Amalfi, morte di Enrico Addabbo: il commovente post della figlia Erica. “Bello come un Adone”

6 luglio 2020 | 19:04
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Amalfi, morte di Enrico Addabbo: il commovente post della figlia Erica. “Bello come un Adone”

Enorme sgomento ad Amalfi per la morte di Enrico Addabbo. Una perdita della quale ancora la città non si capacita: Enrico era apprezzato in paese per la sua simpatia e non passava certo inosservato per il suo fisico scultore. La figlia Erica ha pubblicato un post davvero commovente. Ve lo proponiamo per intero:

“Ho avuto la fortuna di avere un padre prezioso come una pietra rara, energico come un elettrone spaiato, vitale come un pino penta-phylla, bello come un Adone, presente come se il nostro cuore e respiro fossero sincronizzati.

Chi ci conosce o ha avuto modo di trascorrere del tempo con noi sa che entrambi parlavamo sempre l’uno dell’altro: ma nessuno sa come mi sentivo io ad essere sua figlia!

Camminavo a testa alta quando gli stringevo quella grossa mano, mi sentivo speciale ed unica quando ogni mattina prima di andare a scuola gli davo imbarazzata quel bacio sulla bocca, mi sentivo amata quando mi faceva controllare da chiunque quando uscivo o andavo alle feste, impazzivo alla sola idea di deluderlo come quella volta che fui bocciata all’esame del patentino!

Devo ammettere che renderlo fiero di me mi faceva sentire viva, quando ad un saggio ballavo per renderlo orgoglioso, quando vincevo una gara, quando superavo un esame a pieni voti e lui lo diceva a chiunque, quando vivevo da sola e cercavo di non fargli pesare nulla perché sapevo quanto fosse impegnato e lavorasse per permettermi i migliori studi, quando mi vedeva autonoma ed indipendente, quando sceglievo di stargli vicino e gli facevo bene la barba o gli rinfrescavo il viso!

Dal 17 Novembre 2016 ha cominciato a combattere contro questo mostro chiamato SLA, una malattia che lo ha depauperato, che gli ha portato via i suoi amati muscoli e che soprattutto gli ha tolto la forza di compiere movimenti!

Essendo fisioterapista conosceva bene il suo destino e la rabbia spesso prendeva il sopravvento annullandolo, alle volte non lo riconoscevo più, ma mettevo da parte tutta me stessa per stargli vicino e farlo sentire amato, anche se non mi sembrava mai abbastanza!
Prima il piede destro e nel giro di 4 anni la malattia s’è preso tutto il corpo di mio padre, fino a privarlo della voce e del respiro!

Ha preferito che la malattia facesse il suo decorso, perché non sopportava l’idea di vivere attaccato ad un tubo per chissà quanto tempo, con le lacrime e la possibilità di muovere solo quei suoi splendidi occhi!

Qualche giorno fa mi ha sussurrato con quel po di voce che gli restava “Chica io voglio vivere, MA NON COSÌ”!

Ha deciso coraggiosamente di non farsi vedere per lasciare in ognuno di voi quel ricordo che avete ora mentre leggete queste mie parole, mio papà che nuotava, che surfava, che remava sul galeone, che correva, che faceva triatlon, che sciava, che lavorava per farvi guarire, che viveva la sua quotidianità, le sue passioni e la sua famiglia dandosi sempre al 100%!

Quando camminavo insieme a lui con mia madre (Alessandra Di Lieto) e mio fratello Alessandro Addabbo, ci chiamavano i fantastici 4: che tempi splendidi, magari a riaverli!

Comunque mio Papà mi ha insegnato ad essere forte e che l’amore è invisibile agli occhi ma non al cuore! Io lo so che ora ha smesso di soffrire ed è felice, e so anche che è con me tutti i giorni, come lo è sempre stato nei miei 25 anni, ma all’altare non dovevamo andarci così e io avrei voluto viverlo per molti anni ancora

Grazie a tutti per i messaggi che avete mandato a tutti noi, il mio silenzio valeva più di 1000 parole.

Papà sarai per sempre il mio superpapà e ora che so che sei lì la morte non fa più paura”.