Non ho mai incontrato una persona che, disponendo dei mezzi finanziari per farlo e consapevole della certezza del debito, non si sia affrettata a pagare una cartella esattoriale alla scadenza indicata dall’ente che l’ha emessa. Non certo per timore di entrare nell’elenco dei cattivi pagatori che la centrale dei rischi per l’intermediazione finanziaria (CRIF) aggiorna costantemente per gestire il Sistema di informazioni creditizie (SIC); molti ne ignorano l’esistenza ma iscrivono nel loro libro personale, un SICSIC soggettivo, cattivi pagatori, pidocchiosi (debitori che a loro avviso non vogliono pagare), ricchi e ricchi sfondati. Alcuni giornalisti fanno parte dei redattori del SICSIC, non appena un politico dotato delle facoltà d’intendere e di volere propone una rottamazione delle cartelle esattoriali od un condono fiscale schiamazzano perché nel loro SICSIC tutti coloro che non hanno pagato le cartelle esattoriali sono evasori. Nulla di più falso:
01. il sistema tributario italiano impone ai cittadini il pagamento di imposte abnormi rispetto al reddito prodotto; l’esosità della richiesta spinge i piccoli contribuenti a dichiarare meno di quanto hanno effettivamente guadagnato (micro evasione per autodifesa finanziaria); 02. nudi dinanzi al fisco i lavoratori dipendenti che non possono sottrarre parte dei loro guadagni alla tassazione … a meno che non effettuino un lavoro in nero; 03. coloro che conseguono lauti guadagni possono trasferire la loro residenza all’estero, fondare un sistema di società che rende molto ai commercialisti e confonde gli accertatori, possono cercare e trovare rifugio nei c.d. paradisi fiscali e se, come a volte capita, verrano individuati potranno agevolmente chiudere la pratica fiscale offrendo meno di quanto effettivamente dovuto. L’evasione è l’effetto di un sistema fiscale ingiusto ed a rimetterci è colui che, ligio al dovere, paga e tace. Se la tassazione è eccessiva non è giusto pagare quanto lo Stato chiede. Se il contribuente non è in grado di pagare alla scadenza lo Stato non deve sommare ingiustizia ad ingiustizia ed infliggere al cintrbuente sanzioni ed interessi composti che il malcapitato non potrà mai pagare. In questo tragico momento economico il Parlamento dovrebbe azzerare sanzioni ed interessi, scontare le imposte addebitate onde renderle eque e sostenibili, concedere tutte le compensazioni possibili tra tutte le imposte dovute da ciascun soggetto ed una rateizzazione di lungo respiro.
Il Parlamento dovrebbe esaminare da una prospettiva più corretta i Condoni Edilizi: se una persona acquista all’asta un immobile sul quale sono stati commessi abusi edilizi (all’asta può essere venduto di tutto anche un cespite del tutto abusivo), ha 120 giorni a disposizione per presentare al Comune domanda per accedere ad uno dei tre condoni concessi negli scorsi decenni anche se il proprietario precedente non ha presentato alcuna domanda. Tale opportunità viene offerta non a tutela del debitore ma del creditore che riuscirà, essendo state riaperte le finestre del condono, di avere qualche euro in più. Perché non concedere il condono a chi ha commesso l’abuso e/o ha chi ha acquistato con un regolare rogito notarile ed a prezzo pieno e concederlo a chi acquista all’asta? Perché all’asta acquistano i SOLITI NOTI ? Perché non consentire la divisione di un cespite tra due comproprietari per la ingombrante presenza di un condono e consentire all’unico assegnatario di ottenerlo? Perché negare la divisione giudiziaria od il frazionamento e consentire, dopo la conseguenziale vendita all’asta, di ottenere il condono anche in assenza di domande ? Perché non consentire il frazionamento se l’abuso consistente in un cambio di destinazione commesso dai precedenti proprietari oggi, negli strumenti edilizi adottati dal Comune, è consentito se non auspicato? profflauro