Lavoratori stagionali e le criticità del Decreto Rilancio
Molti sono ancora i cavilli che come nel Decreto Cura Italia, in modo irragionevole ,contribuiscono ad escludere tanti lavoratori dai sussidi varati ultimamente dal Governo.Tra i quali gli stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali. Dopo una attenta lettura del nuovo provvedimento, avanzate varie proposte per migliorare quella che appare tuttavia, per tante famiglie, ancora una critica situazione, tra cui: riconoscimento dei lavoratori attraverso le effettive modalità di lavoro che da anni li contraddistinguono e non facendo riferimento a fuorvianti e poco attendibili codici; ingiusto che lavoratori con una comprovata storia stagionale alle spalle si vedano esclusi dai sussidi a causa di contratti successivi di tipo non stagionale, spesso di durata brevissima; possibilità di usufruire del prolungamento Naspi. Di seguito l’intervento dell’ Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali su quelle che, nello specifico, sono state definite le criticità del Decreto Rilancio. (s.c.)
Il Decreto Rilancio rappresenta per noi Lavoratori Stagionali in un primo momento esclusi da ogni considerazione, una prima ma purtroppo parziale vittoria. Le criticità che lo stesso reca sono svariate, poiché ancora una volta lasciano fuori molti lavoratori. Troppi sono stati i cavilli su cui si è fondata la logica dell’erogazione dei bonus previsti dal Decreto Cura Italia, determinando l’esclusione di tanti lavoratori che per motivi varie talvolta palesemente irrilevanti si sono visti rifiutare le proprie richieste di sussidio. Oggi, il Decreto Rilancio ripropone le stesse inaccettabili dinamiche verificatesi nel caso del Decreto Cura Italia, evidenziando ancora una volta le fragilità delle misure concepite e delle logiche di interpretazione che ne fa l’Inps. Anche questa volta, saranno tagliati fuori migliaia di lavoratori ad oggi invisibili che non possono più aspettare che Governo e Inps si ravvedano dei propri errori! Alla luce di queste considerazioni, chiediamo che:
I lavoratori stagionali siano riconosciuti attraverso le effettive modalità di lavoro che da anni li contraddistinguono, prescindendo da riferimenti a codici ateco, uniemens e unilav, che in troppi casi si sono rivelati palesemente fuorvianti, iniqui e poco attendibili. Riteniamo inaccettabile che, ad oggi, la soluzione a tali ambiguità debba essere la richiesta ai consulenti del lavoro affinché apportino modifiche ai suddetti codici;
I lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali che hanno cessato involontariamente il rapporto di lavoro nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 e che abbiano svolto la prestazione lavorativa per almeno trenta giornate nel medesimo periodo, siano valutati per i requisiti effettivamente dettati dal decreto e non per valutazione esclusi vada parte dell’Inps dell’ultimo contratto di lavoro. Riteniamo ingiusto che lavoratori con una comprovata storia stagionale alle spalle si vedano esclusi dai sussidi a causa di contratti successivi di tipo non stagionale, spesso di durata brevissima;
Che si estenda l’intervallo temporale entro cui i lavoratori dipendenti stagionali appartenenti a settori diversi da quelli del turismo e degli stabilimenti termali debbano aver cessato il proprio rapporto di lavoro, in quanto il limite di tempo compreso tra 1°gennaio 2019 e il 31 gennaio 2020 lascia fuori tantissimi lavoratori che hanno successivamente prestato servizio per periodi brevi;
Che sia garantita la possibilità di usufruire dell’allungamento Naspi, ad oggi vincolata al termine di fruizione compreso tra 1° marzo 2020 e 30 aprile 2020,anche ai lavoratori per i quali questo termine risalga a prima di marzo e ai tantissimi altri che vedranno la propria Naspi scadere a breve e per i quali non seguirà la firma del consueto contratto di lavoro. Urge un coordinamento efficace tra Governo e Inps affinché non si lasci più spazio a letture limitative del Decreto Rilancio. E’ necessaria una riformulazione dei punti evidenziati affinché si superino le difficoltà causate da cavilli, codici, errori dei datori di lavoro, consulenti del lavoro e limiti temporali. Auspichiamo che il Governo dimostri una volta per tutte e con i fatti di voler tutelare indistintamente tutti i lavoratori in difficoltà. – 21 maggio 2020