Sant’Agnello, Housing Sociale: il sindaco in Procura per accelerare i tempi

25 agosto 2020 | 09:22
Share0
Sant’Agnello, Housing Sociale: il sindaco in Procura per accelerare i tempi

Il sindaco di Sant’Agnello Piergiorgio Sagristani ha raggiunto qualche giorno fa il palazzo di giustizia di Torre Annunziata per incontrare il procuratore Nunzio Fragliasso e la dottoressa Andreana Ambrosino, pubblico ministero titolare dell’inchiesta sull’housing sociale di via monsignor Bonaventura Gargiulo, sequestrato dallo scorso febbraio con 53 famiglie aggiudicatarie disperate. Ecco le parole del sindaco Sagristani riportate nell’articolo di SalvatoreDare per il quotidiano di Metropolis in edicola oggi.

«Ho chiesto soltanto che si possa procedere con le indagini e l’eventuale processo nel più breve tempo possibile – conferma il primo cittadino – Massima fiducia nel lavoro e nelle competenze della magistratura chiamata a esprimersi sulla legittimità o meno delle procedure e degli alloggi realizzati a Sant’Agnello. E’ fondamentale tutelare le famiglie aggiudicatarie consentendo loro, in caso negativo, almeno il recupero delle somme economiche anticipate per le case».

Il sequestro, spiccato inizialmente dalla Procura, poi convalidato dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Torre Annunziata Antonio Fiorentino e confermato dai giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, rappresenta un’autentica beffa nei confronti di famiglie oneste, lavoratrici, che hanno partecipato al bando indetto dal Comune di Sant’Agnello sposando appieno il progetto sostenuto sia dall’amministrazione Sagristani sia dalla Shs, la società riconducibile all’ingegnere Antonio Elefante (progettista delle opere sotto inchiesta) e al commercialista Massimiliano Zurlo. Entrambi risultano essere iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di violazioni urbanistiche assieme a Francesco Gargiulo e Danilo Esposito, dirigenti di New Electra, l’impresa edile di Piano di Sorrento a cui ufficialmente era stato affidato l’appalto. Il Riesame, esprimendosi contro il dissequestro, non ha usato mezzi termini per censurare il comportamento del Comune parlando di «non trascurabile malafede». Il Tribunale si è anche pronunciato negativamente anche in merito alla possibilità di concedere l’uso delle case alle famiglie che, avendo partecipato a un bando comunale, a pochi giorni dell’entrata in possesso degli appartamenti pagati fior fior di quattrini, si sono visti negare il loro diritto alla luce del fatto che in tutto ciò sono vittime.

«L’ingresso dei proprietari – scrivono i magistrati – inciderà fortemente sul carico urbanistico » perché ci sarebbe «prosecuzione o aggravamento dei reati contestati » salvaguardando «i promissari acquirenti dalle conseguenze di un definitivo accertamento dell’abusività degli immobili ».

E’ chiaro che di tutt’altro avviso sono i responsabili delle imprese coinvolte – che ritengono di aver agito correttamente – e il Comune. Si vedrà.