Ravello. Domenica 13 settembre deposizione di una corona di alloro al Sacrario dei Caduti in ricordo del marinaio Andrea Mansi
12 settembre 2020 | 15:54
Domani, domenica 13 settembre 2020, dopo la Santa Messa delle 9.30, in occasione della Festa di Santa Maria del Lacco, verrà deposta di una Corona di Alloro al Sacrario dei Caduti di Piazza Fontana Moresca, in ricordo del marinaio ravellese Andrea Mansi, trucidato a Napoli il 12 settembre 1943. La cerimonia si svolgerà nel rispetto delle normative vigenti.
La storia di Andrea Mansi (classe 1919) merita di essere brevemente ricordata. Era un giovane innocente che viveva la sua vita tranquilla nella città di Ravello. Di lui si può dire sia stato un martire, un eroe, un giovane onesto e serio che tornava a compiere il suo dovere di ritorno dalla licenza, nonostante fosse stato sconsigliato da molti. Il 12 settembre 1943, a soli 24 anni, venne trucidato senza pietà e senza motivo sugli scaloni dell’Università al Rettifilo. Le sue ultime parole prima di morire fanno rabbrividire: “Fatemi tornare da mamma mia… Oj ma’, nun aggio fatto niente!”. Andrea aveva visto per l’ultima volta la madre Angelina Rispoli al Lacco, la frazione di Ravello, dove ora vi è una piazza a lui dedicata. Da qui era partito inerpicandosi sui monti a piedi fino a Gragnano e da li poi arrivare alla stazione di Castellammare di Stabia con il treno incontro alla morte. E’ stato un protagonista inconsapevole, vittima sacrificale, testimonianza dell’efferatezza della guerra, forse motivo scatenante delle Quattro Giornate di Napoli. I tedeschi lo individuarono mentre girava tranquillamente per la città partenopea in cerca dei compagni marinai, ignaro del pericolo, non sapendo dell’armistizio. Al momento lo accusarono ingiustamente di aver attentato a un militare e decisero di giustiziarlo, ordinando ai passanti, fra i quali Antonio Ghirelli poi giornalista de Il Mattino, di inginocchiarsi ed applaudire all’efferato gesto. Per tutto questo e per la sua morte assurda, da innocente, la memoria di Andrea Mansi va mantenuta viva e la sua figura merita di essere sempre ricordata, tramandando alle generazioni future la sua storia.