Oggi la Chiesa festeggia San Camillo de Lellis
Annunziato da un sogno nasceva il 25 maggio del 1550 a Bucchianico nella diocesi di Chieti San Camillo de’Lellis, da madre di età assai avanzata, la quale morì poco dopo la nascita del figlio.
All’età di 6 anni perdette anche il padre e quindi si spiega come il piccolo Camillo, abbandonato a se stesso, ‘abbia avuto una giovinezza assai libera fino a quando il Signore lo chiamò a mutar vita nell’anno 1574.
Appena l’età glielo permise, si diede al mestiere delle anni, già esercitato da suo padre e che per S. Camino’ fu fatale. Appassionandosi infatti ognor più al gioco, e.in esso arrischiando grosse somme, il poveretto si trovò ridotto in breve alla povertà più estrema. Abbandonò quindi il mestiere delle armi e per sostentarsi si ridusse a far il manovale in un convento di Cappuccini. Il guardiano, vedendolo di buona indole, gli fece una paterna ammonizione, che Camillo ascoltò con umiltà. Gettatosi poi ai piedi del frate, promise di riparare il male compiuto. Infatti dopo alcuni giorni di riflessione e di preghiera, chiese di essere ammesso tra i figli di S. Francesco e potè vestire l’abito dei Cappuccini.
Ma una ferita riportata da soldato al collo del piede, resa sempre più molesta per l’urtare continuo che vi faceva l’abito, lo costrinse ad abbandonare il convento.
Fu duro pel fervoroso novizio deporre quell’abito, Abbandonare quel luogo, ma rimessosi interamente alle disposizioni della Divina Provvidenza si recò a Roma. Qui era il campo del suo apostolato.
Sotto la direzione di S. Filippo Neri passò al servizio degli incurabili nell’ospedale di S. Giacomo e lì maturò l’idea di fondare una Congregazione di religiosi con l’unico scopo di servire gl’infermi. Perciò, benchè di età già avanzata, circa il 1580 si mise a frequentare con i fanciulli i primi corsi di studi. I condiscepoli, giovani e spensierati, lo deridevano, ma Camillo fu costante ed ebbe la gioia di divenire sacerdote.
Le sue maniere affabili e dolci gli attirarono alcuni altri sacerdoti ed il Santo potè dar principio alla vagheggiata Congregazione dei Chierici Regolari ministri degli infermi.
Non è facile dire il bene che questi religiosi hanno fatto e fanno nella Chiesa: S. Filippo Neri li diceva non uomini, ma angeli in carne, tant’era la loro delicatezza e premura cogli infermi.
Il cuore di S. Camillo esultava vedendo tanti dolori leniti e tante anime soccorse proprio negli estremi momenti, ed era sempre il primo al letto degli infermi per prodigare le sue cure sapienti. Il Signore premiò questo zelo col dargli il dono dei miracoli e della profezia che il Santo usò per alleviare le miserie umane.
Consumato dalle privazioni e dalle fatiche, e colpito contemporaneamente da cinque diversi penosissimi mali da lui chiamati « le misericordie del Signore », passò a ricevere il premio della sua laboriosa vita il 14 luglio del 1614 in età di 64 anni.
Benedetto XIV l’iscrisse nell’albo dei Santi, e Leone XIII lo dichiarò celeste patrono di tutti gli ospedali.
PRATICA. Benefichiamo, visitiamo, solleviamo i poveri nelle loro pene, per poter udire nel giorno del giudizio da Gesù le consolanti parole: «Ebbi fame e mi saziaste, ebbi sete e mi deste da bere, fui ignudo e mi vestiste, infermo e carcerato e mi visitaste… venite ora al premio che vi ho preparato ».
PREGHIERA. O Dio, che decorasti S. Camillo della prerogativa di una singolare carità, a favore delle anime sofferenti, deh! infondici per suoi meriti lo spirito del tuo amore, affinchè nell’ora della nostra morte meritiamo di vincere il nemico e di giungere alla corona celeste.
MARTIROLOGIO ROMANO. San Camillo de Lellis, sacerdote, che, nato vicino a Chieti in Abruzzo, dopo aver seguito fin dall’adolescenza la vita militare ed essersi mostrato incline ai vizi del mondo, maturò la conversione e si adoperò con zelo nel servire i malati nell’ospedale degli incurabili come fossero Cristo stesso; ordinato sacerdote, fondò a Roma la Congregazione dei Chierici regolari Ministri degli Infermi.