Lista dei clienti sparita: denunciata la Sonrisa. La lista dei clienti che hanno partecipato ai party non c’è. E così, a tre giorni dall’esplosione del focolaio di Sant’Antonio Abate, scatta anche la denuncia per la Sonrisa, il castello delle cerimonie diventato l’epicentro dell’emergenza sanitaria all’ombra del Vesuvio. Nella giornata di ieri, infatti, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha firmato un esposto inviato in procura per denunciare le presunte omissioni della famiglia Polese, la dinastia di imprenditori che gestisce la struttura. E intanto dai controlli a tappeto eseguiti dall’Asl nella zona sottoposta a quarantena viene fuori il contagio di un bimbo di appena due mesi.
“E’ urgente e necessario che la struttura ricettiva, come già da reiterate richieste ufficiali dell’Asl Napoli 3, fornisca gli elenchi e dia indicazioni precise su tutti i partecipanti ai vari eventi, feste e iniziative di qualsiasi tipo, che si sono svolte nelle ultime settimane – il succo della denuncia partita dalla Regione Campania – Finora è stato possibile ricostruire i contatti per sole poche decine di partecipanti. Della mancata esibizione degli elenchi è stata già informata l’autorità giudiziaria. Il presidente De Luca ha invitato la direzione dell’Asl a richiedere ufficialmente l’impegno diretto e immediato delle forze dell’ordine affinché vengano forniti gli elenchi di quanti hanno partecipato agli eventi per poter procedere all’individuazione tempestiva di eventuali altri contagi, e perché vengano perseguiti comportamenti irresponsabili che vanno oltre il tollerabile”.
L’ipotesi è quella di una registrazione non effettuata nonostante le leggi anti-Covid in vigore che impongono, soprattutto per le strutture turistiche e della ristorazione, di annotare obbligatoriamente i dati di tutti i commensali e aggiornare il “diario di bordo”. Senza quei documenti sarà quasi impossibile ricostruire la catena del contagio. E allora ci si affida al buon senso di chi vorrà sottoporsi autonomamente al tampone.
Così come da ieri avviene a Sant’Antonio Abate dove è in corso uno screening di massa per monitorare l’intera popolazione. Cinque i seggi elettorali, in altrettanti plessi scolastici, sono stati trasformati in mini-ambulatori per accogliere i cittadini che hanno volontariamente deciso di sottoporsi ai test sierologici o ai tamponi. Una partecipazione intorno al 6% nella prima giornata di controlli per arginare la diffusione del virus. Solo due, invece, i casi positivi certificati nella mini-zona rossa, istituita nella serata di martedì e estesa il mattino successivo su tutta via Croce Gragnano. Un lockdown per i residenti che in poche ore si erano trovati blindati nelle proprie case e con tutte le difficoltà del caso. E i check point erano stati sorvegliati notte e giorno dalle forze dell’ordine con l’ausilio anche dell’esercito. Barriere rimosse dalla mezzanotte di ieri con i residenti di via Croce Gragnano che sono stati liberati. Ma a restare chiusi a Sant’Antonio Abate sono, ancora, i parchi pubblici, le chiese e gli uffici comunali. Così come chiuse restano le due strutture ricettive della Sonrisa e di Villa Palmentiello fino al 25 agosto prossimo. La tensione, nonostante i piani di contenimento del virus, resta alta e non soltanto nella cittadina abatese. Buone notizie dal Cotugno dove sono stati ricoverati cinque contagiati con difficoltà respiratorie, migliorano le condizioni di salute di tutti. Ad alimentare preoccupazioni erano state, invece, le fake news sui social che avevano divulgato una situazione grave per il cantante stabiese. Contro la giungla dei siti web è arrivata puntuale la risposta della moglie del musicista che ha, invece, rassicurato: “Stiamo attraversando un periodo difficile perché mio marito è risultato positivo al Covid ed è attualmente ricoverato al Cotugno, assistito al meglio dai medici. Volevo assolutamente smentire la notizia che è intubato, questa falsa informazione ha generato tanta preoccupazione tra amici e conoscenti. Trovo di cattivo gusto divulgare notizie errate speculando su momenti difficili”.
Fonte Metropolis