C’era una volta ad Atrani… le reliquie di S. M. Maddalena

25 luglio 2020 | 09:56
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C’era una volta ad Atrani… le reliquie di S. M. Maddalena

C’era una volta : .… ” le reliquie di Santa Maria Maddalena.

La collegiata di Atrani custodisce alcune reliquie di Santa Maria Maddalena e, precisamente, un ciuffo di capelli, un pezzetto di stoffa ed un ossicino del corpo.
Dunque, la piccola comunità costiera può esultare per un altro vanto!
In occasione del dies natalis, desidero trattare, anche se molto brevemente, dei sacri resti per festeggiare a modo mio la festività.

La tradizione popolare ha sempre parlato dell’esistenza di reliquie qui ad Atrani anche se sembravano solo supposizioni e voci infondate.
Per anni, infatti, sono scomparse e nessuno sapeva perché, come e quando. Poi, si scopre che le stesse erano state chiuse in gran segreto in una cassaforte della collegiata.
Appresa la notizia, per iniziativa del Comitato Festeggiamenti (di cui ero il presidente, siamo nel 2013), con la collaborazione del sindaco dell’epoca, rag. Nicola Carrano, sotto la spinta, poi, del Comitato successivo, finalmente i sacri resti sono ricomparsi dall’oblio ed ora vengono esposti alla venerazione dei fedeli nelle occasioni solenni.

Cosa si intende per reliquia?
Nel vocabolario della lingua italiana la parola sta a significare tutto ciò che rimane, resto, residuo, avanzo; dal latino relinquere che sta per abbandonare, lasciare. Nel linguaggio religioso si utilizza per indicare i resti mortali di un santo o di un personaggio importante.
In occidente, almeno fino a papa Gregorio Magno ( 590-614), non si usava toccare le Ossa dei martiri. Si era soliti possedere quelle che venivano definite ” le reliquie a contatto” come ad esempio brandelli di stoffa appartenuti al defunto.
In Oriente, invece, si toglieva dal sarcofago qualche parte del corpo per portarla altrove o addirittura si prelevava l’intero corpo per offrirlo alla città che non possedeva martiri propri. ( vedi il corpo di S. Andrea traslato ad Amalfi nel 1208)
Nel nostro caso, invece, sembra che le due usanze coincidano perfettamente.

Le reliquie sono autentiche? Perché, come e quando sono arrivate nella nostra collegiata? Cosa c’è di vero? Quali i documenti in nostro possesso? Purtroppo c’è un vuoto incolmabile. I dati sono scarsi ed insufficienti, i dubbi, invece, tantissimi.

Prima prova:
Francesco Maria Pansa, nella sua opera ” Istoria dell’antica Repubblica – edita nel 1724- Napoli – volume II – pag.14, afferma … ” vedesi un dito con alcuni capelli di quella Santa … ” che dentro un reliquiario ” …..

Seconda prova:
Durante le ricerche nell’archivio parrocchiale, ho trovato due documenti che ne attestano l’esistenza, la provenienza e l’autenticità ( secondo alcuni, ma non il sottoscritto).
In sintesi, il riassunto dei testi vergati in latino:
– Nicola Rocco, vescovo di Ravello e Scala, riceve la visita di Padre Bernardino da Pisticci (MT) dei Padri Riformatori di S. Francesco con alcune sacre reliquie che gli erano state date in dono dal cardinale Maria Bernardo Conti, chiuse in una piccola capsula munita del suo sigillo. Apertala e riconosciute le reliquie della Maddalena, il presule le sistema a sua volta in un piccolo reliquiario di forma ovale ed ornato di cristallo. Appostovi il proprio sigillo, lo consegna allo stesso frate affinché ne disponga a piacimento. ” Datum Neapoli die 27 maggio 1722″.
– Nel secondo manoscritto le reliquie vengono riconosciute come appartenute alle ” Penitente” dal Vicario Generale Milone della diocesi di Amalfi e concesse alla venerazione dei fedeli. ” Datum Amalphi 20 luglio 1728″.

Terza prova: la tradizione popolare.

Purtroppo non esistono altri documenti o, perlomeno, non ne ho contezza.
Osservazioni: le date del Pansa e dei due documenti appaiono possibili e vicine cronologicamente. Siamo dunque nella seconda decade del 1700.
Inoltre, sembra proprio certa la presenza di sacri resti ( o,comunque, di qualcosa di simile) qui ad Atrani e da ben 300 anni.

Tutto qui, non c” altro. Siamo al punto di partenza. Mancano i dati certi. Abbondano, invece, i lati oscuri.
Qualche esempio in breve: i due documenti sono autentici?
Ancora; quasi nulla sappiamo della vita della ” peccatrice” addirittura meno della sua morte. Quando e dove è morta? di che morte? dove è sepolta? etc. etc. Allora come possiamo affermare che queste di Atrani sono realmente appartenute alla Maddalena se nulla sappiamo della sua morte?
Come fa Nicola Rocco, vescovo di Scala e Ravello, a riconoscere, fra le altre, le reliquie della Maddalena?
Si può continuare all’infinito. Risposte, al momento, non ne esistono.
Una sola cosa è certa: la fede in Cristo non può basarsi esclusivamente su di un pezzo di stoffa o su di un qualche ossicino del corpo. Deve poggiare, invece, sulla ricerca di Dio nel cuore e nella mente. ” Sed inquietum est cor nostrum donec requiescat in te” diceva il grande S. Agostino. Le reliquie sono un aspetto secondario, oserei dire folcloristico, vere o false che siano. Non sono la via principale verso il Risorto.

Continua

Atrani, 22 luglio 20020

Andrea Cavaliere