Ecco perchè Giuliano Giuliani resterà nei cuori della Torcida azzurra

15 novembre 2020 | 16:22
Ecco perchè Giuliano Giuliani resterà nei cuori della Torcida azzurra

Nato a Roma nel 1958, visse la sue migliori stagioni calcistiche difendendo la porta del Napoli . Arrivò nell’estate più turbolenta della squadra azzurra. Arrivò dopo che il Napoli aveva perso lo scudetto a favore del Milan e dopo che i giocatori avevano scritto una lettera contro l’allora mister Ottavia Bianchi, reo di avere un carattere spigoloso verso i giocatori e di non averne compreso le esigenze alla fine della stagione 1987-88. Quella lettera letta da Rambo de Napoli fu la causa dell’espulsione di alcuni giocatori tra cui il famoso Garellik. E proprio al posto di Garella arrivò dal paese di Giulietta questo portiere atipico perché razionale sia in campo che fuori. Il suo nome era Giuliano Giuliani. Alle pendici del Vesuvio il portiere giocò due anni vincendo una coppa  Uefa ed uno scudetto, quello del 1989-90. In questi due anni compì numerose prodezze ma anche alcune “ papere “ che nel curriculum di un portiere devono esistere. Si contraddistinse per senso di responsabilità e professionalità in campo e fuori dal campo. Conosciuto anche grazie alla bella Raffaella, la moglie che fu conduttrice della trasmissione regionale e non “ NUMBER TWO” nei due periodi d’oro della carriera del portiere. Raffaella Del Rosario, un passato da fotomodella e un presente come soubrette in trasmissioni sportive. Molto chiacchierata in curva, dove ogni partita al San Paolo si ripete lo stesso rito scaramantico: quando Giuliani si sistema in porta qualcuno si alza e grida: «Giulià tu ’na cosa bona tieni», e il resto della curva in coro risponde: «’A mugliera!». Giuliani fu sempre razionale in tutte le sue cose ma nell’unica volta in cui volle trasgredire ebbe la peggio. Si racconta che durante le nozze di Re Maradona ebbe una piccola avventura con una donna locale. Peccato che questa fosse affetta da HIV il male del secolo, il Covid degli anni 90. Fu infettato  e da allora iniziò la sua parabola discendente. Andando via da Napoli fu abbandonato da tutti e allontanato come untore. Morì di questo male a Bologna solo curato dall’ex moglie. Nei cuori dei tifosi azzurri resteranno le sue prodezze e la sua professionalità