Sorrento,  Vallone dei Mulini e Centrale Terna, ancora argomenti tabù per vari candidati sindaci

12 settembre 2020 | 09:33
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Sorrento,  Vallone dei Mulini e Centrale Terna, ancora argomenti tabù per vari candidati sindaci

Se si esclude il combattivo Francesco Gargiulo (Riprendiamoci la città) il resto dei candidati sindaci sembra non toccare determinati argomenti  che in questi anni sono stati oggetto di forti proteste da parte della cittadinanza e finanche il coinvolgimento di importanti Enti istituzionale e della Magistratura.

Sorrento – Tra colpi bassi  e risapute litanie circa il salvataggio di una città ormai sull’orlo del degrado, la campagna elettorale, covid permettendo, si avvia verso la stretta finale. Vari gli argomenti in discussione la maggior parte dei quali relative ad ataviche problematiche mai risolte, circa le quali ora in piena propaganda e con teorie talvolta molto azzardate, tra candidati sindaci e consiglieri, ognuno propone la soluzione. Tra le tante criticità ,di cui la città è afflitta, vi sono alcune gravi situazioni, che nel corso degli ultimi anni,tra polemiche e forti tensioni, hanno  tenuto alta l’attenzione in città.  Vicende che  hanno visto  gran parte della cittadinanza ribellarsi e  partecipare attivamente contribuendo affinché le stesse fossero denunciate , come poi avvenuto da parte dell’ Associazioni presenti sul territorio, all’Autorità Giudiziaria.  Tuttavia, nonostante la forte rilevanza , ora  stranamente ,oltre a non essere inseriti nella maggior parte dei  programmi presentati all’elettorato, ora  stranamente non risultano essere neppure argomento di discussione nei vari interventi di campagna elettorale tenuti dalla maggior parte dei candidati sindaci. Su tutte, due le situazioni tuttora in stallo e circa le quali la cittadinanza si aspetta dalla prossima amministrazione comunale,risposte chiare e concrete: il Vallone dei Mulini e la Centrale Terna in via San Renato.

Vallone dei Mulini –  Se si esclude l’intervento di Francesco Gargiulo che ha apertamente dichiarato che  il sito deve essere acquisito a patrimonio comunale, per il resto gli altri candidati sindaci, così some la folta schiera di candidati consiglieri, nessuno si è azzardato ad esprimersi su tale argomento. Come è ormai noto attualmente l’intero cantiere, dopo il provvedimento  varato lo scorso marzo dall’Autorità Giudiziaria, risulta tuttora sequestrato.  Si giunse  tale decisione dopo una serie di denunce da parte delle Associazioni ambientaliste Wwf Terre del Tirreno con il Presidente, Claudio d’Esposito e Vas-Sorrento con il Responsabile, Salvatore Caccaviello,in cui si evidenziavano una serie di irregolarità sottoposte poi all’attenzione, oltre che della Procura di Torre Annunziata anche di vari Enti ed Autorità istituzionali. Una lunga storia, quella del Vallone dei Mulini, ormai molto nota alla cittadinanza ma  che brevemente ripercorriamo. La vicenda ebbe inizio  già nel 2012  quando con una operazione immobiliare molto criticata dalla cittadinanza e dalle associazioni, lo storico sito venne acquistato, per 300mila euro, da una società il cui amministratore risultava essere, l’appena dimessosi, Assessore ai Lavori Pubblici Mariano Pontecorvo. Una vicenda molto contestata dall’allora rappresentante locale  di Italia dei Valori, il compianto Avv. Giovanni Antonetti.

