Positano in lutto per Giulio Giorello, il filosofo di Milano nostro amico vittima del Covid
È morto a Milano il filosofo Giulio Giorello: era nato nel capoluogo lombardo il 14 maggio del 1945. Era allievo di Ludovico Geymonat ed è stato il suo successore nella cattedra di Filosofia della Scienza all’Università Statale milanese. Era un nostro amico, amico di Positano , della perla della Costiera amalfitana, qui presiedeva il premio di Giornalismo Civile di “Mare, Sole e Cultura”, la rassegna che Enzo D’Elia, con il sostegno del Comune e della famiglia Cinque e Attanasio portava a Positano in Costa d’ Amalfi. Da Salerno a quest’ora non siamo riusciti a sentire Enzo per la tarda ora, noi eravamo impegnati a seguire il patrono San Vito. Di Giorello ho ammirato la grande profondità, semplicità, umanità, una persona di grande sensibilità e intelligenza. Mai lo abbiamo visto ergersi al di sopra della sua superiorità culturale, che era evidente, ma a volte si intratteneva a discutere, nei rari momenti che lo riuscivo a rubare all’organizzazione, sul lavoro che facevamo con Positanonews, su come era la vita a Positano anche d’inverno, su quello che facevamo, con la curiosità semplice e innocente di chi, pur sapendo tantissimo, voleva conoscere quello che lo circondava o incontrava. Devo dire che esprimo gratitudine a “Mare, Sole e Cultura” per queste conoscenze che ci ha fatto fare.

Con la scomparsa del filosofo della scienza Giulio Giorello l’Italia della cultura perde un intellettuale poliedrico, divertito e divertente pur nel rigore degli studi, mai supponente ma anzi con il pallino della verifica e del dubbio, libero e dalle mille attività e passioni. Allievo ed erede di Ludovico Geymonat – una pietra miliare – nella cattedra di Filosofia della Scienza all’Università Statale di Milano era stato nominato, come riservato a chi fuori ruolo ha grande prestigio, professore emerito. Giorello è morto, a 75 anni di età, nel pomeriggio di oggi nel capoluogo lombardo dove era nato il 14 maggio del 1945. Come lui stesso aveva spiegato in un articolo dove manteneva la consueta ironia sul Corriere della Sera, di cui era assiduo collaboratore, era stato ricoverato a causa del coronavirus per un paio di mesi al Policlinico. Finalmente dimesso una decina di giorni fa è tornato a casa con grande soddisfazione fra i suoi adorati libri.
Dopo i primi giorni passati serenamente purtroppo però sono ritornati i problemi di salute. È rapidamente peggiorato – tutto fa presumere ai medici che si sia trattato di complicanze del virus anche se saranno le analisi a stabilirlo – fino a quando si è capito che non c’era più nulla da fare: tre giorni fa ha sposato la sua compagna Roberta Pelachin. Non aveva figli. Della sua inesauribile energia sono testimonianza il lavoro che ancora svolgeva, pur a una età importante, come direttore editoriale della collana di Filosofia della Scienza per la Raffaello Cortina Editore. Scriveva, come detto, per il Corriere della Sera ed era stato presidente della Società italiana di logica e filosofia della scienza ed appassionato di fumetti.
Mantenendo un impianto internazionale e da divulgatore – quindi comprensibile anche ai non addetti ai lavori – il filosofo, peraltro laureato anche in matematica, si occupava, tra l’altro, di neuroscienze, paleontologia, psicologia evolutiva, fisica delle particelle, mitologia, ricerca filosofica e bioetica. Il libro ritenuto di maggior successo scritto da Giorello, era Di nessuna chiesa, un manifesto per la libertà di pensiero e di ricerca. In un tweet il premier Giuseppe Conte ha scritto «Giulio Giorello è deceduto. Filosofo raffinato, epistemologo, grande appassionato delle questioni riguardanti il »metodo« della scienza. Ha riflettuto intensamente anche su etica, politica, religione. L’Italia perde un grande pensatore, mai banale. Ci restano le sue dense pagine»
Che ti sia lieve la terra.