Quale estate per i bambini e ragazzi ai tempi del COVID-19?
L’estate è sempre stata la stagione d’oro per bambini e adolescenti: libertà, vita all’aria aperta, tempo da passare con i genitori e gli amici, viaggi, vacanze e tanto relax. Quest’anno l’estate per loro è più importante che mai perché sono stati duramente provati dall’emergenza COVID-19: sono stati privati durante il lungo lockdown e nella successiva fase 2 di tanti dei loro punti di riferimento (rete affettiva e sociale, scuola, sport, laboratori e centri di aggregazione), oltre a essere esposti a emozioni devastanti come l’angoscia di malattia e morte, la paura dell’estraneo come fonte di pericolo e contagio, l’ambivalenza tra vantaggio di essere accuditi e istanze di autonomia, l’intuizione delle sopravvenute difficoltà economiche per la famiglia. Tutto ciò ha avuto per i bambini e ragazzi inevitabili ripercussioni negative: dalla disregolazione emotiva con sbalzi improvvisi di umore ed emozioni negative come rabbia, collera, tensione, noia, tristezza, amarezza, delusione, scontentezza, preoccupazione, frustrazione, smarrimento, incertezza, confusione, alla difficoltà nella gestione degli impegni, svogliatezza, apatia, demotivazione, perdita di interesse per i giochi, insofferenza per la didattica a distanza, calo di concentrazione, stanchezza, ai comportamenti aggressivi, conflittuali, iperattivi, impulsivi, ai sintomi psichici come ansia, depressione, ipocondria, fobie, auto-svalutazione, a quelli psicosomatici come cefalea, dolori addominali ricorrenti, ai disturbi dell’alimentazione come inappetenza, bulimia o anoressia selettiva, alle turbe del sonno con insonnia, risvegli notturni, incubi, richiesta di co-sleeping, ipersonnia, inversione dei ritmi sonno-veglia, al ritiro sociale, abuso di internet, paura e resistenza a uscire (“sindrome della capanna”), ai fenomeni regressivi come continua richiesta di attenzioni, enuresi, fino alla configurazione di un quadro di “disturbo post traumatico da stress”. Sul piano fisico, si è registrato in molti ragazzi aumento di peso causato da sedentarietà e abuso di cibo spazzatura. Gli effetti deleteri della pandemia hanno avuto un impatto ancora peggiore su bambini e adolescenti in condizioni di svantaggio quali povertà, esclusione sociale, carenza culturale ed educativa, disabilità, autismo, disturbi dell’apprendimento, malattie croniche, famiglie extra-comunitarie, vittime di bullismo, per i quali il lockdown può aver acuito fragilità e diseguaglianze. Ma quale estate aspetta i nostri bambini, ora che il COVID-19 ha cambiato e stravolto ogni cosa? Innanzitutto, dal punto di vista meteorologico, si prospetta un’estate molto calda, a partire già dalla metà di giugno, con valori di almeno +2°C rispetto alle medie attese durante i mesi estivi, e con ondate di calore intense e durature e notti di caldo tropicale a luglio e agosto. Gli scienziati non sono concordi nel giudicare se il caldo possa fare o meno da deterrente alla diffusione del SARS-CoV-2, benché speranze nascano dalla distribuzione geografica delle aree più colpite dalle epidemie in Cina, Europa e America che conferma la sua predilezione per i climi freddi e dagli studi che ne dimostrano la vulnerabilità all’irradiazione ultravioletta. Ma anche se la morsa del virus dovesse come si spera continuare ad allentarsi, restano comunque le notevoli limitazioni alla libertà stabilite dalle regole di legge per evitare i contagi, visto che anche in estate la parola d’ordine continuerà ad essere “distanziamento fisico”, e che lo stato di emergenza dichiarato dal governo il 31 gennaio durerà almeno fino al 31 luglio. Certo, potremo spostarci, dal 3 giugno, tra le Regioni italiane e anche all’estero, ma gli esperti consigliano comunque per maggiore precauzione un “turismo di prossimità” e dunque “un’estate italiana”, da godersi approfittando anche del “bonus vacanze” previsto dal Decreto Rilancio (500 euro per famiglie