Cava de’ Tirreni: infermiere del Santa Maria dell’Olmo positivo al covid-19

11 ottobre 2020 | 11:16
Cava de’ Tirreni: infermiere del Santa Maria dell’Olmo positivo al covid-19

Cava de’ Tirreni. Il covid-19 ha fermato l’infermiere all’ospedale “Santa Maria Dell’Olmo” dove aveva accompagnato una sua parente di Agri che accusava sintomi influenzali. Immediatamente predisposto il tampone anche per il membro del pronto soccorso, che si è rivelato essere positivo al covid-19. Sono scattati, dunque, i controlli a tutto il personale e sanificazione degli ambienti. Marcella Cavaliere per La Città di Salerno ricostruisce la vicenda.

Da tre giorni è chiuso l’ambulatorio ortopedico del pronto soccorso dell’ospedale “Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno e i pazienti vengono condotti a Cava. Una chiusura che sta creando dissapori per il carico di lavoro eccessivo. Troppi accessi dovuti anche alle difficoltà dei presidi dell’Asl a Nord della provincia, in particolare di Nocera Inferiore. È stata segnalata ai dirigenti del presidio di Cava e perfino al 118, che smista le chiamate e l’invio delle ambulanze verso i presidi, l’eccessiva iniziativa di sanificazione del pronto soccorso dell’Umberto I Nocera e quindi l’indisponibilità momentanea di accogliere ammalati per effettuare le bonifiche. Il punto è, secondo i lavoratori del presidio metelliano, che le sanificazioni a Nocera vengono eseguite con una frequenza considerevole facendo ricadere molto lavoro sul presidio di Cava. E a questo si aggiunge che, con la chiusura dell’area di Ortopedia del “Fucito” di Mercato San Severino, di fatto chi presenta traumi afferenti alla specialistica ortopedica viene trasportato a Cava.

Intanto i 24 posti letto del “da Procida” non sono più sufficienti. L’obiettivo del dg dell’Azienda Ruggi, Vincenzo D’Amato, è di rinforzare l’area Covid dell’ex sanatorio di via Calenda con personale proveniente dal plesso principale, sia pneumologi con esperienza alle spalle in grado di utilizzare i sofisticati macchinari per l’assistenza ai malati che riportano maggiori criticità, sia anestesisti per supportare la Rianimazione che ha attivato 4 dei 9 posti letto. Secondo indiscrezioni, dovrebbe essere la professoressa Ornella Piazza a occuparsi della Rianimazione al “da Procida”. Ma i posti letto attivati tra reparto Covid ordinario e reparto sub intensiva, non bastano più. Dunque l’Azienda sta valutando di mettere a disposizione, sempre al secondo piano Malattie infettive, altri posti per i pazienti sospetti ma il cui tampone risulta negativo.