Il quale evidenziò una serie di anomalie nell’operazione di compravendita ma soprattutto il totale disinteresse da parte del Comune  nel far valere il diritto di prelazione in quanto secondo Antonetti, l’intero complesso immobiliare è stato dichiarato di interesse culturale particolarmente rilevante dal Ministero, ai sensi della Legge 11 giugno 1922 n. 778 e ss. mm. ii., con Decreto dell’8 novembre 1927, ed il notaio rogante, molto pertinentemente, aveva già inserito il riferimento a tale diritto, in sede di contratto preliminare di vendita. Situazione che destò anche negli anni successivi, forte malumore tra la cittadinanza sorrentina. Fino a giungere all’inizio dell’estate scorsa quando il Comune di Sorrento rilasciava autorizzazione paesaggistica  per gli interventi di restauro e risanamento  conservativo  del mulino sito in località “Vallone dei Mulini”. Evidenziando che era stato preso atto del provvedimento autorizzativo del 22 giugno 2018 rilasciato dalla Soprintendenza di Napoli e Provincia ed il successivo parere favorevole da parte della Commissione Locale per il Paesaggio. La quale aveva ben  sottolineato che nella fase  concreta di realizzazione dell’intervento le pareti del vallone risultino in sicurezza  tramite  opportune  opere di consolidamento. Ciò nonostante tra lo stupore delle associazioni che ben si erano documentate sui vari vincoli presenti sull’intera area i lavori ebbero inizio con la presentazione di una semplice SCIA(Segnalazione Certificata Inizio Attivita’) da parte della proprietà. Varie furono le proteste di gran parte della cittadinanza che mal tollerava quello che con la complicità evidente del Comune appariva come un vero e proprio scempio a quella che è stata considerata da sempre una delle cartoline più belle ed apprezzate della nostra Città. Immediatamente le associazioni Wwf Terre del Tirreno e VAS Sorrento, iniziarono un forte martellamento presso la Procura di Torre Annunziata ed a vari Enti istituzionali. In particolare le due Associazioni ambientaliste evidenziarono presso Ministeri ed Autorità Regionali preposte che l’intero sito del Vallone dei Mulini è classificato dal Piano di Stralcio dell’Autorità di Bacino, ex Campania Centrale, a Rischio Idraulico molto elevato e Rischio Frana molto elevato,(P3-R4) quindi Zona Rossa e per qualsiasi intervento  necessita del Parere dell’Autorità di Bacino circa la futura destinazione d’uso della struttura. Mentre poichè essere attraversata da due importanti corsi d’acqua e pertanto è appartenente al Demanio Idrico, la cui amministrazione spetta al Genio Civile Dipartimento Napoli e Provincia per quanto riguarda la rete idrografica della Regione Campania, a rilasciare il necessario Parere Idraulico e constatare se eventuali costruzioni rispettino la distanza dall’alveo ai sensi del Regio Decreto n. 523/1904 – Testo unico sulle opere idrauliche.come tra l’altro previsto anche da due sentenze della corte di  Cassazione. Successivamente grazie al contributo della consigliera regionale  del M5S Maria Muscarà, si seppe che, per il lavori al Vallone dei Mulini non era stato rilasciato alcun parere idraulico né tanto meno era stato richiesto al Genio civile di Napoli.Elementi che sommati anche alla relazione istruttoria di conformità urbanistica ed edilizia (pratica 122/18p) prot. n. 36116 del 10 ott. 2018 a firma dell’Arch. Daniele De Stefano (in cui si evidenziava che  nella valutazione dell’ammissibilità dell’intervento: “Stante le problematiche di altissima pericolosità del sito Zona R4 Rischio Frana Elevato, Zona P4 Pericolosità da Frana elevato, Zona P3 Rischio Idraulico elevato con notevole trasporto solido allo stato urbanisticamente gli interventi NON SONO ESEGUIBILI se non a valle della rimozione del vincolo e della redazione della nuova cartografia del PSAI” pertanto si ribadisce, nelle prescrizioni, come “ai sensi delle norme di attuazione del PSAI la fattibilità urbanistica è subordinata al superamento di declassificazione delle zone di pericolosità da parte dell’Ente preposto al Vincolo”),ed alla mancanza dell’Autorizzazione Sismica, necessaria in quanto opera privata dichiarata a futura fruizione pubblica probabilmente hanno contribuito a sollecitare l’attenzione degli inquirenti e degli Enti Istituzionali preposti. Non solo le due Associazioni ambientaliste ,indicando quanto previsto dal D.L. 81/2008 -Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, ponevano l’attenzione anche sul grave rischio a cui potevano essere sottoposti gli operai del cantiere durante l’accesso all’alveo e alla quotidiana esecuzione dei lavori a causa di una potenziale caduta massi in un sito classificato Zona Rossa e  già interessato in passato da importanti eventi franosi. In un tale scenario oltre al ruolo primario della proprietà, giocano la parte importante da coprotagonista gli Uffici comunali preposti il cui operato in merito, secondo quanto rilevato dalle associazioni, risultava essere molto discutibile. Infatti oltre ad autorizzare dei lavori, rivelatosi dopo alquanto differenti da quanto indicato, con una  SCIA , anomalo rimane il comportamento tenuto dai tecnici comunali preposti alla istruttoria delle pratiche Scia ed ai successivi sopralluoghi dove determinate mancanze non furono affatto rilevate. Tra le quali  le opere di restauro dichiarate  non potevano essere realizzate con una semplice Scia visto l’inquadramento territoriale nel Put. Al momento circa le varie responsabilità si ritiene che altri potrebbero essere i reati rilevati che potrebbero vedere coinvolti oltre ai tecnici di parte e comunali, funzionari pubblici e personaggi politici.

