Lettera aperta ad Angela Merkel

4 luglio 2020 | 00:31
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Lettera aperta ad Angela Merkel

Gentile Presidente, mi rivolgo a lei poiché la considero l’unica vera statista europea. Tuttavia temo che la carica dei 27 sarà costante, spietata, tesa al dispendio delle sue energie (nella speranza di assestarle il colpo del KO ed alla conquista di vittorie da Pirro (inutili ed inconsistenti). Personalmente conto sulle sue indiscutibili doti: intelligenza, consiglio, pazienza, prudenza, fortezza, sapienza, scienza, pietà e timore di Dio. In particolare conto sulla sua lunga esperienza politica e sulla sua preparazione professionale sia in economia politica che in politica economica. Puntando sulla intelligenza e sulla pietas le chiedo di riesaminare quanto accadde alla Grecia allorché le furono imposte condizioni capestro per ottenere prestiti e fu “commissariata” … i servizi diffusi dalle emittenti televisive e le notizie pubblicate dai quotidiani di tutto il mondo mi addolorarono perché lo “scacco matto” inflitto ai governanti ed ai cittadini di un paese al quale tutti dobbiamo rispetto e riconoscenza per quanto ci è stato donato ed insegnato dai loro antenati. Le chiedo di non infliggere “scacco matto” all’Italia ed agli altri paesi europei che, anche a causa del Corona Virus, navigano in pessime acque. Non glielo chiedo come cittadina italiana (da tempo non mi sento più tale) ma come erede di uomini che hanno trasformato l’Italia in uno scrigno di tesori che tutto il mondo ci invidia. Mentre i poveri, i miseri, gli affamati, coloro che non possono più curarsi, non possono vestirsi adeguatamente, non sanno cosa mettere sulla tavola, coloro che non hanno nulla per ricominciare, che svendono quel poco che avevano conservato gelosamente, i nostri politici attendono che un altro paese chieda di accedere al MES. Il popolo langue e nessuno se ne avvede. Mi appello anche alla sua preparazione in materia contabile: convochi il prof. Cotticelli e gli chieda quali spese andrebbero depennate e/o ridotte, legga con lui i bilanci preventivi dello Stato Italiano, si faccia illustrare quali e quante sono le “partite fuori bilancio” ma non chieda di mettere sulle fragili spalle dei nuovi e vecchi poveri altri balzelli; chieda di ridurre l’IVA sui prodotti di largo consumo e di eliminarla sui beni ed i servizi di prima necessità; insegni ai nostri governanti come si sconfigge l’evasione. Non certo incrementando imposte e tasse o riducendo il potere di acquisto di lavoratori dipendenti e pensionati o assoggettando all’IVA il costo del lavoro; queste strategie hanno indotto molti imprenditori italiani a trasferire all’estero le loro imprese o ad assumere in nero per non pagare contributi esosi o ad assumere gli immigrati irregolari dando loro poco più di una elemosina. Le auguro un proficuo lavoro e le porgo i miei più cordiali saluti. prof. Francesca LAURO