Reggia di Caserta: un logo da 37.500 euro durato solo pochi giorni
Il giorno 22 Aprile in una conferenza stampa online, il direttore generale della Reggia di Caserta, Tiziana Maffei, presenta il nuovo logo dell’istituto museale. Il 28 lo ritira perchè troppo simile ad altri monogrammi.
Nel bel mezzo del caos di informazioni, decreti Presidenziali, Regionali e l’immensa mole di notizie legate alla pandemia da Covid-19, alcuni accadimenti sono passati inosservati.
Uno che ci riguarda molto da vicino, per l’importanza turistica che l’istituto museale riveste, è lo scivolone preso dall’azienda a cui era stato affidato il non semplice compito di realizzare il nuovo logo della Reggia di Caserta.
Il 22 Aprile, in una conferenza online di presentazione della nuova identità visiva, il direttore generale della Reggia di Caserta Tiziana Maffei, introduce il lavoro di ricerca della nuova immagine del museo come un progetto di creazione di un nuovo Brand, piuttosto che di un “semplice” monogramma e la relativa immagine coordinata.
Un brand che fonda la sua idea di importanza, nei fasti sia culturali che manifatturieri avviati da Re Carlo di Borbone, committente della Reggia, che sognava un regno ed una Napoli capitale europea al pari di Parigi.
Peccato però che a tante belle parole e ai 37,500 euro impegnati per lo studio del logo, non sia corrisposto un risultato altrettanto notevole.
In meno di 24 ore si sono scatenate una serie di polemiche.
Prima da parte dell’ordine degli Architetti, che aveva paragonato il nuovo logo a quello del tennista Roger Federer (a mio avviso abbastanza lontano), «o ancora peggio a quello della nota società immobiliare canadese ‘Ricco Colinares’ che utilizza questo marchio da anni», poi online nei siti di grafici e professionisti della comunicazione.
Risultato? In meno di una settimana la direzione ha emanato un comunicato: «alla luce di quanto emerso, e solo in ragione della similitudine del monogramma ad altri già esistenti, a tutela dell’Istituto, la Reggia di Caserta ha deciso che connoterà, nel frattempo, la sua identità visiva solo con il brand Reggia di Caserta, privo del monogramma»
Lavorando nel settore della comunicazione, e avendo affrontato molte volte l’importante lavoro della creazione di un’identità visiva, sono “quasi” certo che l’azienda Sigla Comunicazione di Mantova, incaricata in base a delle ricerche di mercato, non abbia in nessun modo pensato di copiare il monogramma di un’altra realtà.
Piuttosto, lavorando su un font Serif e dovendo appunto ricondurre il logotipo ad un apparato “manufatturiero”, abbia sintetizzato le due iniziali in quel modo.
Inoltre, i suggerimenti dei committenti (io direi pure le edulcorate pressioni), a volte portano fuori strada e di non poco dal concept iniziale: gli addetti ai lavori del marketing sanno bene di cosa parlo.
Sicuramente, vista l’importanza del progetto ed il budget, qualche ricerca in più da parte dell’agenzia su eventuali similitudini sarebbe stata opportuna.
Concludendo, la Direzione del museo annuncia quindi che «come già previsto dal contratto stipulato in data 23 dicembre 2019, sarà avviato un concorso internazionale per la realizzazione del logo. Il concorso sarà finalizzato alla realizzazione di un simbolo che dovrà rispecchiare l’identità visiva della Reggia di Caserta a partire, dunque, dal brand Reggia di Caserta.
L’unico quesito, che rimane irrisolto è se il compenso di svariate migliaia di euro sarà pagato alla società di comunicazione Mantovana. Noi, ci auguriamo di no.