Castellammare di Stabia. Pestaggio al carabiniere, nessuna pietà per gli aggressori

19 settembre 2020 | 17:37
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Castellammare di Stabia. Pestaggio al carabiniere, nessuna pietà per gli aggressori

Castellammare di Stabia. Pestaggio al carabiniere, nessuna pietà per gli aggressori. Le prove sono schiaccianti: ci sono almeno due video che individuano i componenti del branco mentre si avventano sul carabiniere e cominciano a pestarlo. Tardive, secondo la Procura, le scuse ne confronti dell’appuntato Giovanni Ballarò, costretto a diversi giorni di ricovero a causa delle ferite. I giudici del Riesame hanno respinto i ricorsi presentati dai sei componenti del branco che lo scorso primo agosto picchiò selvaggiamente l’appuntato dei carabinieri, in villa comunale a Castellammare di Stabia. Confermando anche la detenzione in carcere per tutti. Sul giudizio ha pesato anche l’eco mediatica di un episodio di violenza che ha fatto il giro delle tv nazionali, provocando la dura presa di posizione persino di esponenti del Governo, che sono arrivati in città per esprimere solidarietà al militare pestato e condannare l’aggressione.

Nonostante il tentativo del collegio difensivo di provare ad ammorbidire la posizione degli indagati, che hanno ammesso le loro responsabilità, chiesto scusa e detti pronti a risarcire la vittima, i giudici sono stati irremovibili. Restano in carcere dunque: Ferdinando Imparato (27 anni), Giovanni Salvato (22 anni), Pio Lucarelli (20 anni), Antonio Longobardi (47 anni), Carmine Staiano (2 anni) – ai quali si aggiunte Pasquale D.M. (17 anni) hanno ammesso la loro responsabilità per il pestaggio. Al pari di Manuel Spagnuolo (42 anni) che invece è accusato di aver rubato il borsello del militare, mentre quest’ultimo era a terra in un lago di sangue.

I componenti del branco sono in cella da un mese e mezzo e stanno pagando quel grave e assurdo pestaggio a un carabiniere “colpevole” solo di aver fatto il suo lavoro, nonostante fosse fuori servizio. Un impegno che più volte è stato ribadito anche dalla Procura, che ha sottolineato come Giovanni Ballarò – appuntato in servizio alla caserma di Gragnano – quella sera del primo agosto è intervenuto per documentare una rissa che si stava scatenando a seguito di un incidente tra scooter. Un impegno documentato dallo stesso filmato registrato dal cellulare del carabiniere, che riprese sia le targhe dei motorini coinvolti nell’incidente, che i protagonisti della rissa seguente.

Proprio questo suo senso del dovere gli è costato la reazione violenta del branco. Inseguito e investito con lo scooter, poi picchiato con calci, pugni, caschi in faccia e addirittura un tavolino scagliato contro la testa. Un pestaggio che lo costrinse al ricovero in ospedale, ma potrebbe aver avuto anche conseguenze peggiori.

Un episodio di violenza che ha scatenato l’indignazione della città, tant’è vero che dopo qualche giorno fu organizzata anche una manifestazione davanti alla cassa armonica per esprimere solidarietà al carabiniere e sottolineare che Castellammare non è una città violenta. Una reazione della società civile che a dirla tutta – come spesso accade in città – non ha avuto alcun seguito.

Fonte Metropolis