A Sant’Agata sui Due Golfi pasta e… sushi, come regalare al palato ciò che un haiku dona al cuore.
Da Piano di Sorrento a Massa Lubrense . Sant’Agata sui Due Golfi continua a rivelarsi sede di ottima ristorazione, quella fatta con passione e competenza. “Pasta e…” al civico 5 di via Vincenzo Casola è un piccolo ristorante gestito dalla famiglia Pollio, Mario è il patron e chef del locale, formatosi alla scuola alberghiera di Vico Equense ha alle spalle esperienze di ristorazione in Inghilterra e Germania. Da sempre appassionato di pasta e soprattutto di pesce crudo lo chef Mario Pollio offre alla sua clientela una cucina di alta qualità e raffinata, che varia perché legata alla fantasia di un cuoco che vuole sorprendere sempre il gusto e il palato del cliente ed è legata alla stagionalità dei prodotti acquistati di primo mattino nei negozi del piccolo borgo come ogni grande chef dovrebbe fare (Marc Augé cit.). Il laboratorio dedicato alla produzione della pasta fresca è proprio di fronte al ristorante, garanzia che qualunque pasta chiediate tagliolini, tagliatelle, trofie, bigoli, etc sarà realmente a chilometro zero, paste fresche genuine che l’arte culinaria di Mario sa esaltare con salse e intingoli nati dall’esperienza e dall’amore per questa professione. Beh, per chi ama il carboidrato come me una piacevolissima sorpresa. Lo chef inoltre consacra il venerdì al sushi la cui arte mi ha confessato di aver appreso da autodidatta leggendo, studiando e carpendo i segreti dei cuochi giapponesi visti e rivisti in filmati on-line spinto da un amore profondo per quest’arte antica di trattare il pesce crudo, del resto lo stesso Allan Bay nel suo ricettario “L’arte del sushi” (2005) redarguisce i fondamentalisti nipponici sottolineando come un piatto di successo qual è la pizza così come l’hamburger è patrimonio di tutti e l’ibridazione d’ingredienti e tecniche è il motore dello sviluppo della cucina. Sia benvenuto dunque il sushi santagatese di Mario Pollio che alla delicatezza e alla grazia giapponese di trattare il pesce crudo ha abbinato il virtuosismo di un monzù rispettando l’etichetta nipponica che chiede a un buon sushi di catturare tutti e cinque i sensi: s’inizia a mangiarlo con gli occhi – il piatto disposto in modo originale, i colori espressamente combinati. Poi, mentre addentate un roll fatto a mano, sentite lo scricchiolio dell’alga nori fresca. “Gli aromi puliti dell’oceano, dello zenzero e del wasabi solleticano il vostro naso. Mentre la consistenza dell’alga nori, del riso, del pesce, dei cipollotti e dei semi di sesamo giocano sulla vostra lingua e sui denti, voi gustate i loro sapori freschi”, sono parole di Jeffrey Elliot che del sushi è un’istituzione. “Pasta e…”, ristorante da tenere in agenda se capitate a Sant’Agata sui Due Golfi fategli visita, non rimarrete delusi.
di Luigi De Rosa