Italia/Germania! Perché tanta diffidenza? di Giuseppe Civale
Mi sono spesso chiesto il motivo per cui l’opinione pubblica italiana è attraversata da forti impulsi antitedeschi, che talora sfociano addirittura in una malcelata antipatia. Molti individuano nella Germania di Angela Merkel la principale responsabile delle politiche di austerità economiche imposte all’Italia dall’Unione Europea, secondo cui l’acquisto dei bonds sarebbe un invito ad indebitarsi maggiormente e la mutualizzazione del debito sarebbe oltremodo rischiosa per i Paesi più “virtuosi”. Di promesse se ne fanno tante, ma ormai in Europa si è creato un clima di diffidenza verso l’Italia parolaia, va crescendo da parte dei Paesi che concedono crediti il timore che i soldi possano finire in mani poco pulite, perciò la UE insiste nel voler determinare preventivamente tempi e modi, ossia l’utilizzo deve riguardare unicamente i debiti attribuibili al contagio pandemico. Allo scopo la EU starebbe anche pensando ad una gestione controllata dei contributi con un sistema di “sorveglianza rafforzata”.
Invece di chiedere soldi saremmo più credibili se dichiarassimo che dopo questa bufera cercheremo di contenere il debito con iniziative concrete ed efficaci. A questo punto anche gli olandesi, i tedeschi, gli austriaci, i danesi sarebbero d’accordo a concederci ogni cosa. (La scarsa disponibilità di spazio non mi consente di fornire un elenco dettagliato delle misure consigliate ……….. sarà per un’altra volta!). Passiamo adesso al rapporto complesso ed ambivalente tra Germania e Italia, un mix ibrido di attrazione e repulsione. Sicuramente non mancano nemmeno in Germania stereotipi sulla scarsa affidabilità, sulla furbizia e sul pressapochismo italiano, come pure per gli italiani i tedeschi sarebbero arroganti, presuntuosi e testardi. Cosa dire? Alla Germania distrutta bastarono solo pochi anni per risorgere dalle ceneri di una guerra scellerata. Ai primi degli anni ’60 turisti tedeschi già calavano a frotte alla guida delle proprie VW, festosi e giulivi, affollando le spiagge di Cattolica, Cesenatico e Riccione. A rotte invertite, invece, i vagoni ferroviari, strapieni di emigranti, siciliani, calabresi, campani, pugliesi, si dirigevano, certamente non in vacanza, verso le miniere del bacino della Ruhr oppure nelle fabbriche VW. Come si fa a non capire la drammaticità di quel momento straziante? Di chi la colpa? Ma che domande! La colpa è stata dei treni che andavano nella direzione sbagliata!! Eppure, credetemi, il dramma non si è affatto concluso, ne stanno facendo le spese da tempo laureati e diplomati! All’infantile tentativo di giustificazione, addotto da numerosi balordi, tipo: “Sí, ma alla Germania sono stati condonati i debiti di guerra ed ha inoltre beneficiato del piano Marshall, altrimenti …….!”, replico come segue. Nel 1945, a conflitto terminato, gli Stati Uniti non vollero commettere lo stesso errore commesso dalla Francia alla fine della Grande Guerra, e fecero l’opposto; il Piano Marshall è stato così un piano di aiuto alle potenze che avevano perso la guerra e a quelle limitrofe. Fu geniale, perché anziché vendicarsi della Germania e probabilmente costringerla di nuovo in una situazione potenzialmente esplosiva, con il rischio di essere assorbita economicamente nell’orbita gravitazionale dell’URSS, gli Usa crearono nell’Europa il principale interlocutore di mercato e politico, proprio nel momento in cui l’Unione Sovietica ascendeva come altra grande potenza mondiale. Fu una delle idee più innovatrici del secolo. Ricordo e concludo che nemmeno l’Italia, pur avendo bene o male partecipato alla guerra (più male che bene!) ha pagato i danni ed è stata inondata di dollari con il piano Marshall. C’è chi ha fatto buon uso dei favori ricevuti e chi no. Noi no!
Giuseppe Civale