar di Lisbona, orgoglio del regime, diventa il Ponte 25 de abril. La festa del lavoro viene celebrata per la prima volta dopo 48 anni il 1º maggio 1974. A Lisbona il corteo è composto da circa un milione di persone.
1° maggio 1974 a Lisbona. La festa del Lavoro era propibita dal 1926. Foto apparsa nel giornale O Século
La transizione verso la democrazia non fu affatto semplice, ma alla fine i militari mantennero tutte le loro promesse. La Guerra finì ufficialmente nel corso del 1975, col riconosrimento dell’indipendenza a tutte le colonie. Le prime elezioni per l’Assemblea della Repubblica, vinte dai socialisti, si tennero il 25 aprile 1976. Due anni esatti dopo la Rivoluzione il potere passò dai militari ai rappresentanti del popolo democraticamente eletti.