Esame di avvocati appello al ministro Alfonso Bonafede

28 ottobre 2020 | 10:31
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Esame di avvocati appello al ministro Alfonso Bonafede
Esame di avvocati appello al ministro Alfonso Bonafede
Esame di avvocati appello al ministro Alfonso Bonafede

Napoli – Claudia Majolo, presidente UPA(Unione Praticanti Avvocati) dice a un mese dalla prova scritta che si terrà a dicembre: “Un’altra occasione persa da parte del Governo per cambiare quest’esame ormai completamente anacronistico. Aspettiamo un tavolo d’incontro con il ministro Bonafede, come già ampiamente richiesto nei mesi scorsi“. Si esprime inoltre preoccupazione per le migliaia di praticanti che a dicembre dovranno recarsi alla Mostra d’Oltremare per sostenere i test scritti, un appuntamento che dovrà fare i conti con il contagio da covid-19 che sta mettendo in ginocchio Napoli. Si chiede al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede di porre la parola fine a un’annosa vicenda che penalizza i praticanti italiani rispetto ai colleghi europei. Un praticante italiano diventa avvocato non prima dei 30 anni. È infatti questa l’età media nella quale ci si abilita alla professione forense in Italia. Nel resto d’Europa, invece, le cose vanno diversamente e l’età media crolla ai 25 anni d’età. In base al diritto di stabilimento, infatti, qualsiasi professionista con nazionalità europea può svolgere liberamente la professione in uno dei 26 paesi UE. In altre parole, gli abilitati venticinquenni europei possono entrare nel mondo forense italiano e, legittimamente, esercitare la professione con cinque anni di vantaggio rispetto ai colleghi italiani. Da tanti anni, e da più parti, è stato segnalato quanto tale esame d’abilitazione sia anacronistico, eccessivamente complesso (tre prove scritte e un esame orale con sei materie di verifica) e non rispettoso dei principi costituzionali, europei e della Cedu. Un altro punto fondamentale della querelle in corso riguarda il principio di “trasparenza”, che dovrebbe caratterizzare ogni scelta adottata dalla Pubblica Amministrazione. L’esame di abilitazione forense invece non rispetta affatto questa regola basilare: i praticanti avvocati che non hanno superato la prova scritta non possono conoscere le ragioni poste alla base del giudizio di non ammissione alla seconda parte dell’esame di Stato. Si attendono con ansia risposte concrete e sacrosante per tutti i giovani praticanti avvocati italiani.
a cura di Luigi De Rosa

(le foto sono tratte dal web)