Solo noi superstiti, noi che abbiamo affrontato la guerra ed il dopoguerra, il colera e le conseguenze del colera ed siamo riusciti a tener lontano il corona virus, ricordiamo con nostalgia la cara vecchia mastodontica radio intorno alla quale si raccoglieva la famiglia prima al buio, poi alla incerta luce di una candela ed infine alla tenue luce di una lampadina. Quando iniziava la rubrica della signora Cipriana il silenzio era assoluto, ascoltarla dava sollievo poiché la sua voce dava sollievo alle nostre angosce ed avevamo la sensazione che fosse la nostra portavoce. La sua frase conclusiva era tagliente ed attuale: “datemi un pensionato da far sanguinare a lungo sotto un baldacchino d’oro” All’epoca godevano della pensione solo i dipendenti dello Stato, poi il diritto alla pensione è stato progressivamente e lentamente esteso anche ai lavoratori autonomi dietro versamento di contributi previdenziali relativi a cinque anni di reale o presunto lavoro (alcuni di questi privilegiati hanno percepito la pensione per oltre cinquanta anni ed alcuni di essi hanno festeggiato i cent’anni di vita). Vi sono aziende che pagano ai dipendenti fino a sedici mensilità all’anno, concedono benefici di vario genere e consentono loro di percepire una pensione normale ed una integrativa. Vi sono aziende ed accanto a queste lo Stato che, a parità di compiti e di responsabilità, liquidano al dipendente di sesso maschile una retribuzione superiore a quella che liquidano al dipendente di sesso femminile, concedono loro una tredicesima ridotta rispetto alle mensilità ordinarie e quando riusciranno ad andare in pensione percepiranno pensioni e tredicesima diverse. Tutti i pensionati INPS percepiscono anche una quattordicesima tranne i pensionati ex INPDAP costituiti, in larga parte, da docenti di ogni ordine e grado. Gli ex INPDAP nel corso della loro carriera hanno subito progressivi tagli ai loro non lauti compensi: i professori che dovevano correggere i compiti hanno perso quanto era stato dato loro per questo lavoro extra, tutti i professori hanno perso il contributo per l’acquisto di libri e la partecipazione a corsi di aggiornamento, sono stati poi obbligati a partecipare a corsi di aggiornamento senza percepire alcun compenso aggiuntivo ed infine sono stati obbligati a partecipare a corsi di aggiornamento a pagamento. Le pensioni liquidate ai professori sono maggiori di quelle liquidate alle prof ed entrambi non percepiscono la quattordicesima. Ignoro se per i gay, le lesbiche ed i trans siano previsti pagamenti differenziati; ignoro se qualcuno intende ridurre gli stanziamenti di bilancio destinati ai prof in pensione per tutelare i vitalizi generosamente ripristinati per onorevoli e senatori; ignoro se la nostra resistenza al Covid potrebbe essere considerata un grave colpo assestato alla sfondate casse dello Stato; ignoro il motivo per cui agli altri dipendenti statali sono state concesse pensioni privilegiate negate ai prof (a Massimiliano Latorre è stata giustamente concessa, ma non è stata concessa ai prof ed agli insegnanti che hanno avuto l’imprudenza di ammalarsi prima che venisse varata la legge; non è stata concessa retroattivamente ma neanche dall’ entrata in vigore della legge in poi). Se costiamo troppo, se desiderate dissanguarci a lungo sotto i vostri baldacchini d’oro, ditecelo … ma abbiate il pudore di cambiare l’inno nazionale perché non siete pronti alla morte ma desiderate che altri lo siano volenti o nolenti. prof. Francesca LAURO