Papa Francesco: “Il pane di Cristo ha il sapore del suo amore”
La memoria, il pane e l’Eucaristia: “prendersi cura di chi ha fame”
“È essenziale ricordare il bene ricevuto: senza farne memoria diventiamo estranei a noi stessi, ‘passanti’ dell’esistenza”. Lo ha detto il Papa, nell’omelia della Messa per il Corpus Domini, celebrata nella basilica di San Pietro alla presenza di circa 50 fedeli. “Senza memoria ci sradichiamo dal terreno che ci nutre e ci lasciamo portare via come foglie dal vento”, l’esempio scelto da Francesco: “Fare memoria invece è riannodarsi ai legami più forti, è sentirsi parte di una storia, è respirare con un popolo”. “La memoria non è una cosa privata, è la via che ci unisce a Dio e agli altri”, ha ricordato il Papa sottolineando che “la Scrittura ci è stata donata per vincere la dimenticanza di Dio”. “Quanto è importante farne memoria quando preghiamo!”, ha esclamato Francesco: “Per questo nella Bibbia il ricordo del Signore va trasmesso di generazione in generazione, va raccontato di padre in figlio”.
“L’Eucaristia non è un semplice ricordo, è un fatto: è la Pasqua del Signore che rivive per noi”. Così il Papa, nell’omelia della messa per il Corpus Domini, celebrata nella basilica di San Pietro davanti a circa 50 fedeli, ha spiegato che “nella Messa la morte e la risurrezione di Gesù sono davanti a noi”. La consegna di Gesù -“Fate questo in memoria di me”- significa: “Riunitevi e come comunità, come popolo, celebrate l’Eucaristia per ricordarvi di me”. “Non possiamo farne a meno, è il memoriale di Dio”, ha commentato Francesco: “E guarisce la nostra memoria ferita. Guarisce anzitutto la nostra memoria orfana”. “Noi viviamo un’epoca di tanta orfanezza”, ha aggiunto a braccio. “Tanti hanno la memoria segnata da mancanze di affetto e da delusioni cocenti, ricevute da chi avrebbe dovuto dare amore e invece ha reso orfano il cuore”, l’analisi del Papa: “Si vorrebbe tornare indietro e cambiare il passato, ma non si può. Dio, però, può guarire queste ferite, immettendo nella nostra memoria un amore più grande: il suo. L’Eucaristia ci porta l’amore fedele del Padre, che risana la nostra orfanezza. Ci dà l’amore di Gesù, che ha trasformato un sepolcro da punto di arrivo a punto di partenza e allo stesso modo può ribaltare le nostre vite. Ci infonde l’amore dello Spirito Santo, che consola, perché non lascia mai soli, e cura le ferite”. “Dio sa quanto è difficile, sa quanto è fragile la nostra memoria, e per noi ha compiuto una cosa inaudita: ci ha lasciato un memoriale”, ha spiegato Francesco: “Non ci ha lasciato solo delle parole, perché è facile scordare quello che si ascolta. Non ci ha lasciato solo la Scrittura, perché è facile dimenticare quello che si legge. Non ci ha lasciato solo dei segni, perché si può dimenticare anche quello che si vede. Ci ha dato un Cibo, ed è difficile dimenticare un sapore. Ci ha lasciato un Pane nel quale c’è Lui, vivo e vero, con tutto il sapore del suo amore”