C’era una volta : .… ” Santa Maria Maddalena e Atrani
Santa Maria Maddalena è la patrona di Atrani.
Ormai prossima la ricorrenza, reputo quanto mai opportuno scrivere della santa e ricordare lo stretto legame con la comunità locale. Molto ci sarebbe da dire sul tema ma devo essere necessariamente breve e conciso per non annoiare ma anche per stimolare la curiosità ( spero) anche se è difficile trattare un argomento così complesso con poche battute. Le notizie riportate, infine, sono tratte e più dettagliatamente spiegate nel libro ” La Maddalena ” di M. Giovanna Sica ed Andrea Cavaliere – Il quaderno edizioni – Napoli – luglio 2018.
Binomio Atrani – Maddalena:
….. “Che bella festa fanno sti tranisi,
‘nt e nu’ vic astritto o’ paraviso,
a festa loro a fanno co divuzione
e teneno pe vucato o sarchia pone.
Mim’, mimì, mimì, viestete ambresse
si vuò venì a chiazza io te porte,
t’accatte e castagne co gin gin.
Mimì, mimì, mimì
tutt e inghles stann a guardà,
e tranis ca società “ …..
(= che bella festa fanno questi atranesi, in un vicolo stretto c’è il paradiso, la festa la fanno con devozione ed hanno per tradizione il sarchiapone. Mimì vestiti in fretta, se vuoi venire in piazza io ti ci porto, ti compro le castagne con il gin gin. Mimì gli inglesi stanno a guardare e gli atranesi in società ….)
Così recita quello che rimane di una vecchia cantilena dei tempi andati che esaltava la gioia paesana nella ricorrenza festiva del 22 luglio. Ai giorni nostri il canto, oltre ad essere incompleto ed incomprensibile in qualche termine, è quasi del tutto scomparso e dimenticato, si sono perse le tracce. C’è da ringraziare qualche anziano dalla memoria ancora lucida che va indietro nel tempo fino ai racconti dei nonni! Ma non è scomparsa la devozione alla patrona, anzi, è viva più che mai. Lo dimostra l’attaccamento indissolubile al culto, alla tradizione, alla partecipazione convinta e sempre numerosa alla liturgia, alla struggente nostalgia dei tanti paesani, soprattutto quelli dai capelli bianchi, costretti ad emigrare per i quali ” a’ Matale’n” è come il cordone ombelicale che tiene avvinti alle proprie radici, alla famiglia d’origine, al proprio passato, all’infanzia che, per gli adulti, si identifica con il tempo della perfezione. Il rapporto con la Santa, dunque, è profondo, immanente nella quotidianità, è uno dei simboli del paese, anzi ne rappresenta l’identità. A Lei i devoti si rivolgono come ad una persona amica che ti aspetta per parlarti, per ascoltarti e consigliarti. In ogni caso per farti emozionare.
Ma chi era Santa Maria Maddalena?
Proviamo a conoscerla meglio anche se, ripeto, in modo necessariamente sintetico.
Primo concetto base: la Maddalena è un personaggio storicamente autentico così come è storicamente autentica l’intera vicenda Gesuana! ( di questa affermazione me ne assumo la responsabilità).
Secondo: non è la ” peccatrice” , la penitente dell’immaginario collettivo. E’ falso! Assolutamente. Un falso storico dovuto al grande papa Gregorio Magno che, per mettere a tacere le tante voci già allora in circolazione, si inventò la lavanda dei piedi, gli oli profumati etc. etc. attribuendo un episodio ( questo si riportato nei documenti) di un’ altra Maria ( detta l’egiziaca) alla nostra patrona, sovrapponendo e fondendo così due personaggi in uno solo. Per inciso va anche ricordato che, fra l’altro, fu lo stesso pontefice che fissò il 22 luglio come la data del dies natalis.
Chi è, allora, in realtà? La Maddalena é una delle figure principali dei Vangeli. Insieme alla beata Vergine Maria è fra i personaggi femminili più importanti della fede cristiana.
