Ricordando Gioacchino Lauro a 50 anni dalla morte.

1 maggio 2020 | 10:37
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Ricordando Gioacchino Lauro a 50 anni dalla morte.

Gioacchino Lauro è stato Armatore, parlamentare per tre legislature, Sindaco e Presidente del Calcio Napoli ma anche figlio di un padre ingombrante ‘O Comandante. Oggi ricorre il cinquantesimo anniversario della morte. Primogenito di Achille Lauro, nato a Piano di Sorrento il 30 marzo del 1920 Gioacchino è infatti morto a Napoli il 1° maggio del 1970. Gli amici lo ricordano come un uomo generoso e stravagante, non sempre compreso dal padre. Sandro Pertini lo commemorò con grande elogio in Parlamento. Pochi sanno che fu autore di un libro nel 1945 dal titolo emblematico “IO DIFENDO MIO PADRE”, lo scrisse per difendere il padre dalle accuse di collusione con il fascismo. Il libro è anche una ricostruzione minuziosa della nascita della Flotta Lauro che allo scoppio della II guerra mondiale contava ben 58 navi di proprietà. Date e cifre di acquisto contarono non poco per l’assoluzione di don Achille al processo. Gioacchino si dedicò ai traffici marittimi internazionali inaugurando le sedi di Londra e Sydney (in Australia è ancora amatissimo), sapeva parlare correttamente inglese, spagnolo, francese e portoghese. Si misurò tenacemente con il suo grande avversario Aristotele Onassis. Nel 1966 inaugurò gli Incontri del Cinema di Sorrento, alla direzione artistica volle Gian Luigi Rondi, ospiti Silvana Mangano, Silvana Pampanini, Vittorio De Sica, Vittorio Gassman e Michelangelo Antonioni. A Villa Angelina (Massa Lubrense) invece ebbe ospiti nello stesso perioso Ingrid e Igmar Begman, e la principessa Cristina di Svezia. Per il Calcio Napoli acquistò Dino Zoff, e con il “Petisso” Bruno Pesaola in panchina la squadra lottò per lo scudetto. Della Flotta ha conosciuto splendori e momenti bui (fu interdetto dal padre dopo che a seguito di investimenti sbagliati, subì perdite economiche di circa 7 miliardi di lire). Un tumore fulminante all’esofago lo strappò all’affetto dei suoi cari a 50 anni. Rip. Un uomo non muore mai se c’è qualcuno che lo ricorda. (Ugo Foscolo)

di Luigi De Rosa

(fonti “I Lauro, i Kennedy made in sud” di Januaria Piromallo (2020) e i saggi di Marco Demarco)