Sant’Agnello / Castellammare : Interdittiva antimafia agli imprenditori Passarelli
Una notizia che riguarda la Costa di Sorrento e Castellammare di Stabia in provincia di Napoli, località della Campania di cui ci occupiamo . Gli imprenditori Passarelli, con affari in tutta Italia, bloccati da un’interdittiva Antimafia. Il prefetto di Napoli Marco Valentini ha notificato una interdittiva antimafia alla società dei costruttori con interessi tra Castellammare, i Monti Lattari e la penisola sorrentina. Una società azioni con sede a Sant’Agnello e impegnata nella costruzione di edifici residenziali e non in diverse città d’Italia, compresi due cantieri a Ravenna della pubblica amministrazione. Motivo quest’ultimo che ha spinto il sindaco della città romagnola Michele de Pascale in una nota, per “dovere di trasparenza”, a dare notizia dell’arrivo della comunicazione in tal senso assicurando “il principio di piena legalità e rispetto delle leggi speciali” e “fornendo la più ampia collaborazione alla competente prefettura”. L’atto è la conseguenza dell’inchiesta della Dda sull’imprenditore Adolfo Greco a processo con i capi dei clan stabiesi. Giuseppe Passarelli è indagato a piede libero in quanto è emerso essere il costruttore che doveva realizzare il complesso residenziale sull’ex fabbrica Cirio. Un affare che interessava anche a Liberato Paturzo, considerato l’uomo del clan D’Alessandro nel settore dell’edilizia. Rapporti pericolosi per un affare, mai più realizzato, da cui Passarelli aveva comunque deciso di uscire. Ma è proprio da una delle conversazioni tra il costruttore e Greco che parte l’inchiesta della Dda. E, da ieri, la sua società tra le più forti della provincia di Napoli non potrà lavorare nel settore degli appalti pubblici. Di Passarelli si era parlato con Russo anche di un incontro con Tommasino, consigliere comunale ucciso a Castellammare, a Vico Equense per il parcheggio di Piazzale Kennedy. Tutte circonstanze smentite dall’interessato. Ricordiamo che siamo in una fase di indagini e vige la presunzione di innocenza. Ma su queste circonstanze occorre riflettere, prima del Covid-19 c’erano forze politiche e sociali che sollevavano dibattiti. Ma sono lontanti i temi , dagli anni Sessanta agli Ottanta, dove si diceva che “politica è partecipazione” e discussione, ma non si tratta solo di politica.
L’OPINIONE
Sulla vicenda fa una riflessione il giornalista Vincenzo Califano sul blog Politica in Penisola che da decenni si occupa di informazione e politica sul territorio .
Da diverse settimane le cronache riferiscono di iniziative della Magistratura e della Direzione Distrettuale Antimafia sul fronte della lotta alla camorra con particolare riferimento all’area stabiese-sorrentina, ma non solo, evidenziandosi relazioni organiche tra criminalità, imprenditori, professionisti e anche esponenti del mondo politico-amministrativo. Mai prima di oggi i riscontri degli inquirenti erano stati così circostanziati. Ultima in ordine di tempo è stata l’interdittiva antimafia del Prefetto di Napoli Marco Valentini a carico degli imprenditori Antonino e Giuseppe Passarelli scaturita dal primo filone dell’inchiesta Olimpo che vede indagati, tra gli altri, Adolfo Greco, Antonio Elefante per la vicenda ex-Cirio per la quale di recente il Tribunale del Riesame ha revocato le misure cautelari a carico degli indagati perchè le intercettazioni che hanno svelato un sistema corruttivo erano inutilizzabili nella muova inchiesta, anche se la Procura di Torre Annunziata ha opposto ricorso in Cassazione.
Altro eccellente finito nelle inchieste sui rapporti con la camorra stabiese è l’imprenditore sorrentino Alfonso Ronca per un’indagine che ha aperto uno squarcio nel mondo dei trasporti marittimi e che sembra destinato a ulteriori sviluppi. Insomma la Penisola Sorrentina all’indomani dell’emergenza Covid e nel lento processo di ritorno alla normalità si trova a dover fare i conti con una realtà di cui non ha mai voluto prendere realmente coscienza a livello di classe politico-amministrativa nonostante i ripetuti campanelli d’allarme suonati nel corso degli anni da addetti ai lavori che, carte alla mano, denunciavano presenze e rapporti quantomeno ambigui e forse non ancora consolidatisi come appare invece oggi.
Su queste vicende non si è alzata una sola voce di quanti, Amministratori pubblici e Opinionisti locali, avrebbero il dovere di sostenere l’azione della Magistratura sensibilizzando l’opinione pubblica e attivando quei sistemi di allerta municipale in grado di scongiurare contaminazioni sempre più pervasive. Questo è un tema su cui occorre riflettere seriamente perchè forse è più minaccioso dello stesso fenomeno criminale in sè e per sè rispetto alla salvaguardia degli interessi della comunità. Il problema sono le relazioni che questo mondo intrattiene con il sistema criminale impersonato da troppi colletti bianchi che imprendono, intraprendono e amministrano la cosa pubblica! Vi proponiamo una breve cronistoria dei troppi allarmi inascoltati e che abbiamo pubblicato nel corso degli anni. La reazione più evidente è stata quella della negazione del fenomeno, il che la dice lunga sulla capacità e volontà di attivare gli anticorpi indispensabili a sconfiggere questo cancro prima che origini metastasi. Il silenzio social su questi fatti è letteralmente assordante!