Scandalo Condono

1 luglio 2020 | 18:16
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Scandalo Condono

Ancora una volta viene proposto un condono “velato” ed immediatamente si leva alto il grido di dolore di coloro che non ne sono destinatari e che, ovviamente, lo ritengono un’offesa al loro onore, al loro senso della giustizia. Si dimenano ed urlano pur essendo ignari della quantità e della qualità degli abusi commessi e delle “agevolazioni” concesse a coloro che per riciclare danaro sporco o per “fare un affare” sulla pelle dell’ espropriando di turno acquistano all’asta un immobile . A volte l’abuso viene commesso per necessità e/o ignoranza: in penisola vi sono immobili costruiti il secolo scorso o ancor prima; in molti di essi molti di essi il gabinetto era stato realizzato su di un ballatoio intermedio, su di un terrazzino o su di una terrazza onde evitare che i cattivi odori entrassero negli appartamenti ed erano collegati al pozzo nero che doveva essere periodicamente svuotato o ad un pozzo assorbente; quando il liquame che veniva raccolto dai pozzi è stato soppiantato da concimi chimici i proprietari hanno eliminato i pozzi ed hanno dirottato i liquami verso la rete fognaria che andava prendendo forma ed hanno incorporato i servizi igienici realizzati all’aperto negli appartamenti o hanno trasformato i servizi ubicati sui ballatoi intermedi in ripostigli ed hanno realizzato i servizi igienici all’interno degli appartamenti. Queste opere, all’epoca, non erano considerate abusive ma necessarie poiché consentivano di evitare di uscire all’aperto e/o di sistemare nei comodini un capiente pitale. Molte case coloniche sono ancora prive di gabinetti ma hanno cucine ampie nele qali hanno ricavato lo spazio per servizi igienici adeguati: se l’avessero realizzati nel secolo scorso non avrebbero commesso un abuso, se l’hanno realizzato dopo hanno commesso un abuso. Molti abusi sono scaturiti anche dall’ignoranza delle norme in materia edilizia e/o dal fatto che i lavori non sono stati affidati ad un tecnico e ad un’impresa, ma sono stati realizzati in “economia” con l’aiuto del vicino, del parente o dell’amico che hanno offerto gratuitamente un aiuto ma non sapevano che sarebbe stato opportuno e necessario chiedere il permesso o fare comunicazioni di nizio e fine lavori al Comune. Qualcuno ha realizzato una tavernetta per giocare a carte con gli amici, qualcuno ha realizzato un soppalco per consntire ai figli di avere un po’ di privacy, di studiare, di ricevere qualche amico o ha abbassato il livello delle lamie interpiano per rendere agibile il sottotetto aumentandone l’altezza media. Molti di questi abusi sono stati commessi in occasione delle ricostruzioni post-bellica e post terremoto. Sarebbe opportuno esaminare con serenità i fascicoli dei condoni e comprendere se il cambio di destinazione operato è intollerabile o tollerabile, se l’opera posta in essere poteva essere consentita se l’interessato avesse chiesto il permesso (si tratterebbe solo di un’omissione e non di un vero e proprio abuso) o se l’opera non poteva essere consentita (in tal caso si tratterebbe di un abuso edilizio). I soppalchi possono essere realizzati ma debbono rispettare i parametri fissati dal piano regolatore della Grande Sorrento fino a quando i singoli Comuni che la componevano non hanno adottato nuovi piani regolatori. L’abuso che il cittadino ha spontaneamente comunicato al Comune potrebbe essere stato sanato dai PUA.
Ritengo, quindi, che l’esame sereno dei fascicoli dei condoni sia fondamentale e va fatto senza scandalizzarsi se alcune situazioni verranno sanate e che non bisogna dimenticare che colui che ha acquistato un immobile condonato ha pagato a colui che ha commesso l’abuso il prezzo di mercato, non ha commesso alcun abuso edilizio e non può chiedere che la pratica che gli interessa venga esaminata se non ha ricevuto dal vecchio proprietario una sorta di “VIA LIBERA” e non può accedere agli atti relativi al suo appartamento per una interpretazione orripilante ed ingiustificata del diritto alla privacy dei SOLITI NOTI … ma se un’organizzazione criminale, un affarista, un usuraio se ne appropria o la compra a prezzo stracciato, non solo può accdere agevolmente agli atti del condono ma può proporre, fuori tempo massimo, le domande di condono che non erano state presentante nei modi e termini di legge o, meglio, non erano state presemtate. Chiariti questi concetti chiedo al paziente lettore: sembra a voi delittuoso concedere un condono edilizio a chi la casa l’ha acquistata a prezzo pieno?
prof. Francesca LAURO (photomatt)