Positanonews TG. Padre Enzo Fortunato: “Ciò che stiamo vivendo è l’opportunità di sapere che abbiamo bisogno degli altri”

27 aprile 2020 | 17:29
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Positanonews TG. Padre Enzo Fortunato: “Ciò che stiamo vivendo è l’opportunità di sapere che abbiamo bisogno degli altri”

Positanonews TG. Positanonews TG. Padre Enzo Fortunato: “Ciò che stiamo vivendo è l’opportunità di sapere che abbiamo bisogno degli altri”

Padre Enzo Fortunato, cononsciuto in maniera internazionale, in questo momento direttore della sala stampa di Assisi, docente di teologia e di psicologia, ci ha detto: “E’ evidente che i canoni e le prospettive saranno e sono stravolte completamente, dalla sofferenza che tutto questo sta portando a ciascuno di noi, dal modo di vivere che dovremo affrontare, con mascherina e distanze, e con una paura profonda che ci accompagnerà e che forse bisognerà cercare di guardare negli occhi con sempre maggiore consapevolezza, quella di essere contagiati e di morire, fin quando non si troverà un vaccino. Ma non entro nel merito scientifico, per quello aspettiamo gli esperti. Detto questo, credo che questo momento ci ha dato una grande opportunità, pur nella sua tragedia, cioè di prendere coscienza della nostra precarietà, della nostra fragilità. Fino ad adesso noi abbiamo corso pensandoci i dominatori, quasi onnipotenti sulle cose, se qualcuno metteva in crisi i nsotri pensieri non ci importava, pensando di essere noi coloro che tracciavano la linea. Ciò che stiamo vivendo ha cambiato la prospettiva mettendo al centro la nostra fragilità. Credo che il dopo che ci attende è l’opportunità di sapere che abbiamo bisogno degli altri. Stamattina leggevo di alcune riflessioni e una mia ha colpito in modo particolare. Diceva La solidarietà ci salverà“.

“Io porto con me due compagnie interiori. La prima è quella di Madre Teresa di Calcutta, alla quale da un giornalista fu chiesto durante un’intervista “Davvero pensa di sconfiggere la povertà? Di portare giustizia? Che le cose possano cambiare?”. E lei rispose con un sorriso mite: “No, penso un’altra cosa. Che il mare è composto da tanta acqua, fatta da tante gocce. Ognuno metta la sua goccia e le cose inizieranno a cambiare”. Io vorrei mettere la mia goccia ed invito chi ci ascolta a farlo ed è questa la prospettiva che poi è anche evangelica del lievito che fermenta la massa. La perfezione non fa parte del nostro modo di andare avanti, però è un traguardo raggiungibile, ci avviamo tutti verso quel traguardo. Ecco perché io invito sempre le persone a non rispondere mai all’aggressività, per non alimentare i cicli viziosi ma dare delle risposte alternative. E allora credo che le cose possano cambiare.

L’altro compagno di viaggio, invece, è un’altra consapevolezza e qui c’è San Francesco che mi accompagna. Nel senso che abbiamo bisogno di uno sguardo positivo sulla vita. Altrimenti ci avvitiamo su noi stessi e non ne usciamo. A San Francesco fu posta una domanda bellissima, molto forte e in un certo senso anche provocatoria. “Ma per te chi è il frate migliore?”. E lui dà una risposta bellissima, dice: “Fra Leone perché sa scrivere, Fra Innocenzo perché sa pregare, San Masseo perché è di bell’aspetto”, ognuno contiene un aspetto positivo. E questo è l’aspetto che siamo chiamati a coltivare. Credo che questo sguardo fa parte del pullulare di diversità che il mondo ha e che diventa ricchezza per tutti e non invece ostacolo. Se guardiamo così il mondo, io credo che anche la costiera, con i suoi molteplici comuni, può affrontare il futuro con questa prospettiva che è arricchente per tutti e non penalizzante per altri o per alcuni. E credo che questo significa mettere insieme le forze. Non solo a livello religioso ma anche sociale, imprenditoriale e, perché no, anche politico”.