Emilio Russo e la Gerusalemme Liberata all’Istituto Tasso
Articolo aggiornato dagli inviati di Positanonews con riprese trasmesse in diretta facebook, registrazioni video, foto e interviste.
Importanti novità sono state presentate in questo incontro dal prof Emilio Russo, ha annunciato la scoperta di un manoscritto nella Biblioteca di San Daniele del Friuli, trattasi di una lettera al Cardinal Aldobrandini, e della prossima pubblicazione di una edizione della Gerusalemme Liberata aggiornata delle ultime ricerche, oltre a relazionare di recenti studi circa la prima pubblicazione Bonnè.
L’appuntamento di oggi 21 luglio 2020 alle ore 18.00 presso l’Hotel Continental è con Emilio Russo e Domenico Palumbo. Nell’ambito del ciclo di conferenze di altissima qualità organizzate da Luciano Russo presidente dell’Istituto , che prosegue con una serie di incontri imperdibili.
Non è semplice parlare della “Gerusalemme Liberata” né del suo celeberrimo autore, Torquato Tasso. Eppure domani (martedì 21 luglio 2020), per chi volesse gustare le gesta eroiche dei crociati e degli eroi descritti dal Tasso, c’è un appuntamento da non perdere. Il professor Emilio Russo, tra i più autorevoli studiosi di letteratura italiana, parlerà di quel capolavoro che è la “Gerusalemme Liberata”. A moderare l’incontro, organizzato dall’Istituto di Cultura Torquato Tasso, ci sarà l’amico Domenico Palumbo, che del poeta sorrentino si è occupato in più occasioni. Ma come posso fare a stuzzicare la vostra curiosità? Vi racconto un aneddoto, che forse non conoscete. Nel 1588 Torquato Tasso, stanco dal continuo peregrinare su e giù per l’Italia, si portò a Napoli per risolvere quello che in alcune lettere definiva “il negozio di Napoli”, forse un affare economico da trattare in prima persona. Purtroppo nella bella “Partenope” il poeta scoprì che l’amata sorella Cornelia era morta e che a Sorrento non poteva contare su nessun affetto, nessun aiuto. A corto di quattrini e alle prese con alcuni “detentori de’ suoi beni” (dei lestofanti), Torquato Tasso mise mano alla penna d’oca e indirizzò un serie di lettere agli arcivescovi di Napoli, Salerno e Sorrento, così da ricevere dei decreti di scomunica per gli usurpatori. La lettera a mons. Giuseppe Donzelli, il piemontese arcivescovo di Sorrento (era nato a Mondovì, nel cuneese), lascia tuttora di stucco per la bellezza dei sentimenti espressi, ma anche per il pragmatismo. Tasso non mancò di far notare al prelato che “essendo nato in Sorrento, dovea esser da lei riconosciuto per servitore, come uno de gli altri sorrentini”; ma purtroppo la malattia del corpo (non dell’anima ci tiene a sottolineare il poeta) lo teneva bloccato a Napoli, anche perché “non invitato da alcuno a Sorrento, non ho potuto ancora venire”. Ormai Cornelia era morta, il venerato fra Fabiano di San Vincenzo era sparito (forse morto anch’egli) e il nipote Antonino era adulto, preso dagli affari di casa Sersale. Ma al Tasso interessava quella “scomunica di sua Santità fatta a mia requisizione”, perché di nostalgia si nutriva il cuore ma lo stomaco no @ Sorrento, Italy. Galano Gennaro