Frane in Costiera Amalfitana, Abbac e associazioni abientaliste chiedono task force governo e protezione civile

28 luglio 2020 | 21:16
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Frane in Costiera Amalfitana, Abbac e associazioni abientaliste chiedono task force governo e protezione civile

Ingenito (Abbac): “Occorre tutela ed interventi ad hoc, la Costiera si sta sbriciolando”

Due frane in pochi giorni a Positano e a Conca dei Marini, l’Abbac Costiera Amalfitana ribadisce quanto già richiesto nell’inverno scorso a seguito dei diversi smottamenti ed eventi franosi che bloccarono la circolazione stradale e che solo per fortuna non ebbero conseguenze ben più gravi. Serve una task force del Governo, con un intervento ricognitivo della Protezione Civile Nazionale. No ad interventi tampone come quelli intrapresi dalla Regione a Cetara e a Capo d’Orso, ma un cronoprogramma di interventi risolutivi e di salvaguardia.

“Occorre fare di più e con azioni mirate, la Costiera Amalfitana si sta sgretolando, serve un intervento choc ed eco sostenibile che riduca l’impatto ambientale ed inquinante e dannoso – dichiarano il presidente regionale Abbac Agostino Ingenito e il delegato Costiera Agostino Della PietraLo scorso inverno avevamo scritto provocatoriamente all’Unesco perché ritirasse il titolo di patrimonio dell’umanità, oggi chiediamo l’intervento delle Nazioni Unite e dell’Europa. Il nostro Paese deve tutelare i siti Unesco e la Costiera che come la Penisola Sorrentina sono aggredite da carichi di traffico veicolare ed azioni urbanistiche non più tollerabili. Chiediamo una ricognizione urgente anche dei progetti e cantieri in corso per accertare eventuali ulteriori rischi. Serve tutelare il paesaggio e uno scrigno prezioso fortemente violentato”.

Nelle prossime ore l’Abbac insieme al coordinamento delle associazioni ambientaliste, chiedendo anche il coinvolgimento del Distretto Turistico e del coordinamento dei sindaci, invierà una denuncia formale alle autorità competenti. “Siamo già in contatto con il Wwf e Legambiente e le altre realtà associative di tutela – conclude Ingenito – Occorre fare presto, serve sbloccare i fondi Cipe e intraprendere un’azione di autentica sostenibilità”.