O si cambia o si muore, mai più carne di animali selvatici a tavola!
Ci hanno condannato alla clausura e a vivere con mascherine e guanti, eppure la Cina riapre i mercati umidi. Un’indagine della testata inglese “Daily Mail” ha mostrato foto che non lasciano adito a dubbi, il loro corrispondente dal paese asiatico, dice di aver visto migliaia di clienti che affollavano il mercato di Guilin, nel sud ovest della Cina. Nel mercato cani, gatti, conigli, anatre, ma anche serpenti, pangolini e pipistrelli venivano scuoiati vivi sul pavimento coperto di sangue e sporcizia. Non dimentichiamo che tra le ipotesi di come il coronavirus si sia sviluppato c’è anche il consumo di carne di pangolino. Durante il picco della pandemia, infatti, il consumo di quest’animale era stato dichiarato illegale. Iniziato a Wuhan, il Covid-19 aveva posto numerose restrizioni, ma con il lento ritorno alla normalità sembra che la situazione a livello igienico e di abitudini alimentari non sia cambiata. In un altro mercato a Dongguan, nel sud della Cina, un altro corrispondente del giornale britannico, ha raccontato le stesse scene. Il Wwf ha lanciato una campagna affinché i wet-market asiatici vengano chiusi, tra questi il famigerato mercato del pesce di Wuhan (nella foto di copertina) dove tutto ha avuto inizio. Il commercio di animali selvatici è la seconda più grande minaccia diretta alla ricchezza della vita, la prima è la distruzione degli habitat degli animali. La Sars arrivò agli umani con lo zibetto di palma, la Mers con i cammelli, Ebola con gorilla e scimpanzé, Nipah attraverso i maiali, Hendra via cavalli e Marburg attraverso le scimmie verdi africane. I pipistrelli sono i principali serbatoi di virus che esistono in natura, essi hanno un super sistema immunitario al contrario di noi sapiens, il cosiddetto spillover tra noi e loro è avvenuto attraverso il pangolino, in sostanza il ponte che ha permesso al virus 2019-nCoV di entrare nei nostri polmoni. Ci rendiamo conto che proibire a noi europei di consumare la selvaggina che da secoli fa parte della nostra cultura gastronomica fomenterebbe proteste come quando si cerca di proibire la caccia ma la pandemia di oggi insegna a tutti noi che il prezzo da pagare in termini di vite umane è altissimo se non si prenderanno drastiche decisioni in merito. Bisogna cambiare abitudini alimentari, e se noi occidentali oggi conviviamo con mascherine e la paura di morire senz’aria e senza nessuno che ci pianga, gli orientali potrebbero, anzi devono fare un passo indietro e smetterla di mangiare la carne di animali selvatici!
Di Luigi De Rosa