Costa d’Amalfi, “Breath”: una lettera sulla Terra indirizzata all’Uomo – VIDEO

10 maggio 2020 | 20:34
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I proventi delle visualizzazioni del video Made in Costa d’Amalfi saranno devoluti a “Medici senza frontiere”

“Il respiro è fine, l’ultimo momento di condivisione, con questo mondo che ci circonda. L’ultimo istante di molteplicità, che si trasforma in singolarità, e poi in chissà”. “Breath” come respiro, la lettera sulla Terra scritta per l’Uomo, un bellissimo video tutto Made in Costa d’Amalfi, che condensa in quattro minuti tutte le bellezze del nostro territorio, combinate in uno spot emozionante. Immagini, parole, musica per sconfiggere la paura, per ritonare a vivere con speranza, tornare e sognare e riprenderci la vita con una maggior consapevolezza di voler difendere e tutelare il nostro unico pianeta Terra.

Un progetto ideato da Andrew Gallucci e il giornalista Mario Amodio, scritto con Ario Avecone, che è anche la voce narrante del video, che ha come colonna sonora un suo riarrangiamento con chitarra elettrica di un brano tratto dallo spettacolo Amalfi 839AD. Il video è stato reso possibile grazie ai preziosi contributi video e fotografici di Andrea Ferraioli, Luigi Ercolino, Giovanni De Rosa, Michele Abbagnara e Angelo Anastasio. “Il risultato è un piccolo corto che spero possa emozionare e far pensare – spiega Avecone – in questa coda dell’era Covid-19″. Ario Avecone chiede un iscrizione gratuita al canale YouTube WorkinMusical Official e la condivisione sui social del video, realizzato con sottotitoli in italiano e inglese. Tutti gli utili derivanti dalle visualizzazioni del corto saranno destinati all’associazione Medici Senza Frontiere, in prima linea anche in questa emergenza coronavirus.

Ecco il testo integrale dell’emozionante lettera di “Breath” (Respiro):

“Di tutto questo caos abbiamo apprezzato il silenzio. Ovunque. Questo silenzio ci ha insegnato a riconoscere il respiro. Il respiro è vita, che nasce e apre i nostri occhi a tutta questa infinita bellezza che ci circonda per anni ed anni, finché quasi non la incontriamo più, assuefatti e pigri, annoiati e stanchi, soffocati da esistenze necessarie e non scelte. Il respiro è fine, l’ultimo momento di condivisione, con questo mondo che ci circonda. L’ultimo istante di molteplicità, che si trasforma in singolarità, e poi in chissà.
In questi luoghi accettare un clima surreale di mancanze, è come combattere contro il tempo, scandito dai rintocchi delle campane dei paesi che, ignare di tutto, giocano ancora a chiamarsi, l’una con l’altra.
Un tempo immobile dove scopriamo che i delfini ancora nuotano e saltano nel mare cristallino. Dove il cinguettio degli uccelli è in perfetta armonia con il rumore delle acque, che si irradiano sincere mosse dalle sagge mani del vento e della pioggia.
Ma quant’è bello questo pianeta. Un pianeta liberato dall’uomo, quella maledetta specie che sfrutta le risorse, incurante degli altri ospiti e dell’ambiente. Ci moltiplichiamo. Ci arricchiamo. Proprio come un virus.
Ma cosa sarebbe questo pianeta senza le cattedrali, il Colosseo, la pittura, la scienza, la medicina? Cosa sarebbe senza i libri, la matematica, il progresso? Cosa sarebbe senza la cucina, la musica, il cinema, il teatro?
Noi non siamo il virus. Siamo l’elemento alieno a questa roccia galleggiante nel vuoto cosmico. Siamo ciò che rende immensa la Terra. Unici e soli capaci di astrarre, immaginare. E creare. Noi siamo i guardiani di un mondo bellissimo, ma che non è nostro, ci è stato solo prestato. Per difenderlo.
Per tutto questo e per tutto ciò che siamo. Anime inutili che girano vorticosamente nel nulla di una dimensione ancor più inutile. Esseri forse talmente inutili, da avere proprio per questo un senso. Riprendiamoci l’unica cosa che valga davvero. Riprendiamoci la vita. Condividiamo la Terra. Ritroviamo l’essenza. Impariamo a respirare.”