Piano di Sorrento. Il messaggio della Congrega dei Luigini dell’Oratorio di San Nicola: “Che siano benedette queste lacrime che piangeremo il Martedì Santo!”

5 aprile 2020 | 16:37
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Piano di Sorrento. Il messaggio della Congrega dei Luigini dell’Oratorio di San Nicola: “Che siano benedette queste lacrime che piangeremo il Martedì Santo!”

Piano di Sorrento. Anche la processione del Martedì Santo della Congrega dei Luigini dello storico Oratorio di San Nicola quest’anno non attraverserà le strade del nostro paese in questa Settimana Santa ai tempi del Coronavirus. Riportiamo il messaggio del Priore Biagio Verdicchio.

«Osservo da giorni questa foto, uno dei tanti scatti che raccontano il Martedì Santo del nostro sodalizio. Si tratta di un momento di estrema dolcezza tra una mamma e il proprio bambino: un abbraccio e un bacio.
Un gesto semplice, un gesto comune a tutte le mamme con i propri figli, un gesto ancor più intenso se inquadrato tra vesti bianche, lanterne e croci illuminate soltanto dalla calda luce delle fiaccole.
Un gesto che da oltre un mese, ci viene però negato: “niente baci, né abbracci” ci hanno detto! Hanno usato il termine “distanziamento sociale”, così freddo e triste da aver spezzato in un attimo relazioni, affetti, rapporti, vita quotidiana.
Il terribile virus ha colpito quando la Quaresima ha fatto capolino anche nella vita del nostro sodalizio: il Mercoledì delle Ceneri è quello in cui tutti noi confratelli ci auguriamo “buon cammino!”. Sono i giorni in cui si dà inizio alle prove del Coro dell’Inno alla Croce di Don Angelo Castellano (un abbraccio immenso alle nostre coriste e al Maestro Masi), i giorni in cui si tirano fuori dagli stipi e dagli armadi vesti e mantelle, e si fa la conta di ciò che occorre (e qui il pensiero va ai nostri cerimonieri, alle nostre signore armate di forbici, ago, filo e ferro da stiro e a quanti, giovani e meno giovani, uomini e donne, nel silenzio e nella gratuità aiutano da sempre il nostro oratorio).
Che cosa ci dice come confratelli questa prova? Questa prova è arrivata quando da sempre il Tempo della Quaresima ci invita a riscoprirci fragili. Questo non significa cadere nello sconforto della sofferenza e della rassegnazione. Come cristiani riscoprirsi fragili significa riconoscerci figli, bisognosi dell’aiuto del Padre. Siamo fragili ma in buone mani. Dio non ci abbandona e noi siamo chiamati a fidarci di lui. Si legge nella seconda Lettera ai Corinzi: “Mi compiaccio nelle mie debolezze, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte”.
In questo tempo sospeso l’invito a questa “distanza di sicurezza” spero ci abbia spinto a trovare momenti di solitudine, di silenzio e di preghiera. Noi figli del caos e della massa, spesso in cerca di folla, di rumore e di confusione, chiamati tutto d’un tratto alla preghiera e alla compagnia di Dio. E non dimenticando che nella preghiera i cristiani sono uniti, sono uno. Non siamo separati, ma siamo un solo popolo.
Stiamo vivendo come cristiani questo tempo difficile anche in modo non egoistico. Il pensiero va ad alcuni dei nostri giovani e ragazzi, confratelli e alunni dell’Oratorio, che – attraverso la Protezione Civile e le associazioni del territorio deputate – stanno trasformando questo tempo in un tempo “attivo”: fare la spesa o comprare delle medicine agli anziani soli che non possono uscire. Aiutare chi deve tenere i bambini a casa. Gesti di generosità per chi è in difficoltà economiche a causa del blocco di molte attività commerciali e produttive.
Questo tempo ci ha visto piangere la scomparsa, tra tanti nostri connazionali, di alcuni amici, e di chi proprio a San Nicola ha speso il suo tempo a servizio degli altri in pieno spirito di fratellanza. Penso a Luigi, nostro confratello. E che siano allora benedette queste lacrime che piangeremo il Martedì Santo! Anche senza indossare il saio bianco e il medaglione con le immagini della Beata Immacolata e i Santi Nicola e Luigi e senza aver attraversato strade e piazze di Piano!

Perché nel momento in cui si sperimenta la propria debolezza e fragilità, lì si manifesta la potenza e l’amore di Dio, che non abbandona, non lascia soli, ma diventa sostegno e forza.
E allora riguardo questa foto e penso a quanto – dopo questo Martedì Santo “della prova” 7 aprile 2020 – sarà più bello abbracciarci e baciarci. Vorrà dire che saremo stati riconosciuti nella fragilità di una fede che ha saputo amare anche e soprattutto nelle difficoltà. Vorrà dire che l’appuntamento di Martedì Santo 30 marzo 2021 è già lì che ci aspetta tutti…
Il Priore»