Dl Ristori ter in Consiglio dei ministri, la bozza: vale circa 2 miliardi, fondo di 400 milioni per aiuti alimentari
Dl Ristori ter in Consiglio dei ministri, la bozza: vale circa 2 miliardi, fondo di 400 milioni per aiuti alimentari
Per l’acquisto di farmaci anti-Covid 100 milioni
Vale circa 2 miliardi il decreto Ristori ter che sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri stasera. Le misure sono finanziate in larga parte, circa 1,24 miliardi, dai fondi già stanziati ma non utilizzati per la Cig con i decreti Cura Italia e Agosto, altri 500 milioni arrivano dal fondo speciale per la riassegnazione dei residui passivi della spesa di parte corrente e 100 milioni dai residui passivi della spesa in conto capitale.
Altri 50 milioni arrivano dall’abrogazione della norma dei precedenti decreti Ristori che destinava quella cifra al possibile ampliamento dei Codici Ateco che possono beneficiare dei contributi a fondo perduto. Infine 60 milioni arrivano dal Fondo per pagare i debiti della P.a. istituito con il decreto Rilancio.
A tarda serata non è ancora iniziato il Consiglio dei ministri – previsto alle 22 – chiamato a dare il via libera al decreto ristori ter e al nuovo scostamento di bilancio. Scostamento che dovrebbe attestarsi sugli otto miliardi. Ancora in serata, al Mef, si sono succedute le riunioni dei tecnici sul decreto, che vale circa due miliardi. Al momento, a Palazzo Chigi sono arrivati il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, il titolare degli Affari Ue Enzo Amendola, il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà e quello dell’Università Gaetano Manfredi. Tra i dossier che dovrebbero finire sul tavolo del Cdm anche quello del commissario alla Sanità in Calabria. Nel corso della giornata si sono alternati, negli ambienti della maggioranza, una serie di nomi, da Federico D’Andrea a Francesco Paolo Tronca, fino all’outsider Luisa Latella.
Alla lista dei codici Ateco che ricevono aiuti perché in zona rossa si aggiungono i negozi di scarpe e accessori.
Arrivano 100 milioni in più a disposizione del commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri per “l’acquisto e la distribuzione sul territorio nazionale dei farmaci per la cura dei pazienti con COVID-19″, secondo quanto si legge nella bozza del decreto.
La bozza prevede anche un fondo da 400 milioni nel 2020 per consentire ai Comuni “di adottare misure urgenti di solidarietà alimentare”. I fondi andranno erogati ai Comuni entro 7 giorni dall’entrata in vigore del decreto.
Le nuove risorse per i ristori delle attività chiuse nelle zone rosse e arancioni, derivano da fondi stanziati e non spesi durante l’anno. Il nuovo scostamento di bilancio che il Cdm proporrà al Parlamento andrà invece a finanziare un decreto Ristori quater, che dovrebbe essere varato tra fine novembre e inizio dicembre.
Il fondo Covid da 3,8 miliardi previsto in manovra per i ristori del 2021, potrebbe essere in tutto o in parte destinato ad altre misure. E’ la valutazione che, a quanto apprende l’ANSA dopo il vertice della scorsa notte, si starebbe facendo in queste ore nel governo. Le risorse ora previste in manovra sarebbero “liberate” dal nuovo scostamento di bilancio che si è deciso di fare a gennaio per il 2021: la richiesta di nuovo deficit servirebbe infatti proprio a finanziare un nuovo decreto per dare ristoro anche nell’anno nuovo alle attività danneggiate dalla pandemia. Perciò i 3,8 miliardi che erano stati previsti in manovra a quello scopo, potrebbero ora essere almeno in parte destinati ad altro e magari aumentare la “dote” di 800 milioni ad ora prevista per le modifiche del Parlamento.
“Gli 8 miliardi strutturali a regime per la riduzione delle imposte” finanziate con la manovra a partire dal 2022 sono “il dato di partenza non il budget della riforma” che sarà alientata anche “con quella che per noi è la principale fonte, come è stato per il cuneo fiscale, cioè l’aumento delle entrate dovuto al contrasto all’evasione e al miglioramento dei rapporti col contribuente”. Così il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri a un appuntamento su Fb di Base Riformista spiegando che ci sono i margini per “una riforma fiscale ambiziosa”. Altra voce di finanziamento il “budget interno” che arriverà dalla “razionalizzazione” di “bonus e tax expenditures poco razionali, poi abbiamo da affrontare il tema dei sussidi dannosi e del perimetro della base imponibile”.