Centrale Terna a Via San Renato. – Il quesito, a cui i candidati sindaci dovrebbero rispondere, rimane se era proprio necessario che 7mila mq di agrumeto fossero  distrutti ,in un territorio ad alto rischio idrogeologico, per far posto ad una centrale elettrica. Un’opera che nel corso dei mesi è tuttavia lievitata scostandosi in modo rilevante dal progetto che in fretta e furia fu presentato in un pomeriggio presso la sala consiliare del Comune  senza darne la dovuta visibilità all’intera cittadinanza.   Ora i cittadini possono ammirare una imponente struttura in calcestruzzo armato contornata da un complesso di altre strutture minori,  che coprono l’intera area, estendendosi oltre il Rivolo San Renato. Uno scempio, la cui utilità  tuttora non riesce a convincere gran parte della comunità.

Dopo l’inaspettato e per certi versi inspiegabile taglio di tutte le piante che componevano l’agrumeto, tra critiche e polemiche varie, iniziarono tuttavia i lavori  in via San Renato da parte di Terna Spa per la realizzazione della nuova centrale elettrica. Struttura che, oltre alimentare con un cavo sottomarino anche l’isola di Capri, secondo progetto dovrebbe  potenziare e mettere definitivamente in sicurezza la ormai obsoleta linea elettrica della penisola sorrentina. Come illustrato dalla stessa Società, e come anche previsto dalle autorizzazioni rilasciate dal Ministero dello Sviluppo Economico, il progetto prevede l’ottimizzazione degli spazi ma soprattutto particolare attenzione al suo inserimento paesaggistico, con la piantumazione di nuovi alberi e quindi successive soluzioni a  bassissimo impatto ambientale. Nonostante l’accertata e condivisa utilità pubblica dell’opera, continua tuttora a non trovare spiegazione il totale taglio degli alberi ed uno sbancamento di tali dimensioni.

All’epoca  con un comunicato,successivamente smentito, il Sindaco Cuomo, dichiarava che con la centrale elettrica, nei pressi del cimitero sarebbe sorto anche un parcheggio. Struttura realizzata su di un area adiacente alla nascente centrale elettrica e che sarebbe stata ceduta al Comune dalla stessa Società Terna. Un parcheggio che ,nonostante il superamento dei vari vincoli che tutelavano l’area, non rientrava affatto nell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Soprintendenza, e per nulla previsto da quanto autorizzato nel 2015 dal Ministero. Il cui Decreto, nonostante l’agrumeto in questione ricade in zona B del PUC del Comune di Sorrento, ossia zona di edilizia satura, ha permesso di superare i vari vincoli,apportare una variante al PUC e consentire pertanto la realizzazione della centrale elettrica. Il taglio , all’epoca apparso forsennato delle piante e l’immediato sbancamento di un’area (parte della quale la stessa Terna si impegnava a cedere al Comune di Sorrento) risultò essere molto più grande di quanto la realizzazione della centrale necessitava. Trasformando quello che una volta era un agrumeto in un’area sterrata e priva di vegetazione e pertanto, come previsto dal PUC, utilizzabile anche per la costruzione dell’ennesimo parcheggio. Di conseguenza , non la politica, ma bensì la comunità e le varie associazioni, che da anni si battono per la tutela del nostro prezioso territorio, di fronte a quello che a tutti gli effetti  non trovava ancora giustificazione, come la distruzione di un agrumeto, si allertarono. L’attenzione cadde ancora una volta , come spesso si è verificato in passato, sui vari vincoli a cui e sottoposta la zona in questione , paesaggistico, archeologico, cimiteriale ed idrografico, che come ribadito erano stati superati dal Decreto Ministeriale.

