Milano. Ospedale “San Raffaele”. Il Coronavirus uccide il critico d’arte Germano Celant.

29 aprile 2020 | 21:51
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Milano. Ospedale “San Raffaele”. Il Coronavirus uccide il critico d’arte Germano Celant.

Articolo di Maurizio Vitiello – Colpito dal Coronavirus, scompare Germano Celant, grande critico d’arte e serio curatore.

Germano Celant lanciò l’“Arte Povera” e fece conoscere in Italia la “Conceptual Art” americana.
Conosciuto nel mondo, lascia un vuoto.

E’ morto a 80anni uno dei maggiori storici dell’arte contemporanea italiana.
Nacque a Genova nel 1940.
Era, da tempo, all’Ospedale “San Raffaele” di Milano, ricoverato tra i contagiati dal Covid-19.
Nel 1967 aveva coniato la definizione di “Arte Povera” per designare un gruppo di artisti italiani la cui opera era caratterizzata dall’uso di materiale di recupero.
Erano Alighieri Boetti, Luciano Fabio, Janis Kounellis, Giulio Paolini, Pino Pascali ed Emilio Prini, esposti nella prima mostra alla Galleria “La Bertesca” di Genova, tutti destinati a riscuotere un grande successo a livello internazionale.
Germano Celant, noto per essere il fondatore dell’”Arte Povera”, movimento artistico che corroborava la riappropriazione del rapporto Uomo-Natura, sull’immanenza, sull’importanza del gesto artistico, riuscì con questa frontiera artistica a opporsi a un’arte consumista.
Alla fine degli anni Sessanta aveva animato, incanalato e guidato il movimento dell’“Arte Povera”, diventato un rilevante fenomeno artistico in Italia nella seconda metà del Novecento.
Ha lavorato con gli artisti americani, diventando uno dei maggiori esperti della scena californiana, attiva e prolifica.
Negli anni Novanta cavalcava l’onda del successo critico ed era tra i più noti e stimati curatori del mondo; fu, anche, nominato direttore della 47^ edizione de “La Biennale di Venezia”.
Attualmente, era lo stimatissimo curatore della “Fondazione Prada” e della “Fondazione Emilio Vedova”.
Nel 2015, aveva, saggiamente, collaborato con Expo per l’area Food in Art.
Altre importanti rassegne furono da lui realizzate al Centre “Georges Pompidou”, a Londra e a Venezia, al Palazzo Grassi.
Ha curato la retrospettiva di Jannis Kounellis a Venezia e quella su Vedova a Palazzo Reale a Milano.
Ha scritto per oltre cinquanta pubblicazioni, tra cataloghi, approfondimenti sul lavoro di singoli artisti o interessanti, preziosi e calibrati scritti teorici come Conceptual Art, Arte Povera, Land Art del 1970 e etc. … .
Diventò senior curator al Guggenheim, dove, nel 1994, realizzò “Italian Metamorphosis 1943-1968”, nel tentativo di avvicinare l’arte italiana alla cultura americana; proprio in quell’occasione lo sentii al telefono e mi colpì la sua voglia di allacciare migliori rapporti tra Europa e America.
Certamente, senza di lui gli artisti dell’”Arte Povera” non sarebbero emersi e non sarebbero stati conosciuti a livello internazionale e, forse, non sarebbero mai esistiti.
Era atteso per il 1° aprile a Peschici, sul Gargano, per ritirare il riconoscimento «Le donne nell’arte» per il suo contributo svolto in nome di Prada ….

Maurizio Vitiello