SORRENTO. FESTA DELLA MADONNA DEL ROSARIO CON IL VESCOVO

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Alle 18.30 è prevista la celebrazione eucaristica di monsignor Francesco Vescovo Alfano, presso la sede dell’arciconfraternita del Rosario a Sorrento nella chiesa dei santi Felice e Baccolo.

A dispetto delle apparenze, la Chiesa del Rosario di Sorrento (che, nota come chiesa dei Santi Felice e Baccolo di Sorrento) è una delle più antiche di Sorrento e della Penisola Sorrentina.

Al centro di fantasiose leggende, di voci popolari non sempre verosimili e di ricostruzioni storiche non troppo attendibili (a cui abbiamo dedicato una apposita pagina su questo stesso sito sotto la voce “Vari aspetti circa la chiesa dei Santi Felice e Baccolo”), questo edificio di culto è stato individuato come una delle possibili cattedrali di Sorrento in epoca medioevale.
Anche su questo a spetto abbiamo già avuto modo di soffermarci giungendo a conclusioni che inducono a ritenere che si tratti di un equivoco così come si può evincere nella pagina intitolata “Un improbabile Duomo di Sorrento”.
Resta il fatto, in ogni, caso, che si tratta di una delle chiese di Sorrento che “da sempre” ha occupato un posto privilegiato nel cuore dei Sorrentini.
Come tutti gli altri edifici sacri di Sorrento, oggi si presenta in modo assai diverso rispetto a quello originario, ma conserva ancora un antico fascino e bellezze che meritano di essere visitate.
Attualmente il nome originario di questa chiesa risulta essere quasi dimenticato e lo stesso tempio cristiano viene indicato come chiesa del Rosario di Sorrento (perché sede dell’ Arciconfraternita del SS. Rosario)
Fabrizio Guastafierro

