Lavoratori stagionali, mancati bonus e proteste. Le ragioni del malessere vanno ricercate anche e soprattutto a livello locale.
Dalla firma al contratto di lavoro al ruolo di certi sindacati; dalla codifica stagionale alla differenza al diritto di precedenza esercitato dal lavoratore a tempo determinato da quello esercitato dal lavoratore stagionale; dalla ciclicità del lavoro stagionale alle attività stagionali. Una serie di punti su cui concentrarsi per capire in base a quale criterio tanti lavoratori non sono stati assunti con carattere stagionale. Per quali motivi chi ha fatto l’assunzione ha indicato nell’Unilav , all’atto della assunzione, “Stagionale No”? Del tutto inaccettabile che lavoratori adibiti alle stesse mansioni, ma in strutture diverse, subiscano differenziazioni , all’apparenza dovute ad errori ed incompetenze professionali. Innumerevoli pertanto sono le domande e le situazioni che , andrebbero sviluppate ed approfondite anche da parte dei lavoratori. Chi ha sbagliato chiarisca finalmente determinate situazioni dando opportune spiegazioni e si adoperi ad aiutare le famiglie dei lavoratori in difficoltà , senza invece scaricare le colpe sul Governo e l’Inps .
Sorrento – Nel tentativo di districarsi in quella che è diventata una vera giungla di sigle codici e modelli vari, che ha causato proteste e manifestazioni da parte dei lavoratori (una parte dei quali ,esclusi dai sussidi, non riesce tuttora a capire il motivo di un tale assurdo stato di cose), con i dovuti supporti tecnici, abbiamo tentato di fare chiarezza in una situazione che probabilmente inizia a trovare le prime e fondamentali anomalie già a livello locale. Ovvero quando il lavoratore si accinge ad apporre una firma accettando un contratto di lavoro che molto spesso, in determinate realtà lavorative, si rivela essere in netta contraddizione con le mansioni e gli orari che poi si vanno in effetti a praticare.
Per identificare lo stagionale con il vecchio codice Uniemens“S”risulta essere: “T” stagionale per attività previste dal D.P.R. 1525/1963;“G” attività per avvisi comuni o previsti da CCNL(contratto collettivo nazionale di lavoro) sino al 31/12/2011; “S” residui diversi da “T” e”G”. – L’INPS ha chiarito che la Direzione Centrale Ammortizzatori Socialiriprocesserà le domande confrontando i dati con il modello Unilav e, pur in assenza di terza qualifica, “S”,”T”,”G” nell’Unimens, in presenza della codifica “Stagionale SI” nell’Unilav, il bonus di 600euro , verrà riconosciuto automaticamente. Pertanto è opportuno che le aziende interessate , si astengono da qualunque modifica o intervento sugli Unimens già inviati ed i lavoratori dal fare ricorso.
Il Governo richiede , per l’erogazione del sussidio, il requisito della stagionalità. Tale richiesta , che potrebbe sembrare una sorta di capriccio, rappresenta bensì una scelta ben precisa. Il lavoratore assunto con contratto a termine per attività stagionale si intende quel lavoratore che lavora appunto in maniera stagionale, ciclica e che di conseguenza ha subito un danno dall’emergenza Covid-19. In quanto non è stato riassunto e quindi non è tornato a svolgere la sua attività stagionale. Stessa cosa , invece , non si può dire per il lavoratore assunto con contratto a tempo determinato. In quanto la sua assunzione può essere dipesa da svariati motivi e quindi non si sa se l’emergenza Covid -19 sia precisamente la causa della mancata riassunzione. A conferma di ciò necessita porre attenzione anche al diritto di precedenza previsto dall’art. 24 del D.lgs 81/2015. L’articolo a suo interno differenzia il diritto di precedenza esercitato dal lavoratore a tempo determinato da quello esercitato dal lavoratore stagionale. Infatti, il primo può esercitarlo se ha lavorato per più di sei mesi , per lo stesso lavoratore si concretizza in un diritto finalizzato all’assunzione a tempo indeterminato per lo svolgimento di mansioni già espletate. Per il lavoratore stagionale invece il diritto di precedenza vale per nuove assunzioni a tempo determinato da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali. Pertanto si evince che il legislatore , prevedendo il diritto di precedenza per lo stagionale , ha voluto garantire al lavoratore la possibilità di essere riassunto presso lo stesso datore di lavoro e sempre a contratto stagionale. Ciò conferma la ciclicità del lavoro stagionale. Per quanto riguarda invece il fatto che alcune attività non sono stagionali e quindi, una tale situazione, va a danneggiare i lavoratori , bisogna fare una ulteriore precisazione. Le attività per essere considerate stagionali devono rientrare tra le attività previste dal DPR 152/1963 o dai singoli contratti collettivi nazionali del lavoro. Il CCNL del settore turismo e pubblici servizi , all’art.75 identifica come stagionale le attività che “osservano”,nel corso dell’anno, uno o più periodi di chiusura non inferiore a tre mesi. Se però si va a leggere l’art.76 dello stesso CCNL ( che è quello che ci interessa visto che riguarda alberghi , b&b, stabilimenti balneari, terme, agenzie di viaggio, pubblici esercizi, porti ed aziende di trasporto in ambito turistico) vediamo che questo permette di identificare come stagionali anche quelle intensificazioni dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno, quali periodi di identificazione stagionale e/o ciclica dell’attività in seno ad aziende ad apertura annuale. Questo permette di considerare come stagionali quelle imprese che non operano soltanto in un determinato periodo, ma anche durante tutto l’anno e che si trovano ad affrontare problemi legati ad incrementi dell’attività. Infine va detto che l’Inps ha chiarito che in presenza della codifica “Stagionale SI” nell’Unilav, il bonus dai 600 euro, verrà riconosciuto automaticamente. Alla luce di tutto ciò, qualcuno dovrebbe spiegare ai lavoratori, anche della penisola sorrentina e costiera amalfitana, in base a quale motivazione essi non sono stati assunti con carattere stagionale? Perchè chi ha fatto l’assunzione ha indicato nell’Unilav , all’atto della assunzione,”Stagionale No”? Forse per evitare il diritto di precedenza?
