Sorrento . Profondo Rosso: L’alibi della privacy

28 ottobre 2020 | 00:04
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Sorrento . Profondo Rosso: L’alibi della privacy

Il neo sindaco della città di Sorrento ed il dottor Parisi hanno giustamente evidenziato che le scarse ed inesatte notizie fornite dall’ASL intralciano la lotta al COVID. Se non vengono comunicate le generalità delle persone che sono risultate positive al Covid, il luogo nel quale abitano, lavorano o sono entrate occasionalmente o che frequentano abitualmente, come possono essere individuate le persone che potrebbero essere state contagiate? Molte famiglie hanno omesso l’affissione dei manifesti funebri “a causa del contingentamento del numero delle persone ammesse ad entrare in Chiesa” dimentichi dell’abitudine dei presenzialisti che non entrano in Chiesa ma attendono per salutare i “dolenti” o i “festanti” se la cerimonia religiosa è di altro genere. L’ASL, invece, con cieca pervicacia comunica numeri senza senso, che non aiutano le “autorità” e rendono più indifesi i comuni mortali perché viene taciuta loro una notizia che dovrebbero conoscere perporre in essere un’azione difensiva adeguata.
Ma la notizia e la corretta informazione, non bastano: è necessario che tutti possano disporre di mascherine in grado di proteggersi e di proteggere gli altri, di prodotti igienici da prelevare senza dover toccare bottiglie sulle quali centinaia di mani hanno “premuto” per far sgorgare il gel detergente, di poter acquistare confezioni monouso, generi alimentari e non alimentari “confezionati” e non venduti sfusi o alla rinfusa, di misurare le scarpe indossando calzini monouso, di misurare “virtualmente” gli abiti, di trasformare la propria casa in un luogo sicuro.
In nome della PRIVICY, ed il Garante dovrebbe prenderne atto, al cittadino viene vietato l’esercizio di diritti fondamentali, di acquisire prove per difendersi in giudizio, di avere notizie più attendibili di quelle inserite nel rogito notarile circa gli abusi commessi ed i condòni chiesti dal precedente proprietario della casa che ha acquistato (non senza sacrifici), di sapere se la fattura con la quale il presunto creditore ha ottenuto dal giudice la “provvisoria esecuzione” è una “fattura reale” (scaturita dalla cessione di un bene o di un servizio) o una “fattura fantasma” (tesa a fregare il presunto debitore ed il fisco), di avere la certezza che una promessa di matrimonio sia stata correttamente affissa (all’Albo Pretorio del Comune e/o della Parrocchia), che un Matrimonio Concordatario sia stato registrato (atteso che la legge ne prescrive la trascrizione), che tutti gli atti che interessano il cittadino siano realmente a sua disposizione e non esposti per finta (proditoriamente nascosti da altri documenti); etc. etc. Tutti i Pubblici Registri dovrebbero essere accessibili da tutti i cittadini gratuitamente e non accessibili da pochi eletti e/o a pagamento. prof. Francesca LAURO