Positano. Giuseppe D’Urso sulla vicenda di Silvia Romano: “Quante se ne dicono…”
Libertà di pensiero e di azioni a tutti, me compreso. A patto che non si rechi danni altrui. Questa faccenda della volontaria Italiana che va in Kenia per aiutare i bambini africani e che poi ci ritorna, la rapiscono, la trattano bene, impara l’arabo tanto da poter leggere il corano e convertirsi, sempreché il corano non era scritto in Italiano, la ritrovano a poca distanza da Mogadiscio in ottime condizioni, rientra in Italia vestita o travestita con l’jilbab da musulmana, a Milano dove l’attendono familiari e amici, il sindaco della città, tutto il quartiere a festeggiare e, addirittura suonano le campane quelle Cristiane lasciate alla partenza, il governo rappresentato da presidente, ministri, autorità, giornalisti tutti assembrati all’aeroporto e molti senza mascherine (che spettacolo). Nonostante le notizie date con imparzialità e riconducibili alla serenità dai mass media, i dubbi in chi ascolta e guarda, si sviluppano da soli. Premesso che bisogna ringraziare Dio (il nostro) per come è andata a buon fine la vicenda e bisogna pure credere alla versione ufficiale dei fatti ma, chi non si è posto degli interrogativi.?