E’ colei che per prima vede la gloria di Cristo risorto. La prima testimone!
Questa la sua identità, la sua grande importanza, altro che la volgare prostituta dell’immaginario collettivo. E’ l’ apostola degli apostoli.
Un punto di riferimento lungo il cammino della fede.
Conosciamola meglio
Scarsi i cenni sulla biografia della santa perché scarsi i documenti in possesso degli storici. Talmente insufficienti che è quasi impossibile delineare il personaggio in modo completo ed esaustivo.
Nasce a Magdalo ( = torre), coetanea di Cristo (anno più, anno meno), affetta da sette demoni ( = epilessia od anche forte esaurimento nervoso). Gesù, nel suo continuo peregrinare, la incontra durante un’ennesima crisi, ne ha pietà e la guarisce. Da allora Maria non abbandonerà più il maestro, lo seguirà ovunque (perfino sul Golgota a differenza degli altri impauriti apostoli) e provvederà, insieme alle altre donne, con i propri averi al sostentamento del gruppo dei dodici.
Chi era il padre? e la madre? Aveva sorelle o fratelli?
Silenzio dalle fonti.
Secondo alcuni studiosi, suo padre si chiamava Ciro e sua madre Euchasia (?).
Quale era il suo aspetto fisico? Era bassa di statura? alta? magra? E il colore degli occhi ? e dei capelli? e così via di seguito.
Era sposata? Vedova?
Buio completo. Solo tante supposizioni, alcune maligne ed in mala fede.
Muore ad Efeso, forse, nel 63 d.c. dove è sepolta (?).
La Maddalena ad Atrani
Nel 1274 il vescovo dell’epoca, Filippo Augustariccio, autorizza la costruzione di una (piccola) cappella sulla sommità del capo di Atrani, (nei pressi di una postazione militare chiamata “castrum leonis”), dedicata a S.M.M. Perché tale scelta? Per accattivarsi le simpatie di Carlo I d’Angiò, nuovo re del regno di Napoli.
Da allora la devozione alla santa non è mai venuta meno anzi si è rafforzata fino a diventare patrona del piccolo borgo costiero.
La chiesa subisce diversi restauri architettonici.
L’ultimo in ordine di tempo, del 1852, ad opera dell’ingegnere salernitano Casalbore, che trasforma il sacro tempio così come appare ai giorni nostri e la facciata diventa uno degli esempi di stile barocco più interessante della divina costiera.
Qualche curiosità:
Nel 1330 alla vigilia della festa si distribuiva ai fedeli vino, frutta e companatico. con il risultato di sbornie collettive ed accoltellamenti.
Con un volo pindarico di secoli, approdiamo nella seconda metà del 1800.
Sembra che all’epoca, il 22 luglio, la ricorrenza venisse festeggiata con una lunga processione che partiva dalla chiesa di S. Maria del Bando. Durante il percorso venivano declamate laudi, ora del tutto dimenticate. Il ritornello dal popolo, mentre le strofe venivano cantate, a turno, dai fedeli dotati di una bella voce. Fra questi solisti va ricordata ” Caterina é catòlla” ( si, proprio quella del presepe del Carmine) che solitamente chiudeva il canto e la processione con l’ultima strofa in piazza Umberto I.
A memoria d’uomo, è tradizione l’ ” alzata della pettulella”. (Impossibile la traduzione della parola ” pettulella”. Diverse, infatti, le interpretazioni: per alcuni significa semplicemente bandiera, per altri straccio dipinto, altri ancora sottoveste, e così via di seguito.) Il giorno 15 luglio, a mezzogiorno in punto, viene issata sul terrazzo più alto del campanile della collegiata, un drappo dipinto con l’immagine della santa, accompagnato dal suono ” a gloria dei sacri bronzi” (la campana principale) e fuochi pirotecnici. Inizia, così, ufficialmente ” ò festòn” (festa grande).
Continua
Atrani, 20 luglio 2020
Andrea Cavaliere