di tre persone, 300 euro per le coppie, 150 euro per i single). Con le belle giornate, le persone intanto affollano strade, piazze, parchi e spiagge, anche troppo, tanto è vero che il governo sta per emanare un bando per reclutare 60.000 “assistenti civici”, volontari coordinati dalla Protezione Civile che aiuteranno le autorità locali a far rispettare le regole delle mascherine, delle distanze di sicurezza e di evitare assembramenti. Per l’accesso ai parchi, è sempre obbligatorio per i minori al di sotto dei 14 anni (17 se con malattie croniche o disabilità) l’accompagnamento da parte di un genitore o di un altro adulto (anche non parente), la mascherina (sopra i 3 anni) e il distanziamento di almeno 1 metro dagli altri. Il gestore dello spazio dovrà mettere a disposizione personale per la manutenzione, pulizia e supervisione degli spazi e delle attrezzature e per il controllo delle persone. Se si pratica attività fisica, considerando che essa aumenta la frequenza e la profondità degli atti respiratori e di conseguenza l’ingresso delle goccioline inspirate nelle vie aeree, si consiglia di aumentare la distanza di sicurezza ad almeno 5 metri e addirittura 20 metri nel caso del ciclismo. Per accedere in spiaggia, all’ingresso degli stabilimenti verrà misurata la temperatura, poi uno steward accompagnerà gli ospiti (muniti di ciabatte) agli ombrelloni, ognuno dotato di uno spazio attorno di almeno 10 metri quadrati, mentre tra lettini e sdraio, che saranno disinfettati ad ogni nuovo cliente, devono esserci almeno 1,5 metri. I bambini devono mantenere il distanziamento fisico, usare solo i propri giochi, vietato usare scivoli, campi sportivi, no alle consumazioni al bancone del bar. Se si va al ristorante, sempre mascherina, tranne che quando si è seduti al tavolo, e distanziamento dagli altri avventori. Idem negli alberghi e camping: i clienti saranno tenuti a indossare la mascherina negli spazi comuni e a garantire il metro di distanza dagli altri ospiti in tutte le circostanze. Se si vuole portare i ragazzi al cinema o a vedere spettacoli dal vivo, ancora mascherine e distanziamento (fatta eccezione per i nuclei familiari) di 1 metro sia frontalmente che lateralmente tra uno spettatore e l’altro, e di 2 metri dagli artisti. Ci sarà poi la possibilità di portare i bambini nei servizi per l’infanzia che aprono: asili nidi, scuole materne e centri estivi. Ma le regole da rispettare sono molte: ci deve essere una zona di accoglienza per gli accompagnatori, che non devono avere più di 60 anni e non devono entrare nell’area di stazionamento dei bambini; entrate e uscite vanno scaglionate per evitare assembramenti; all’ingresso dell’area, per ogni bambino e operatore che entra, sarà predisposto il lavaggio delle mani con acqua e sapone o con gel igienizzante e sarà monitorata la temperatura; le mascherine sono obbligatorie solo oltre i 6 anni, vanno bene quelle di stoffa lavabili; i bimbi saranno divisi a piccoli gruppi, separati in “isole” nettamente distinte che non dovranno mai mescolarsi; i giochi non possono essere portati da casa e quelli della struttura non potranno essere scambiati con altri gruppi di bambini e saranno continuamente disinfettati; gli educatori dovranno indossare le mascherine; per i bambini in età di scuola dell’infanzia (da 3 a 5 anni) è consigliato un rapporto di un adulto ogni 5 bambini, per i bambini in età di scuola primaria (da 6 ad 11 anni) di un adulto ogni 7 bambini e per gli adolescenti in età di scuola secondaria (da 12 a 17 anni) un adulto ogni 10 adolescenti, mentre nel caso di disabilità, bisognerà creare le condizioni per avere un operatore per ogni bambino; l’igiene sarà tutelata sempre al massimo (igiene frequente delle mani, pulizia approfondita dei materiali, delle attrezzature, degli oggetti, dei servizi e delle superfici, aerazione abbondante dei locali); con tutte le dovute cautele, si potranno anche usare le cucine interne.
