Il progetto per un nuovo impianto GNL nel Porto di Napoli, tra rilancio economico e antiche preoccupazioni
Durante l’incontro Naples Shipping week è stato presentato il progetto congiunto di Edisono e Q8 per un deposito costiero Small Scale di GNL (Gas Naturale Liquefatto*) nella Darsena Petroli del Porto di Napoli. Si tratta di un investimento strategico che ha guadagnato anche il riconoscimento di un finanziamento europeo per la sua progettazione, grazie ai fondi CEF per l’ingegneria autorizzativa. Il progetto grazie ai due colossi del settore energetico punta a un’integrazione con gli impianti già presenti in Darsena Petroli. Il progetto partenopeo è parte integrante di un piano che prevede la creazione della prima catena logistica di GNL del Paese per rendere sostenibile il trasporto pesante, marittimo e su gomma. Il primo deposito costiero di GNL è già in fase di costruzione nel porto di Ravenna con PIR (Petrolifera Italo Rumena) e si punta a breve a realizzarne un secondo in quello di Napoli in partnership con Kuwait Petroleum Italia, c’è altresì da aggiungere che sono state avanzate delle perplessità sulla sicurezza, visto che l’impianto è vicino alla nuova darsena, e che il porto di Napoli è tutto interamente ubicato tra zona gialla e zona rossa del Vesuvio, dove sono previsti in caso di modesta eruzione subpliniana (tipo 1944 per intenderci) un rischio di ricaduta di circa 300 kg/mq di ceneri vulcaniche bollenti, ma Q8 e Edison hanno rassicurato tutti sostenendo che il nuovo impianto GNL a – 160 gradi al contrario rafforzerebbe le misure di sicurezza nella darsena petroli .
*Il Gnl (gas naturale liquefatto) non è altro che metano, definito naturale perché viene usato così come si estrae dai giacimenti naturali sotterranei. Dallo stato gassoso viene trasformato in liquido e stoccato in idonei depositi obbligatoriamente a una temperatura di -161,52° centigradi.
Gpl sta invece per gas propano liquefatto. A differenza del metano, il propano è un idrocarburo saturo, che in natura non si trova allo stato puro. Si liquefà a -42,045° centigradi. È pericoloso in quanto la densità maggiore di quella dell’aria ne rende difficile la dispersione, l’assenza di odore e sapore ne rende impossibile l’identificazione e il limite di infiammabilità molto basso facilita la formazione di miscele infiammabili. Viene pertanto sottoposto a odorizzazione per evidenziarne più facilmente la presenza nell’aria.
a cura di Luigi De Rosa
(foto d’archivio)