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L’aceto salverà gli ulivi?

21 maggio 2020 | 13:42
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L’aceto salverà gli ulivi?

Gli ulivi pugliesi sono alle prese con il fenomeno del disseccamento che prosegue la sua propagazione, dopo aver  messo in ginocchio la produzione pugliese del 2019. Si tratta di un fenomeno non nuovo nella storia dell’agricoltura salentina, che ha registrato epidemie di disseccamento nel corso degli ultimi tre secoli e che in quest’ultima occasione è stato associato al dilagare del batterio Xylella fastidiosa. Dal 2013 disseccamento e xylella, trasferita alle piante dall’insetto vettore Sputacchina, hanno viaggiato nell’intera provincia di Lecce e poi in quelle di Brindisi e Taranto, spostandosi verso nord e ovest alla velocità di circa 2 chilometri al mese. Il 23 ottobre 2019 sono stati segnalati 73 nuovi olivi infetti nelle province di Taranto e soprattutto di Brindisi. Il 4 dicembre è giunta notizia di altri 80 ulivi, di cui 71 in provincia di Brindisi e 9 in quella di Taranto, con un ulteriore avanzamento del batterio verso ovest. L’Oleificio Sociale S.Anna Soc. Coop. è una cooperativa nata negli anni Sessanta su iniziativa di alcuni piccoli produttori olivicoli, che ha sede nel Comune di Vernole (Lecce) e comprende un’areale di circa 1500 ettari con quasi un milione di piante; l’olio viene prodotto e commercializzato dalla cooperativa stessa che lo immette sul mercato locale, regionale e nazionale. Anche la Cooperativa è stata colpita duramente dal disseccamento, perdendo più del 70% delle piante: il fenomeno è veloce in particolare sulle pregiate varietà autoctone della Ogliarola leccese, piante millenarie che hanno visto imperatori come Ottaviano, e della Cellina di Nardo’. Nel 2018 rifacendosi ad alcuni studi che hanno dimostrato l’efficacia dell’acido acetico contro i micobatteri, gruppo che annovera i batteri della tubercolosi e della lebbra, difatti anche la xylella è un micobatterio, il Presidente della Cooperativa Michele Doria, ha deciso di provare il tutto per tutto su una pianta che si trovava in condizioni disastrose. Nel giro di due anni di un trattamento che consiste nella semplice irrorazione della pinta con una soluzione di acqua e aceto, l’ulivo, una cultivar appartenente alla varietà Cellina di Nardò, si è ripresa ed al momento si trova in una fase di fioritura straordinaria. Dati i risultati incoraggianti Michele Doria ha esteso la sperimentazione ad altre piante, ottenendo altri risultati incoraggianti. A rispondere bene è la varietà Cellina di Nardo’ ma anche le varietà Ogliarola, seppur più lentamente e dal basso anziché verso l’alto. È ancora presto per dare a questi risultati una qualsiasi valenza, ma fatto sta che anche altre Cooperative hanno deciso di provare e nel frattempo il metodo ha suscitato l’interesse di alcune realtà scientifiche come il CNR e l’Istituto Forestale di Lecce. Questa esperienza va aggiunta a quella che impone di trattare le piante con metodi eco-compatibili: continue potature, trattamenti al solfato di ferro e alga tonic, disinfestazione a base di calce, concimatura biologica; cura del terreno quindi oltre che delle piante in quanto diversi studi hanno provato essere, quello pugliese, estremamente impoverito di sostanza organica. Salvare le piante in questo modo non è facile: è lungo e costoso, soprattutto in un contesto dove la cultura contadina tradizionale è stata soppiantata dall’agro industria che punta alla quantità e che nel suo non farsi scrupolo dell’impiego massiccio di pesticidi che uccidono anche gli insetti impollinatori, si dimostra ben poco lungimirante. Ieri abbiamo celebrato con una giornata mondiale le api, speriamo di celebrare i nostri ulivi ma questo accadrà solo se ci saranno sempre più imprenditori come Michele Doria che credono nella qualità del prodotto, nella olivicoltura tradizione e nel rispetto dell’ambiente.
a cura di Luigi De Rosa

(foto tratta dal web)