Quesiti che hanno trovato la loro concretezza nella vicenda che ha visto coinvolti i dipendenti di una grande ed importante struttura alberghiera sorrentina, dove la maggior parte dei lavoratori da sempre stagionali venivano, forse a loro insaputa, puntualmente assunti con contratto a tempo determinato, si sono visti esclusi dal sussidio del Governo.
Alquanto discutibili pertanto le proteste dei lavoratori e finanche del proprietario della struttura contro il Governo e l’Inps, quando era arcinoto il tipo di contratto stipulato. Proteste portate dai lavoratori finanche a livello nazionale, in modo improvvisato, senza approfondire la propria situazione, con la partecipazione ad una nota trasmissione televisiva dove chiaramente la problematica è stata divulgata in modo sommario senza alcun approfondimento circa il tipo di contratto firmato dai lavoratori ad inizio di stagione in tutti questi anni. E’ assurdo che lavoratori adibiti alle stesse mansioni, ma in strutture diverse, subiscano differenziazioni , dovute ad errori ed incompetenze professionali. Ancora una volta i lavoratori continuano ad essere le vere vittime di un sistema che non li tutela . Iniziando dai turni di lavoro , dalla retribuzione, dai contratti prorogati di mese in mese ed altre assurde situazioni che, escludendo poche realtà aziendalipresenti su nostro territorio, li porta ora di conseguenza a trovarsi senza sussidio a causa della superficialità di qualche addetto ai lavori. Nell’auspicare innanzitutto che l’attuale emergenza rientri al più presto e quindi una ripresa del turismo e del lavoro, sarebbe opportuno, visto l’attuale situazione, un intervento dello Stato affinché si correggano gli errori di altri a livello locale. Concedendo pertanto un sussidio anche ai lavoratori a tempo determinato che sono risultati impegnati per diversi mesi negli ultimi anni, e si dimostri la stagionalità della loro attività. Nel caso che determinate situazioni siano poi conseguenza di bassi redditi, il governo , ha tuttavia provveduto con altri tipologie di sussidio. Innumerevoli pertanto sono le domande e le situazioni che andrebbero sviluppate ed approfondite anche da parte dei lavoratori. Invece di avventurarsi in proteste, spesso inutili e senza conseguenza , contro l’Inps ed il Ministero, che pur in maniera costante e concreta si stanno adoperando per i lavoratori e le loro famiglie. Probabilmente per trovare una giustificazione ai loro immensi malesseri non bisogna recarsi a Roma a protestare, ma bensì iniziare sbrogliare le matasse a livello locale. Con i datori di lavoro , i consulenti ed anche con certi sindacati. Quando all’atto della firma di un contratto spesse volte viene detto ai lavoratori: ” non preoccuparti !” sarebbe opportuno invece fare il contrario ed iniziare senza alcuna premura finalmente a tutelare gli interessi di una categoria finalmente riconosciuta. Sarebbe ulteriormente giusto che, in questa drammatica occasione, chi ha sbagliato chiarisca finalmente determinate situazioni fornendo, soprattutto a livello locale, opportune spiegazioni e certezze. Adoperandosi nell’ aiutare le famiglie dei lavoratori in difficoltà , senza invece scaricare le colpe sul Governo e l’Inps . – 07 giugno 2020 – salvatorecaccaviello
Supporto tecnico: Avv. Giovanni Persico