A Sorrento, il primo insediamento dei figli di San Domenico si ha verso i primi decenni del 1400, quando la Regina Giovanna II, innamorata della splendida posizione panoramica di Casarlano, fece erigere una casa nei pressi della chiesa, dove spesso si recava a villeggiare. Nel 1423 donò questa proprietà ai domenicani del convento napoletano di San Pietro Martire, questi l’ingrandirono e nel 1425 vi si stabilì una piccola comunità di frati. In seguito, detti frati, vi fondarono una confraternita laicale dedicata alla Vergine del Rosario. Quando il 13 giugno 1558, Sorrento, venne parzialmente distrutta dai Turchi, il domenicano Fra Giulio Pavesi, nominato arcivescovo di Sorrento da Papa Paolo IV, volle che i suoi confratelli si stabilissero nel distrutto monastero di S. Giorgio. Questi dopo averli ricostruito, nel 1568, vi si insediarono dedicandolo a S. Vincenzo Ferreri. Solo nel 1630, il Pio Sodalizio, venne riconosciuto come confraternita, e dopo una seguente istanza, come la più anziana. Dalle Sante Visite, si apprende, che la congrega del Rosario , aveva nella chiesa di San Vincenzo un proprio altare marmoreo, con le insegne del sodalizio scolpite ai lati su cui era posta una tavola lignea raffigurante la Madonna del Rosario, tra Santi e Sante domenicani , avente intorno raffigurati i 15 misteri del Rosario, ed un proprio sepolcreto ad uso dei confratelli. Una statua lignea del 1600, veniva invece conservata in sacrestia, e portata in processione annualmente, durante la festa del Rosario. Sappiamo anche di altre due processioni che la congrega svolgeva durante l’anno: la prima durante il carnevale per recarsi presso la chiesa dei SS. Felice e Bacolo, ove si tenevano le Solenni Quarantore dette appunto “Carnevaletti”, e l’altra il Giovedi Santo, quando i confratelli, assaccati, si recavano in visita ai sepolcri allestiti nelle chiese di Sorrento. Inoltre, ogni domenica, i confratelli, dopo la recita del Rosario e la S. Messa, solevano tenere una breve processione mariana nel recinto del monastero al canto del Magnificat, tradizione questa mantenuta fino al 1963. Essendo la confraternita una fondazione domenicana, il padre spirituale pro tempore aveva l’onore e l’onere di impartire l’assoluzione del Rosario in Articulo Mortis, ai confratelli e consorelle in fin di vita, come era anche usanza della congrega, inviare nella casa del moribondo, una grossa corona del Rosario benedetta, che i familiari solevano apporre tra le mani dell’infermo, affinchè fosse d’aiuto nel doloroso momento del trapasso. Inoltre la congrega era anche obbligata ad intervenire processionalmente alle esequie dei confratelli, come si evince da un vecchio documento che dice: “Quando accade la morte di un confratello, tutta la fratellanza è obbligata ad intervenire processionalmente alle esequie, ed a spesa di essa, si fanno i funerali secondo quanto in precedenza il defunto ha versato in vita, tante messe gli si celebreranno”. In una Santa visita è riportato anche l’abito della confraternita: “La vestitura della fratellanza consiste in un camice di tela bianca, una mozzetta con cappuccio di Ormesino nero foderato di Ormesino bianzo, una pazienza sempre di Ormesino nero, come quello di Gala dei PP. Domenicani; un cingolo con corona contenente i 15 misteri del Rosario pende al fianco sinistro di ciascun confratello. Al petto si porta una medaglia d’argento con l’immagine della Vergine del SS. Rosario, di S. Domenico e di S. Rosa da Lima e vien calzato di scarpe nere con bottoncino di ottone come si usa dai monaci domenicani” Con la soppressione degli Ordini Mendicanti, voluta dal francese Gioacchino Murat, re di Napoli, la congrega fu costretta, il 7 agosto 1809, a lasciare il convento di S. Vincenzo che fu adibito ad Ospedale civile. La chiesa restò sotto la cura della confraternita fino al 23 giugno 1834 quando venne assegnata ai PP. Gesuiti di Napoli ove vi impiantarono il loro noviziato. Il 2 luglio 1834, grazie al regio architetto Ing. Ranieri inviato a Sorrento per fare eseguire gli ordini reali, l’ Arcivescovo Gabriele Papa, spedì l’ordine di trasferimento della congrega del Rosario, dal monastero di San Vincenzo( attuale villa Tritone) alla chiesa, già cattedrale di Sorrento dal XV al XVII secolo, dei SS. Felice e Bacolo, sede odierna dell’arciconfraternita. A tale avviso, gli allora amministratori del Rosario, fecero presente al presule, che anche se in estinzione, nella chiesa di San Bacolo, vi erano ancora pochi superstiti della congrega delle Anime del Purgatorio, e chiedevano lumi al riguardo, onde evitare eventuali liti. A tale giustificata richiesta, il Presule, in data 2 ottobre 1834 emanò un decreto in cui si assegnava definitivamente la chiesa dei SS. Felice e Bacolo alla Confraternita del SS. Rosario, con l’mpegno che questa doveva accollarsi tutte le spese per il suo mantenimento, e di officiarvi tutte le solite funzioni che anticamente vi si tenevano. Inoltre la congrega fu autorizzata a trasferire i propri beni dal monastero alla nuova sede, ed a porre la statua della Vergine del Rosario al centro della cona e ad aprire altre due nicchie laterari ove apporvi le statue di San Felice e di San Bacolo, inoltre si chiedeva al sodalizio un rinnovato impegno annuale nella celebrazione del Santo Vescovo Bacolo, le cui spoglie si trovano sotto l’altare maggiore della chiesa. Purtroppo, per quanto riguarda il trasferimento dal convento, le cose non andarono molto pacificamente con i Padri Gesuiti, che si mostrarono alquanto restii a rilasciare ciò che di stabile era stato fatto dalla congrega nella propria cappella, comportamento che suscitò enormi polemiche e “incidenti vari” finquando i confratelli, esasperati, nottetempo fecero sparire tutto quanto di asportabile dalla chiesa di San Vincenzo, rimuovendo non solo l’altare di marmo,ma anche i marmi che ornavano la cappella, fu trafugata anche la preziosa e pesantissima statua della Vergine del Rosario, che, si narra, diventò leggerissima nle calarla con le funi da un alto finestrone, nonchè l’intero organo con tutta la cantoria, lasciano agli esterrefatti Gesuiti, scesi in chiesa il mattino dopo, un edificio “perfettamente nudo”. Infine, per l’intensa attività religiosa e caritatevole dei confratelli del Rosario, il sodalizio, grazie anche alla guida del zelantissimo Padre Spirituale Mons. Giuseppe Marino, l’8 giugno 1880, ricevette l’ambita promozione ad Arciconfraternita, ed in seguito, con successivo decreto della Curia Arcivescovile, gli veniva assegnato il primo posto tra i sodalizi cittadini. dal sito web della VENERABILE ARCICONFRATERNITA DEL SANTO ROSARIO

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