E’ morto Monsignor Felice Cece. Diocesi a lutto

Si è spento a questa vita per tornare alla vera casa Monsignor Felice Cece arcivescovo  emerito della Diocesi Stabia Sorrento. E’ stato il LXXXIII vescovo di Sorrento , secondo vescovo della diocesi accorpata Stabia-Sorrento, succeduto a Monsignor Zama. Nato il 26 marzo 1936 a Cimitile, come si evince dalla stilizzazione nello stemma arcivescovile. Certamente va ricordato per aver saputo far accettare l’unione delle due diocesi agli stabiesi e ai sorrentini, promulgò la sistemazione delle parrocchie con il solido, ma riscontro solo un parziale successo.

Dal volume di Pasquale Ferraiuolo , la chiesa sorrentine e i suoi pastori, ne traiamo la biografia.
FELICE CECE
ll 12 luglio 1988 la Santa Sede nominò Amministratore Apostolico dell’Archidiocesi Sorrento-Castellammare mons . Felice Cece, vescovo di Teano e Calvi e segretario della Conferenza Episcopale campana. Quando fu elevato alla dignità episcopale , don Adolfo L’Arco così scrisse sul giornale della diocesi di ola: “La Grazia gli ha plasmato un volto tale, che basta guardarlo per sentire il bisogno di confidarsi con lui. .. Mons. Cece possiede in sommo grado l’arte di farsi gli amici; entra in punta di piedi e diventa il re dei cuori. Egli riesce simpatico per la sua disponibilità a donare il meglio di sé”. Credo che don L’Arco abbia , con poche parole , colto nel segno.
Venendo tra noi mons . Felice Cece ha dovuto affrontare un ‘intricata e difficile situazione creatasi in seguito alla forzata fusione di due diocesi così ricche di storia , cultura e fede, ma con situazioni e problemi diametralmente opposti . Giunto quasi in sordina, ha saputo in breve tempo immedesimarsi nella nostra realtà , inducendo alla moderazione e impedendo le “crociate” di quanti , a ragione o a torto , si sono sentiti danneggiati o esautorati dalle nuove direttive vaticane , facendosi promotori di azioni a volte discutibili nel
contestare la nuova realtà diocesana . Mons. Cece ha saputo comporre quasi tutti i conflitti , eliminando , per quanto gli è stato possibile, ogni motivo d’attrito , coadiuvato in questo anche dalla pronta e filiale adesione del clero sorrentino. La nomina , da tutti attesa, è avvenuta l’otto di febbraio 1989 , giorno delle Sacre Ceneri, quando è stata resa nota la bolla inviata da papa Giovanni Paolo II che contiene queste parole: ” … in forza della nostra potestà Apostolica, Ti nominiamo Arcivescovo e Padre della Chiesa di SorrentoCastellammare e a pieno titolo Ti poniamo a capo di essa con tutti i doveri pastorali”. La bolla prosegue esortando il clero e il popolo a seguire il nuovo pastore “docilmente come padre, maestro e guida” ed onorarlo col dovuto