Oggi la Chiesa festeggia San Bernardino da Siena
Questo illustre e degno discepolo di S. Francesco d’Assisi nacque dalla nobile famiglia degli Albizzeschi nei pressi di Siena nel 1380. Non aveva ancora tre anni quando rimase orfano di madre, e a sei, anche di padre. Ma un fanciullo come lui che già dava segni di predestinazione, non doveva essere trascurato, e non doveva imbrattarsi di fango mondano: possiamo dire che venne allevato ed educato alla scuola di Maria SS.ma.
Il grazioso Bernardino, delicato, modesto e cortese con tutti, cresceva, sotto la tutela delle pie zie e della cugina Tobia, in sapienza e in grazia come il fanciullo Gesù. Era talmente delicato, che avendo una volta uno zio paterno invitato amici un po’ volgari in casa sua, egli disgustato disse allo zio: « O si correggono nel parlare, o vado via di casa io ».
Degna di menzione è la scena che si svolse un giorno tra il santo fanciullo e la cugina.
Sapete le disse tutto raggiante in volto che io sono tanto innamorato di una nobilissima Signora che darei volentieri la mia vita per godere della sua presenza e che se passassi un giorno senza vederla non potrei chiudere occhio nella notte?!!…
La cugina dapprima rimase stupita di questo parlare, ma poi si rasserenò quando egli le narrò che, ogni giorno si recava a pregare e venerare un’immagine della Vergine, che si trovava a porta Camollia.
Compiuto felicemente il corso di filosofia, si dedicò allo studio del diritto ecclesiastico e civile, ma più di tutto della Sacra Scrittura.
Nella peste del 1400 che per quattro mesi infestò Siena, il Santo, ventenne, fu tra i generosi fedeli che si dedicarono con eroica carità a curare gli appestati rimanendo, per disposizione divina, illeso da tale morbo.
Nel 1402 si unì ai figli del Poverello d’Assisi, tra i quali un anno dopo emetteva la sua professione religiosa e nel 1404 celebrava la sua prima Messa. Da quel momento si manifestò in lui il grande ministro del Signore, incominciando dalla riforma dei costumi.
Il primo anno di sacerdozio lo passò nel convento del monte Amiata, ove si dedicò ad un maggior studio e ad una più intensa pietà. Nel 1417 lo troviamo guardiano del convento di Fiesole e predicatore insigne.
Tre argomenti trattava con predilezione: la carità, la devozione alla SS. Vergine, ed il SS. Nome di Gesù, di cui fu uno dei primi strenui propagatori e di cui parlava sempre con trasporto. L’eloquenza sua piegava il popolo e lo trascinava ove voleva. D’altra parte il Signore ne rafforzava la parola con miracoli. Finalmente, ricco di meriti se ne volò al cielo a ricevere il premio nel 1444.
PRATICA. Impariamo da S. Bernardino una tenera e filiale devozione alla Madonna, cercando di conoscerla, amarla, imitarla, per andare a Gesù per mezzo suo, poichè « il devoto di Maria certamente si salva».
PREGHIERA. O Signore Gesù, che hai accordato al tuo beato confessore Bernardino un amore particolare al tuo Santo Nome e alla Madre tua: dehl per i suoi meriti e la sua intercessione, infondi, benigno, in noi lo spirito del tuo amore. Bibl., Corra% Bernardino da Siena, Ed. Paoline.
MARTIROLOGIO ROMANO. Ad Aquila, nell’Abruzzo, san Bernardino da Siéna, Sacerdote dell’Ordine dei Minori e Confessore, che illustrò l’Italia colla parola e coll’esempio.
A MAIORI VI E’ UN LUOGO DEDICATO A SAN BERNARDINO
Lo Cronaca di Ma i ori parlo dello Rel iquia di
San Bernardino: un ramo d’alloro su cui per
opera del Santo si trovavo scolpito il Nome di
Gesù: “ed aperta con una serro (la pianta del
lauro} uscì nel centro ossia nel midollo del
tronca il Nome di Gesù, che da lutti i poysani
fu osservato non solo, ma dai forestieri ancora”.
Essendo lo reliquia portato via do Maiori
nel 1811 dal P. Gio. Battista Squitieri do
Sarno, durante lo chiusura del convento in
forzo delle leggi eversive nopoleoniche: pur di
rioverlo, fu costituito uno commissione che
prevedesse alle pratiche per richiederne la
restituzione. l devoti si placarono solo a llo
notizia che il •s. Deposito • fosse al sicuro nelle
mani del ministro provinciale.
L’alloro, secondo lo medesima tradizione,
fu piantato dal Santo vicino allo sorgente di
aequo do lui fatto scaturire.
“La suddetta acqua di stillicidio · scrive
l’autore della Cronaca di Maiori- per divino
miracolo sorge in quel luogo, ed a preghiera
di dello San Bernardino, giacché in detto
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Crocìlwo oo PII
monastero non vi era acqvo di sorte alcvna; la
deHa acqva piombo in vna vasca, calando
per vn canaleHo nel cortile del convento,
ognuno che passa assetato per de Ho /vogo ne
beve o divozione del Santo”.
Nell’orto del convento si può visitare lo
grotta di San Bernardino, dove lino o pochi
decenni or sono sgorgavo ancoro l’aequo
dallo roccia; oggi Auisce o piccole gocce.