Ore 22. L’Italia si spegne. Inizia il “coprifuoco”.

DESERTO E SILENZIO NELLE STRADE VUOTE 
PROFONDA AMAREZZA… vedere città nel silenzio totale
Serrande abbassate, luci spente, tavolini e sedie accatastati, silenzio. In strada solo rider, farmacisti, tabaccai, banchisti dei mercati alimentari, medici, chi una casa non la ha e pochi, pochissimi altri.
“Una via obbligata per arginare la pandemia” ha ricordato il ministro della Salute Roberto Speranza, snocciolando i dati dei contagi:

quasi 500mila gli attualmente positivi, 24.005 i ricoverati nei reparti ordinari (749 più di ieri), 2.515 in terapia intensiva (124 in più) e 472.598 in quarantena. L’ultimo bollettino parla di 37.809 nuovi casi, 446 morti in un giorno.

Il Dpcm del premier Giuseppe Conte è entrato in vigore mentre il governo decide sui nuovi aiuti economici e garantisce sui pagamenti già da lunedì. “Il decreto Ristori-bis sarà varato dal governo nelle prossime ore – è il messaggio di Conte affidato a Instagram – proprio in queste ore stiamo finalizzando il decreto Ristori bis con cui rafforziamo la rete di protezione e di sostegno per tutte le attività economiche che si trovano nelle zone a maggior rischio.

Dobbiamo fare tutto ciò che è necessario, con rapidità e efficacia, per uscire tutti insieme dalla crisi al più presto”. “Restiamo uniti”, è invece l’invito del ministero degli Esteri, Luigi Di Maio.
“Possiamo stare qui a litigare per le chiusure, essenziali per fermare la diffusione dei contagi che anche oggi hanno raggiunto livelli record: quasi 38mila.
Oppure possiamo impegnarci, rimboccarci le maniche e continuare a dare il massimo, uniti, per uscire da questa crisi”.
“Se oggi abbiamo dovuto adottare misure più restrittive per alcune regioni – si legge sul suo profilo Facebook – è perché con l’aumento delle terapie intensive si rischierebbe il collasso sanitario.

Purtroppo per troppo tempo la sanità è stata usata come il bancomat della politica e ora ne stiamo pagando le conseguenze, ma dobbiamo reagire, adesso dobbiamo cogliere l’occasione per fare qualcosa di più grande”.

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