affetto filiale. Mons. Felice Cece è nato a Cimitile il 26 marzo 1936 da Giuseppe e Maria Domenica Pacchiano . Si è preparato al sacerdozio prima nel Seminario Vescovile di ola, poi nel Seminario Regionale di Salerno e infine nel Pontificio Seminario Campano. Ha compiuto gli studi teologici presso la Pontificia Facoltà di Posillipo , e si è laureato in filosofia presso l’Università di Napoli. Fu ordinato sacerdote da mons . Adolfo Binni nella Cattedrale di Nola il 5 luglio 1959. È stato assistente di Azione Cattolica, docente di teologia dogmatica nel  Seminario Regionale di Benevento , poi professore di storia e filosofia nel Liceo Vescovile Parificato di ola , direttore della Scuola Teologica “G. Duns Scoto “, direttore dell’Ufficio Catechistico e Vicario Episcopale . Con le dimissioni , per raggiunti limiti d’età di mons. Guido Matteo Sperandeo dal governo pastorale delle Chiese di Calvi e Teano , Papa Giovanni Paolo II lo ha elevato, il 17 agosto 1984 alla dignità episcopale , destinandolo a tali diocesi. Con una solenne liturgia nella Cattedrale di ola, è stato consacrato il
20 ottobre dello stesso anno dal cardinale Bernardin Gantin , Prefetto della Sacra Congregazione dei Vescovi, assistito da tutti i vesco:vi della Campania. Nel 1987 è stato scelto dai vescovi campani a ricoprire l’alto ufficio di Segretario di tale conferenza , carica che tutt ‘ora svolge con zelo e competenza . Nominato l’8 febbraio 1989 arcivescovo di Sorrento-Castellammare, mons. Cece ha preso possesso di questa archidiocesi, circondato da una gioiosa manifestazione di fede, il giorno 8 aprile , facendo il suo ingresso
solenne a Sorrento. In tale occasione è stato accolto , in piazza Tasso, da tutti i sindaci della diocesi insieme a parlamentari ed autorità civili e militari della Campania. Dopo l’omaggio alla tomba del santo Patrono , un lungo corteo formato da tutte le associazioni laicali diocesane , tra cui spiccavano le confraternite, e da tutti i religiosi ed i sacerdoti di Sorrento e Castellammare, lo accompagnò in
Cattedrale ove, dopo la lettura della bolla papale, seguì la solenne concelebrazione. Quale segno tangibile e vincolo di unità ed amore filiale gli è stato offerto , nella medesima circostanza, un bacolo vescovile d’argento cesellato, nel cui riccio sono raffigurati i santi compatroni Antonino e Catello. A mons. Felice Cece, inviato dalla Provvidenza a reggere la nostra diocesi, auguriamo un lungo e fecondo lavoro apostolico tra noi, certi che la quotidiana testimonianza della sua vita -ed il suo insegnamento siano per tutti luce e
sostegno, affinché ogni battezzato possa vedere in Lui , il Buon Pastore che guida il suo gregge e che per esso “dà la vita”.

