Sorrento. Profondo rosso – seconda parte

1 agosto 2020 | 19:00
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Sorrento. Profondo rosso – seconda parte

Qualcuno può ritenere strano che ritenga prioritario il pagamento dei debiti che lo la P.A. ha contratto con le imprse fornitrici di beni e servizi e secondazia la messa in moto dei cantieri per la realizzazione di opere pubbliche.
Per partecipare alla gara per la realizzazione di un’opera pubblica è necessario effettuare un deposito cauzionale o sottoscrivere una polizza fideiussoria. qualunque sia il modello che si vorrà adottare per l’espletamento della gare e per l’assegnazione dei lavori (molti ritengono valido il “modello” adottato per la ricostruzione del ponte Morandi) le imprese che vantano crediti verso la Pubblica Amministrazione potrebbero, a causa dell’illiquidità determinata anche dalla mala gestio finanziaria del settore pubblico, non essere in grado di partecipare ad alcuna gara. Colpiti dalla mancata riscossione dei crediti vantati verrebbero affondati dall’impossibilità di partecipare alle gare che saranno indette per la realizzazione delle opere pubbliche e per le forniture.
Bisogna provvedere con urgenza: (A) alla revisione dei criteri con i quali viene tenuto dalla Banca d’Italia il CRIF; sarebbe opportuno, mettere in atto un sistema che consenta la cancellazione automatica del debito estinto, della cambiale pagata dopo il protesto, etc ed evitare l’annotazione dei pagamenti effettuati con lievi ritardi; (B) ad introdurre il divieto di pignorare il conto corrente busines per debiti che non sono riferibili all’impresa; (C) a comminare sanzioni a chi iscrive ipoteche su cespiti che non siano di proprietà del presunto debitore; (D) rivedere le procedure esecutive evitando di concedere la provvisoria esecuzione al creditore che non sia in grado di esibire una prova certa del suo credito (non indizi quali sono la fattura e/o il libro delle fatture emesse); (E) considerato che tutti ritengono il nostro sistema tributario estremamente esoso, sarebbe opportuno non comminare, né infliggere sanzioni ma solo interessi moratori per le imposte e tasse non pagate nei modi e termini di legge; (F) equiparare l’esecuzione tributaria e quella non tributaria a garanzia del debitore che, attualmente, viene accerchiato da una serie di ipoteche e di pignoramenti e nella maggior parte dei casi può illudersi di risolvere i suoi problemi solo rivolgendosi ad uno strozzino (atteso che la legge sull’ esdebitamento non ha sortito i benefici effetti sperati); (G) introdurre il criterio del gratuito patrocinio per tutte le esecuzioni e la liquidazione del compenso per tutti gli avvocati intervenuti nel giudizio (vincitori e vinti) al quale potrebbero essere sommate solo le spese documentate (i professionisti debbono pagare la “cassa” come fanno commercianti ed artigiani).
(H) pagamento di tutti i debiti, con il MES (lo Stato Italiano risparmierebbe una montagna di interessi passivi, le imprese possono rimettersi in marcia, gli operai e gli impiegati tornare al lavoro e riprenderele fila della loro vita sconvolta dal virus e dalla crisi); (I) decidere che sia l’ora di togliere le mani dalla tasche degli enti previdenziali, dalle somme che Poste Italiane versa alla Cassa Depositi e Prestiti (Bancoposta SpA raccoglie danaro in tutto il territorio grazie alla diffusione capillare dei suoi sportelli ma per concedere prestiti e mutui deve rivolgersi ad altri intermediari) e di toglirle dalla tasche dei cittadini ai quali non viene concesso alcun significativo rinvio per alcuno dei numerosi balzelli ad essi imposti; (L) ridotte le imposte e le tasse, eliminate le accise, ampliate le esenzioni, rivisitati i contributi sarebbe opportuno e necessario correggere le norme sui c.d. CONDONI TRIBUTARI (se riteniamo che la capacità contributiva è un criterio ancora valido non possiamo starnazzare contro un condono che rateizza le somme, ma dobbiamo pretendere che l”imposta sia rimodulata, che non vemgano inflitte sanzioni e sia consentito al cittadino colpito ed affondato in un mare di cartelle di poter riemergere e tornare a guidare la propria vita); (L) rivedere la legge sui c.d. CONDONI EDILIZI distinguendo le irregolarità dagli abus, eliminando la disparità di trattamento a parità di condizioni (non è giusto che un cittadino possa comprare un appartamento oggetto di condono, possa abitarlo ma debba convivere vita natural durante con la spada di Damocle di un rifiuto sospesa sui sui diritti ed interessi legittimi; non è giusto che colui che acquista all’asta non solo paga una cifra irrisoria per acquisire l’immobile ma può ottenere il condono anche se il vecchio proprietario non l’ha mai chiesto).
I giornalisti che, ignari delle norme in materia di condoni, starnazzano sono invitati a schierarsi dalla parte dei cittadini deboli … i cittadini che navigano nell’oro non hanno bisogno di condoni, con un fischio fanno tornare le somme depositate all’estero e tacitano, con un accordo, il vorace fisco. prof. Francesca LAURO