Da quanto  traspariva , sebbene in maniera contraddittoria, dal progetto e fin dai primi lavori in corso d’opera (taglio alberi e sbancamento)  risultava  evidente  che forse era  stata dimenticata la presenza di un importante corso d’acqua come il Rivolo San Renato. La cui amministrazione, essendo parte di Demanio Idrico, spetta al Genio Civile. Ente preposto per quanto riguarda la rete idrografica della Regione Campania a rilasciare il parere idraulico come prevede il Regio Decreto n. 523/1904 – Testo unico sulle opere idrauliche –. Le cui disposizioni, soprattutto per un territorio morfologicamente fragile come quello sorrentino, si applicano anche a tutte le opere di carattere pubblico. Di fronte ad un corso d’acqua dalla portata importante come il rivolo San Renato, il cui getto in mare  in tempo di nubifragi è diventato ormai famoso, risultava  di primaria importanza accertarsi  se eventuali costruzioni rispettassero la distanza dall’alveo come prevedono gli l’art. 93 e art 96 lett.f del vecchio ma vigente Regio Decreto n. 523/1904 . Articoli che fissano i principi generali per esercizio dell’attività di Polizia Idraulica, intesa come attività di controllo degli interventi di gestione e di trasformazione del demanio idrico e del suolo in fregio ai corpi idrici. Normativa relativa ai corsi d’acqua pubblici e loro pertinenze che recita: “Sono vietate, entro la fascia di 10 mt dal piede degli argini e loro accessori o,in mancanza di argini artificiali, dal ciglio delle sponde, le seguenti attività: la realizzazione di fabbricati, anche se totalmente interrati, ivi comprese le recinzioni con murature che si elevino oltre la quota del piano campagna; gli scavi; entro la fascia di 4 m dai limiti come sopra definiti: le piantagioni; lo smovimento del terreno”. Quindi nel rilasciare concessioni, nelle vicinanze dei rivoli e constatarne le distanze come indicate dal R.D.diventa di primaria importanzarichiedere il preventivo parere idraulico. Acquisendo il Verbale della Conferenza dei Servizi ove erano  inseriti tutti i pareri rilasciati dagli Enti preposti inerenti ai vari vincoli insistenti sull’area.

La questione successivamente  impegnò, non qualche politico, poi successivamente candidatosi con la promessa di una città vivibile ed a misura d’uomo, oppure  l’opposizione in Consiglio Comunale come poteva essere plausibile, ma bensì soltanto le solite Associazioni contro le illegalità presenti sul territorio. In un esposto inviato,oltre all’Autorità Giudiziaria, ai Ministeri competenti  che al Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche.  Enti Istituzionali a cui , VAS Sorrento, con Salvatore Caccaviello;I Cittadini contro le mafie e la corruzione, con Rosario Fiorentino ed il Movimento Civico “Conta anche Tu” con l’onnipresente Francesco Gargiulo chiesero  di intervenire e fare chiarezza circa tanti interrogativi  sollevati in merito a tale vicenda. Tra i quali  se  i lavori , tuttora in fase di realizzazione ,si stanno  eseguendo secondo il parere rilasciato dal Genio Civile? Se è stato rilasciato il parere idraulico e nel tal caso  se  è stato rilasciato per la centrale elettrica o per il parcheggio oppure per ambe due le opere? Quesiti  a questo punto avanzati dalla comunità, a cui  oltre al Funzionario del Genio Civile preposto, sia Terna Spa  che il Comune di Sorrento, avrebbero quanto meno dovuto dare  una risposta. La questione rimane tuttora aperta, sebbene nel frattempo i lavori continuano a spron battuto. In attesa che a tali quesiti la risposta  la diano soprattutto  gli attuali candidati sindaci, si spera tuttavia che l’operato della futura amministrazione sia molto distante da quella precedente che si è completamente disinteressata sia del nostro patrimonio arboreo avvallando ,la realizzazione di  una Centrale elettrica in piena città,che dell’eventuale rischio elettromagnetico a cui la già sofferente popolazione del rione  Marano sarà sottoposta. Quelle descritte sono soltanto alcune delle vicende molto discusse  che hanno caratterizzato il percorso dell’amministrazione comunale uscente. Situazioni molto discusse e circa le quali, grazie soltanto all’intraprendenza dei cittadini sorrentini sono state evidenziate e  successivamente, visto la chiusura ad ogni chiarimento in merito da parte del sindaco e del consiglio comunale  ed in modo anomalo anche degli uffici comunali, sono state portate a conoscenza della Magistratura e delle Autorità preposte.Se il tanto sbandierato cambiamento  ed una certa credibilità in coloro che si apprestano a governare la città  dovrà pur esserci, bisogna che fin da adesso i potenziali Primi cittadini , alcuni dei quali con  un  passato da recente amministratore, diano fin da adesso una loro valutazione in merito e di come si apprestano ad affrontare tali situazioni.   – 12 settembre 2020 – salvatorecaccaviello