dal volume di Franco Gagiulo  Sorrento 1946- 2007

Mons. Felice Cece (1989)
L’Arcivescovo di Sorrento, attualmente in sede, è Mons. Felice Cece, nominato Amministratore Apostolico (nel 1988,
alla morte di Mons. Zama) e poi, un anno dopo, Arcivescovo dell’Archidiocesi Sorrento-Castellammare.
Il nuovo presule proveniva dalla diocesi di Calvi e Teano, assegnatagli come prima sede dopo la consacrazione episcopale
nel 1984; dal 1987 Segretario della Conferenza Episcopale Campana, docente di teologia dommatica e di storia e filosofia,
con grande esperienza pastorale per essere stato Assistente di Azione Cattolica, direttore dell’Ufficio Catechistico e Vicario
Episcopale, “ha dovuto affrontare un’ intricata e difficile situazione creatasi in seguito alla forzata fusione di due diocesi così
ricche di storia, cultura e fede, ma con situazioni e problemi diametralmente opposti”.’ Purtroppo è una situazione che ancora
non è stata completamente risolta, nonostante la buona volontà dell’Arcivescovo e la . . . punizione inferta alla “docile” antica
archidiocesi sorrentina. Sta di fatto che la pretesa stabiese di avere la preminenza, non poteva essere accolta per l ‘antichità della chiesa sorrentina, archidiocesi, con suffraganee le diocesi stabiese, vicana e massese e per un periodo quella di Lettere (quest’ultima
incorporata a quella di Castellammare di Stabia, per effetto del Concordato fra la Santa Sede ed il Regno delle Due Sicilie
del 16 Febbraio 1 8 1 8 , unitamente a quelle di Vico Equense, di Massa Lubrense e di Capri incorporate a Sorrento). Bisogna
ricordare che, nei primi secoli l’ Arcivescovo di Sorrento “ratificava l ‘elezione di questi pastori eletti dalle loro comunità,
li consacrava e li immetteva nel possesso canonico della propria diocesi”‘ e fino al 1694, il Vescovo di Castellammare di Stabia, insieme agli altri vescovi della zona sorrentina, doveva prestare la “obbedienza” all’Arcivescovo Metropolita di
Sorrento nella Cattedrale sorrentina. Mons. Cece ha risolto il problema, mi permetto di ripetere, con la mortificazione della Chiesa sorrentina, che, in spirito di obbedienza, ha accettato le sue decisioni ed il suo organigramma (poteva non accettare?): la sede della nuova diocesi è Sorrento e la Cattedrale è quella dei santi Filippo e Giacomo (non poteva essere altrimenti) e quella di Castellammare di San Catello è “Concattedrale” (tanto vero che quando il Papa, Giovanni Paolo II, decise di trasconere la solennità di San Giuseppe fra gli operai di Castellammare di Stabia – il l 9 Marzo 1992 – “dovette” venire – in elicottero – a Sonento, di passaggio, ricevere presule e clero nella “Cattedrale” della diocesi, e poi “trasferirsi” a Stabia via mare). Ed ancora, la Curia ha sede a Castellammare, dove risiede
l’Arcivescovo e solo il giovedì pomeriggio ed il venerdì mattina uffici e presule sono disponibili a Sorrento. Anche se le celebrazioni
ufficiali si svolgono nella Chiesa Cattedrale a Sorrento! Nel corso di una “Due giorni”, svoltasi nella Sala “Mons. Serena a Sorrento il 27-28 Novembre 199 1 , il Presule sorrentino, presentò le “Linee” del suo episcopato, impostate all’ Ascolto della Parola ed al suo Annuncio ed indicando gli ambiti del!’ evangelizzazione e della catechesi. Il nuovo Arcivescovo, pur fra tante difficoltà di ordine psicologico ed ambientale, con immediatezza rivolse le sue attenzioni attenzioni anche al sociale con due iniziative, con le quali volle,
subito, qualificare il suo episcopato: una veglia di preghiera per la meditazione del messaggio di speranza che Dio rivolge all’umanità nel momento particolare di un’emergenza che mantiene tutti iu uu’ atmosfera tesa per una spaventosa incessante violenza ed il convegno sul documento C.E. l. “Sviluppo nella solidarietà: Chiesa Italiana Mezzogiorno ” ed una Visita Pastorale nel 1996 come evento teologico ed ecclesiale di contatto diretto con le singole unità parrocchiali, che gli consentì di pervenire a conoscenza di situazioni e persone e poter guardare più opportunamente al futuro dell’Arcidiocesi; Visita che si concluse con il messaggio, pubblicato nel Bollettino  Diocesano del 1999. Il 24 Novembre 2000, in occasione della solennità di Cristo Re, fu data lettura della lettera pastorale con la quale si annunziava il primo Sinodo della chiesa di Sorrento – Castellammare di Stabia, evento importante per la vita della medesima arcidiocesi. Il 7 Gennaio 2005 Mons. Cece iniziò – con una celebrazione eucaristica nella chiesa Cattedrale – la seconda visita pastorale alle comunità parrocchiali di Sorrento, Massa Lubrense e Capri (prima zona della Diocesi), in preparazione del Sinodo Diocesano, già preannunziata il 2 Febbraio 2004. Nei mesi successivi svolse la medesima visita alle altre parrocchie
dell’ arcidiocesi Sorrento-Castellammare. Il Sinodo non ha ancora completato il suo iter. La Diocesi sorrentina ha il privilegio della elezione dei Parroci in sette parrocchie da parte dei cittadini, delle quali, attualmente, quattro sono rette e guidate da sacerdoti non eletti dalla popolazione: Casari ano a Sorrento, Trasaelle a Sant’Agnello, Mortara e San Michele a Piano di Sorrento. Sotto l’episcopato di mons. Cece sono state emanate disposizioni che impediscono matrimoni religiosi, nell’arcidiocesi, di cattolici residenti all’estero, neppure con l’adozione di opportune informazioni nelle diocesi di origine.

 

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