Sant’Agnello. Ecco perché il riesame ha bocciato l’Housing Sociale, sotto accusa anche amministrazione Sagristani- ESCLUSIVA
Sant’Agnello. Ecco perché il riesame ha bocciato l’Housing Sociale – ESCLUSIVA.
Sant’Agnello , Penisola Sorrentina. Di seguito, riportiamo la sentenza del Tribunale di Torre Annunziata che ha bocciato l’Housing Sociale, confermando il sequestro per il complesso residenziale e le 53 famiglie non potranno, per il momento, accedere agli appartamenti. Ricordiamo che già il Tar Campania a Napoli ha bocciato analoga opera a Sorrento, anche a Castellammare di Stabia è stato bloccato tutto ma per inchiesta su Greco e collusioni, da precisare che Quagliarella, socio di Elefante nella società costruttrice dell’housing sociale, è completamente estraneo dall’inchiesta . . I Giudici parlano anche di possibili colpe dell’amministrazione Sagristani. Preferiamo far valutare ai lettori leggendo il testo completo dell’ordinanza scritta dai magistrati. Parole e accuse pesanti, che sono al momento valutazioni che non hanno portato ad alcun procedimento giudiziario nei confronti di politici o tecnici santanellesi. Ricordiamo che il Movimento Cinque Stelle ha chiesto una commissione di inchiesta interna, votata mentre pacificamente protestavano le famiglie assegnatarie rimaste senza casa, ci potrebbero essere anche risvolti clamorosi.
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Qui la sentenza nell’allegato.
Il Mattino di Napoli, primo quotidiano della Campania, il giorno dopo, 22 luglio 2020, a firma di Dario Sauto scrive
Un’area «riservata esclusivamente a un intervento di edilizia pubblica» trasformata in «una speculazione di edilizia privata, mascherata sotto forma di alloggi sociali con prezzi tutt’altro che agevolati». In poche parole, al posto del progetto per costruzione di case popolari preparato nel 2011 era spuntato nel 2015 quello di «housing sociale» di Sant’Agnello. Sono queste le motivazioni che hanno spinto i giudici del tribunale del Riesame di Napoli (dodicesima sezione penale, presidente estensore Luigi Esposito) a confermare l’ordinanza emessa dal gip di Torre Annunziata dopo il decreto di sequestro urgente emesso dalla Procura oplontina (procuratore Nunzio Fragliasso, aggiunto Pierpaolo Filippelli, sostituto Andreana Ambrosino). Secondo l’accusa, quel complesso immobiliare di housing sociale sorto in via Monsignor Bonaventura Gargiulo al posto di un agrumeto è stato realizzato grazie a un permesso a costruire illegittimo e in contrasto con il Piano urbanistico territoriale della Regione, una deroga che secondo i giudici rappresenterebbe la malafede dell’amministrazione comunale. In pratica, l’intero quartiere sarebbe totalmente abusivo.
LE INDAGINI
Il sequestro, eseguito dalla polizia giudiziaria della Procura oplontina, era arrivato a febbraio, pochi giorni prima dell’inaugurazione e dell’ingresso negli appartamenti da parte degli acquirenti. Indagati a piede libero per varie irregolarità di natura edilizia sono i quattro amministratori che si sono avvicendati alla guida delle due società committente ed esecutrice dei lavori: Antonio Elefante e Massimiliano Zurlo (SHS Sant’Agnello Housing Sociale srl, progettista dei lavori), Danilo Esposito (amministratore della New Electra) e Francesco Gargiulo (ex ad della ditta). Per Elefante ed Esposito, il Riesame ha rigettato le istanze per motivi tecnici. Per Zurlo i giudici sono entrati nel merito della decisione, facendo emergere grazie alla consulenza dell’accusa, firmata dall’architetto Ciro Oliviero l’ennesimo passaggio «strano» in tutta la vicenda. Nel 2011 il consiglio comunale di Sant’Agnello «incaricò alcuni professionisti di elaborare i progetti di edilizia popolare provvedendo a liquidare» circa 100mila euro. Quel progetto «inspiegabilmente» (scrivono i giudici) scompare e nel 2015 la Giunta comunale approva il piano urbanistico attuativo di housing sociale, di iniziativa privata. «È vero che l’area di circa 9mila metri quadrati era stata individuata dal piano regolatore del 2010 per il Piano Casa, ma è solo conforme ad un Piano per l’edilizia Economica e Popolare (Peep)» sostengono i giudici. In pratica, gli interventi di edilizia pubblica potevano servire solo «per soddisfare il fabbisogno derivante da abitazioni malsane e in sovraffollamento» con un bando «aperto ai soli residenti di Sant’Agnello». Inoltre, sul territorio «non c’era alcuna altra possibilità di poter realizzare ulteriori vani residenziali, tanto più se di edilizia privata». Per questo, il quartiere con una cinquantina di appartamenti già quasi ultimati resterà sotto sequestro per «stabilire se siano totalmente abusivi» come sostiene l’accusa, a tutela di chi ha già acquistato le case. Intanto, è stata fissata a settembre l’udienza del Consiglio di Stato per discutere di un altro progetto di housing sociale, quello di Sorrento, da realizzare negli ex capannoni Aprea Mare. L’intervento è già stato bocciato dal Tar.