L’attenzione particolare che si ha verso i bambini per il controllo dell’epidemia di COVID-19 dipende dal fatto che non è ben chiaro il loro ruolo nei confronti del virus. Nelle casistiche di tutti i Paesi i bambini e gli adolescenti risultano colpiti con minore frequenza (l’1-2% di tutti i casi confermati) e minore gravità (4-15% asintomatici, 90% forme lievi-moderate). Non è chiaro perché i bambini siano meno colpiti: si pensa a una minore espressione dei recettori ACE2, una più attiva risposta immunitaria innata e linfocitaria, livelli più elevati di anticorpi contro i Coronavirus umani (quelli responsabili di comuni raffreddori), minore tendenza all’infiammazione sistemica, protezione immunologica fornita dai vaccini infantili, soprattutto difterite- tetano-pertosse acellulare e morbillo-rosolia-parotite, minor esposizione al fumo. Ma va tenuto anche presente che i bambini sono stati più protetti con la chiusura delle scuole ed evitando di portarli in ospedale o nei contesti più affollati. Sembra che i bambini infetti possano trasmettere il virus come gli adulti, solo che si ammalano di meno e di conseguenza trasmettono di meno. I bambini potrebbero contagiare in modo silente data la poca visibiltà dei sintomi. E’ cruciale dunque nell’età evolutiva la sorveglianza dei sintomi di sospetto ai fini di una diagnosi precoce e il contact tracing dopo la conferma di un caso. La diagnosi nei bambini, come negli adulti, si effettua tramite tampone rino-faringeo, che però manifesta frequentemente falsa negatività, al che qualche studioso propone di ricercare il virus anche su campione di feci. In caso di positività del tampone in bambini con sintomi lievi, è possibile la dimissione al domicilio con isolamento fiduciario a casa. I sintomi più comuni sono, nelle varie casistiche: febbre, tosse (secca), rinite, faringite, astenia, dolori muscolari, cefalea, dolori addominali, nausea, vomito e diarrea (i sintomi gastrointestinali sono più comuni nei bambini che negli adulti, perché il SARS-CoV-2 si può trasmettere più facilmente, sembra, oltre che attraverso le goccioline respiratorie, per via oro-fecale), difficoltà respiratoria, difficoltà di alimentazione, sonnolenza o ipersonnia, manifestazioni cutanee, alcune di tipo aspecifico (eritemi, orticaria), comuni alle forme virali, mentre si sospetta siano caratteristiche del COVID, soprattutto in adolescenza, lesioni simili a geloni sulla dita dei piedi e talora delle mani, definite “Erythema Pernio Like”, espressione di un’acroischemia acuta- acrodermatite causata (cioè ischemia e dermatite delle estremità), da supposta vasculite, a guarigione spontanea in 2-4 settimane. Dal punto di vista della diagnostica strumentale, anormalità della Rx torace a vetro smerigliato sono tipiche della polmonite COVID e state riscontrate talora anche nei pazienti asintomatici. Gli esami ematici non rivelano elementi specifici. E’ stato segnalato in Lombardia, Gran Bretagna, New York, nelle aree più colpite dall’epidemia, un apparente incremento di bambini affetti da malattia di Kawasaki, talvolta con un quadro clinico atipico e maggiore gravità. La Kawasaki è una vasculite sistemica che colpisce in genere bambini di età inferiore ai cinque anni causando infiammazione delle arterie di medio e piccolo calibro di tutto il corpo. I sintomi tipici includono febbre elevata e persistente, eruzione cutanea diffusa, occhi rossi senza secrezione, labbra e bocca secche e infiammate, arrossamento e gonfiore di palmo delle mani e pianta dei piedi con successiva desquamazione delle dita, rigonfiamento dei linfonodi del collo (monolaterale). Circa un quarto dei bambini affetti può presentare interessamento delle arterie coronarie che possono andare incontro a pericolose dilatazioni (aneurismi). Si ritiene che il Coronavirus, come altri agenti infettivi, attivando una risposta infiammatoria generalizzata, possa fungere da trigger per la malattia, in bambini geneticamente predisposti. Un’altra ipotetica complicazione, potenzialmente letale, segnalata in bambini e adolescenti europei e nordamericani, è la “Sindrome Infiammatoria Multisistemica Pediatrica” (PIMS), caratterizzata da: febbre da oltre 3 giorni, linfonodi ingrossati, congiuntivite, infiammazione di bocca, mani e piedi, problemi gastrointestinali acuti, coagulopatia e, nei casi più gravi, compromissione cardiaca con ipotensione e shock e danni di più organi.
Carlo Alfaro