Aumento dei casi di femmicidi secondo report del servizio analisi criminale
Nel diario di quarantena abbiamo trattato non a caso il tema della violenza sulle donne. La donna vittima per paura di mettersi ancora di più a rischio rinuncia a denunciare la propria situazione ma è importante ricordare che è sempre importante rivolgersi ai centri o alle forze dell’ordine.
Le fasi di questo fenomeno possono sintetizzarsi in quattro: 1) c.d. crescita della tensione in cui l ‘uomo assume un atteggiamento ostile e scontroso e la donna avvertendo il rischio che corre tralascia i propri bisogni 2) c.d esplosione della violenza in cui la violenza ha inizio effettivamente e si accompagna in molti casi a violenza sessuale. 3) c.d. fase della luna di miele in cui l’uomo ha un finto pentimento e la donna viene illusa con regali, promesse 4) c. d. scarico della responsabilità in cui si attribuisce a fattori esterni la responsabilità dei propri comportamenti lavoro, stress, abuso di alcool.
Ben si comprendono quindi le difficoltà che incontra la donna ad uscire da questa spirale.
Nemmeno il coronavirus ha fermato questi aguzzini che odiano le donne ma che dicono di amarle.
Mentre gli altri reati si fermano questi fenomeni non si sono arrestati. Il report del Servizio analisi criminale interforze, un organismo che mette insieme i dati raccolti da carabinieri, polizia, guardie carcerarie e di finanza ci offre un quadro chiaro.
I numeri sono freddi ma raccontano di una realtà che deve essere arginata. Il totale degli omicidi è sceso da 161 a 131 ma il numero di donne uccise è salito da 56 a 59. Rispetto ad una flessione del 19 % degli omicidi i femminicidi sono aumentati del 5 %.
Il lockdown ha influito positivamente sugli omicidi ma su quelli di sesso femminile.
Il report analizza i dati da gennaio a giugno. Ne dettaglio se nel 2019 gli omicidi femminili si attestano al 35 % del totale nel 2010 si è giunti al 45%. Il teatro di questi fenomeni è il luogo in cui ci si dovrebbe sentire protetti la famiglia. In aumento gli omicidi commessi da partner o ex compagni che da 32 passano a 36.
Nel mese di giugno si registra un incremento degli omicidi rispetto a gennaio 31 contro 29.
Il direttore del Servizio analisi criminale Stefano Delfini non si dichiara sorpreso nonostante gli sforzi compiuti in questo periodo di quarantena tanto a rischio per molti.
Le chiamate di aiuto o informazione al numero 1522 sono aumentate in questi mesi. L’attenzione quindi si è rivolta ai “reati spia” che rivelano lo stato di malessere nelle relazioni di coppia e si è notato l’aumento dei femminicidi.
I maltrattamenti nei confronti dei familiari sono aumentati dal mese di maggio dopo la fine del confinamento. Le minacce, lesioni personali e percosse registrano una flessione nel periodo di chiusura in seguito alla pandemia come gli omicidi ma aumenta l’incidenza delle donne tra le vittime come gli omicidi commessi da partner o ex.
Nel dettaglio i maltrattamenti aumentano ad aprile (1.453) e a maggio (1.697) superando il mese di gennaio e diminuiscono a giugno (1.555). Le violenze sessuali seguono invece un percorso diverso aumentano a maggio (263) e ancora di più a giugno (326).
Durante il periodo di lockdown si registra un incremento dei reati di minaccia, lesione personale commessi in ambito familiare. Ma non si può tirare nessun sospiro di sollievo purtroppo in quanto i femminicidi aumentano e da 56 salgono a 59. Mentre nel 2019 le donne vittime costituivano il 35 % del totale degli omicidi commessi nel 2020 questa sale al 45%. Aumentano anche gli omicidi commessi da partner o ex che da 32 passano a 36. Il lockdown ha richiesto, spiega Delfini un grandissimo impegno al fine di monitorare la situazione nelle case.
Il timore per la convivenza forzata si è rivelato fondato come hanno rivelato i numeri. I fondi per i centri antiviolenza non sono mai abbastanza quindi per la lotta alla violenza di genere.