In cima ad una antica e dritta strada a Sant’Agnello, nota come “o’ filatur” , toponimo in cui è racchiusa tutta la sua storia, c’è il borgo di San Vito, obliterato dalla moderna viabilità, che lo rende un appendice, si ci deve andare appositamente, ma in antico, importante incrocio viario per raggiungere il porto spiaggia dello scaricatoio, attraverso Cermenna, o verso Sant’Agata, aggirando i dazi sorrentini.
Ebbene , in questi giorni d’estate, in questo borgo, si sono stanziate colonie di rondini, fastose e cinquettanti, o per dirla in termini scentifici: garrisce, zinzilula. Strano , perché la penisola è ricca di Gabbiani, tortore e colombi. Gabbiani con una audacia , sempre più pronunciata riescono a ghermire i pasticcini dai tavoli degli alberghi o ristoranti che si affacciano a mare. Tale da scatenate le ire dei proprietari che no sanno più come combatterli, addirittura qualcuno ha adottato un falco pellegrino per allontanarli, la cooperativa dei portuali, ha un registratore continuo, che emette il verso del falco, altri semplicemente hanno messo dei fili di lenza da pesca in nailon, che impressionano il gabbiano che si allontana senza più tornare. E poi, i gabbiani, hanno imparato che è più economico, dal punto di vista di energie, cercare in buste di rifiuti, o cercare sui tanti terrazzi qualcosa da mangiare che andare a pesca in un mare sempre più avaro. Colombi e gabbiani si dividono gli strapiombi sulla costa marina, nidificando nel costone tufaceo. Il gabbiano comunque attacca e divora il colombo più fragile, ghermendolo e affogandolo in mare. Le tortore , invece godono dei vari giardini interni e sostituendo con il loro grugulare continuo e quasi noioso, va dall’alba al tramonto, a quello che una volta era il canto del gallo. Un tempo gioia e leccornia dei cacciatori, oggi specie protetta che in maniera incontrollata aumenta a dismisura, monopolizzando il territorio e sottraendo spazio ad altri tipi di uccelli, ecco perché dobbiamo godere di queste colonie di rondini che si affollano a San Vito.