Sorrento. Profondo Rosso: Scuola in ginocchio ed allievi dietro la lavagna
Non contesto la decisione del Governatore De Luca ma rilevo che il personale scolastico è stato sommerso da decreti, ordinanze, circolari, raccomandazioni che, dopo attenta lettura, analasi logica e conseguenziali richieste di chiarimenti, ha ottemperato a tutte le prescrizioni e, con pazienza, ha atteso il sospirato arrivo dei banchi mono posto e, quando la consegna non è stata tempestiva, le lezioni frontali sono state fatte in aule prive di banchi. I docenti sono abituati ad operare in locali inidonei, con lavagne usurate, cattedre prive di pedane, etc e, pur di lavorare, fanno l’impossibile. Sono certa che tutte le scuole stanno offrendo ai loro allievi un servizio didattico di buon livello e sicurezza adeguata.
Quello che non comprendo è il motivo per cui non si è tentato di organizzare un idoneo servizio di trasporto degli allievi. Gli Scuolabus, terminati i viaggi per portare i bambini a scuola restano inutilizzati e potrebbero essere utilizzati per accompagnare gli allievi delle superiori ai loro Istituti; se non sufficienti ad espletare il servizio, potrebbero essere affiancati dai pulmini privati
ai quali dovrebbe essere pagato un abbonamento d’importo non superiore a quello pagato all’EAV. Si eviterebbero assembramenti negli autobus. Si potrebbe anche organizzare un doppio turno delle lezioni (al San Paolo l’abbiamo fatto per anni) per scaglionare gli arrivi e le partenze di docenti e discenti. Se fosse necessario fare lezioni a distanza, sarebbe opportuno consentire agli allievi che non hanno attrezzature adeguate, abitano in zone mal o non collegate alla rete, che non possono giovarsi di una lezione individuale di partecipare alla lezione frontale. Al docente mancherà il controllo della classe, ignorerà se gli allievi sono attenti o distratti, se stanno comprendendo quello che sta dicendo o scrivendo alla lavagna per stabilire se proseguire sulla stessa linea didattica o cambiarla. Auguro a docenti e discenti di superare indenni il COVID CULTURALE e di maturare in una scuola migliore di quella che la cecità contabile e l’ignoranza diffusa ci hanno fatto operare per lunghissimi anni. prof. Francesca LAURO