Il salernitano Giovanni Martini: da Garibaldi a Custer

Si può nascere trovatelli e divenire testimoni di grandi eventi al fianco di famosi personaggi. Giovanni Martini (anglicizzato in John Martin) nacque a Sala Consilina nel salernitano nel 1852. Una lunga polemica è terminata quando si è arrivati al certificato di battesimo che ne attesta la nascita a Sala Consilina solo pochi anni fa. Martini appena quattordicenne nel 1866 si arruola nel corpo volontario Trentino come tamburino al fianco di Garibaldi. Martini aveva la passione per la musica ed apprese anche a suonare la tromba e divenne trombettiere dell’eroe dei due mondi. Partecipò come trombettiere nell’epica battaglia di Mentana. I ruoli di tamburino e di trombettiere erano fondamentali a quei tempi. Gli ordini venivano comunicati proprio con questi due strumenti. Non si hanno notizie certe su Martini dopo Mentana. Forse deluso da Garibaldi, forse espulso per dissidi, il giovane trombettiere lasciò il corpo volontari. È certa la data di emigrazione di Martini a New York nel 1874 dove gli fu anglicizzato il nome in John Martin. Essendo esperto di trombe e battaglie fu subito arruolato nel 7* cavalleria e divenne non solo il primo trombettiere del reggimento, ma addirittura entrò nelle simpatie del comandante supremo del 7* cavalleria: il Generale George Armstrong Custer, tanto da essere considerato il suo soldato di fiducia. Nelle note dell’archivio dell’esercito USA si legge chiaramente che si trattava di un soldato corretto, disciplinato e volenteroso, alto 1.68 m. con capelli neri ed occhi castani. Custer spavaldamente sfidò i nativi d’America e si accorse solo in un secondo momento che il numero dei suoi effettivi era decisamente minore di quello degli indiani Sioux e Cheyenne di Toro Seduto e Cavallo Pazzo. Era il 1876 e Custer aveva assolutamente bisogno di rinforzi, il suo messaggero però era gravemente malato e non in grado di potersi recare a portare il messaggio al colonnello sottoposto di Custer. Il generale, senza pensarci due volte, affidò l’incarico al fedele Martini e così facendo salvò la vita al trombettiere. Per essere sicuro che il messaggio arrivasse correttamente Custer lo scrisse su di un grande pezzo di carta e lo affidò a Martini, che abilmente evitò le sentinelle indiane e riuscì ad arrivare a destinazione. L’impresa di Martini risultò vana poichè sfruttando la superiorità numerica e la migliore posizione tattica i Sioux ed i Cheyenne ebbero la meglio su Custer e non lasciarono nessun nemico vivo sul campo. Quindi Martini divenne l’unico sopravvissuto a Little Big Horn. Tra l’altro in quello scontro morirono sicuramente 12 italiani (e forse anche qualcuno in più) tra di essi il napoletano Francesco Lombardi.
Dopo la catastrofe di Little Big Horn il trombettiere si sposò con l’irlandese Julia Higgins, dalla quale ricevette 8 figli, il primo dei quali fu chiamato George in onore di Custer. Ma la vita di Martini continuò freneticamente a riservargli sorprese, divenuto anche un pò famoso come unico sopravvissuto a Little Big Horn, promosso sergente fu inviato nel 1898 a Cuba durante la guerra ispano-americana. Paradossalmente non si hanno certezze storiografiche su Martini a Cuba, ma si suppone che il suo ruolo di trombettiere lo svolse agli ordini di altri due famosi ufficiali: il generale Pershing ed il colonnello Theodore Roosvelt; quest’ultimo sarebbe divenuto da lì a poco presidente degli Stati Uniti.
Il mitico trombettiere dei grandi si congedò dall’esercito nel 1904, quindi aprì una pasticceria e poi lavorò come bigliettaio alla metropolitana di New York. Dopo essere scampato a tanti nemici ed a tante battaglie Martini morirà investito da un camion nel 1922 a New York. David Riondino fu tra i primi a rendere nota la storia di Martini restata a lungo nei cassetti dell’oblio. E le ricerche del valente giornalista cilentano Mastandrea chiarirono solo qualche anno fa il vero luogo e la data di nascita del trovatello di Sala Consilina .
Una storia del genere meriterebbe un museo a Sala Consilina. Cosa fu capace di fare questo soldato! Incredibile! E probabilmente senza mai aver sparato un colpo di fucile, ma sicuramente suonando innumerevoli volte la sua tromba.